Capitolo 17

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Dopo l'annuncio, Mimi diede ufficialmente il via alle danze. Alcuni musicisti appostati su un angolo cominciarono a suonare strumenti a corda che erano simili ai nostri arpa, chitarra e violino.

La gente prese a ballare come ci aveva insegnato Diana. Ritornando con la mente a quel pomeriggio nel quale ballai con il maggiordomo di casa Grouver, Sebastian, ricordai che in fondo mi ero pure divertita. Lo stesso Sebastian, con la musica di sottofondo cosicché Diana non poteva sentirci, mi aveva confessato alcuni aneddoti riguardo la sua padrona, rivelandosi un tipo tanto discreto quanto simpatico.

Così, non appena riconobbi gli stessi schemi musicali, mi venne voglia di ballare.

Nana ci aveva detto alcuni giorni prima che il nostro comportamento si sarebbe dovuto limitare ad intavolare una sobria conversazione con quegli invitati che avrebbero avuto l'ardore di voler parlare con noi (ardore, proprio così l'aveva chiamato; ma chi eravamo noi, degli extraterrestri? Ripensandoci... sì) e a ballare solo con chi ce lo avrebbe chiesto in tono estremamente educato.

Allora io questa sera, se non si fosse presentato nessuno, avrei dovuto rimanere seduta qui, su un comodo divanetto imbottito, vicino a Gwen, a non fare niente?

Non mi piaceva l'idea.

Guardando le donne che con le loro risate argentine accompagnavano i graziosi passi di danza, mi montò il desiderio di buttarmi nella mischia e fare lo stesso.

-Devo dire...- la voce di Gwen mi strappò dai miei pensieri -che questa musica è molto, ma moolto più bella di quella che avrebbero fatto nella festa di Natale.-

Dovetti concordare con lei.

-E dal momento che è molto più bella...- mi fece l'occhiolino -mi piacerebbe tantissimo ballare!-

-Anche a me!- esclamai senza far caso al tono della voce, perché tanto la musica copriva tutto.

-Speriamo solo che qualcuno si degni di invitarci a ballare.-

Gwen annuì e riprese a guardare le persone che intanto si erano disposte in vari cerchi e semicerchi vicini e facevano il girotondo a ritmo con la musica.

Passarono alcuni minuti. La regina era immobile sul suo trono, un perenne sorriso stampato sulla bocca. Poi ci parlò.

-Allora, mie care ragazze, nessuno vi ha ancora invitato?-

Noi sorridemmo fingendo che non ce ne importasse nulla.

-Ma che codardi questi giovani...- commentò, facendomi scappare un risolino. Se ne accorse e mi rivolse uno sguardo furbetto.

-Nana vi ha per caso detto che dovevate starvene qui tutta la sera se non c'è nessuno ad invitarvi?- domandò, cogliendo nel segno.

Gwen non disse nulla ma io, prima di fermarmi, annuii. Nana, oltre la spalla squamosa della sovrana, alzò un sopracciglio. Diana alzò gli occhi al cielo.

Ops.

-Oh che povere! Questa saggia non sembra essere così saggia, in fin dei conti...- Mimi si voltò verso Nana, che rise di gusto, dimenticandosi della mia risposta poco opportuna.

-Allora sapete che facciamo? Peschiamo due cavalieri a caso, non importa se non sono le regole, ci state?-

Io ero allibita. Una regina, colei che dovrebbe provvedere per definizione a far seguire al popolo le regole, che propone di trasgredirle?

Mi piace.

Ma poi esclamò:-Oh, ecco un prode cavaliere coraggioso che si fa avanti!-

Io mi voltai e mi ritrovai davanti un signore piuttosto anziano che mi porgeva la mano rugosa.

Cronache celestiWhere stories live. Discover now