Prologo V

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La V sta per 'capitolo revisionato'

I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali. Vivono dentro di noi e, a volte, vincono.

Stephen King quando lo ha scritto, si riferiva a ciò che possiamo vedere solo con le nostre azioni. La parolaccia che ti scappa quando sei arrabbiato con i tuoi genitori. La risposta all'insegnante che ti ha messo un brutto voto. Un pugno che hai dato a quella persona che ti ha preso in giro. Probabilmente se lo meritava, ma indipendentemente da quanto una persona sia brutta, niente ci dà il diritto di essere cattivi. Non c'è giudice a questo mondo che possa dire il contrario.

Ognuno ha una bella parte dentro si sé, che nella maggior parte delle persone prevale... almeno fin quando non si perde la pazienza. Lì c'è solo buio e vendetta e rabbia e orrore, facciamo azioni sbagliate di cui ci pentiamo.

Eppure controlliamo quella parte. 

Fin da piccoli, siamo educati ad essere gentili, carini, rispettosi, a mentire per non ferire gli altri. Alcuni le chiamano bugie bianche. La verità è che le bugie non hanno colore. Mentire è sempre mentire, qualunque segreto si cerchi di nascondere. La chiesa chiama coloro "peccatori". Dante li chiamava "falsari di parola" e li ha collocati nella decima bolgia del VIII cerchio dell'inferno. In ogni caso, si dice che non sono brave persone.

Nel mio caso è vero.

Sono una peccatrice, un falsario di parola, una bugiarda, per così dire. Mento da quando ne ho memoria. Sulla mia famiglia, sulla mia condizione, su tutto ciò che faccio, ma soprattutto su chi sono.

A tredici anni è cambiato tutto. Una brutta sera, mi sono svegliata in preda al dolore. La mia pelle bruciava senza che nessun fuoco ne fosse la causa, la mia gola era arida mi impediva di chiedere aiuto a mia sorella. Mi contorcevo sul letto in preda agli spasmi. Ero spaventata, sola e non sapevo cosa fare. Poi, dopo qualche minuto, non sentivo più niente. Il riflesso sullo specchio era il mio, eppure era totalmente diverso. Vedevo tutto ciò che c'era intorno a me, ma non avevo il controllo sul mio corpo.

Ho visto tutto quello che facevo. Correvo e tutto sembrava rallentare, le mie orecchie riuscivano a sentire il sangue pompare nelle vene, percepivo l'aria come se fosse di ghiaccio. Il mio corpo non era più il mio. Ero affamata, ero tanto affamata. Solo che nessun cibo avrebbe saziato la mia fame.

Volevo disperatamente arrivare all'acqua, al mare, volevo nuotare. In un batter d'occhio vidi l'acqua, il sangue sulle mie mani, un corpo a terra ed io che lo divoravo al solo pensarci, mi viene da vomitare.

Il giorno seguente avevo rivissuto il ricordo della notte precedente come un sogno.

L'accaduto si ripeté ogni mese alla venuta della Luna Piena. Aria, mia sorella, mi aiutò tantissimo e fece in modo che non facessi più male a nessuno.

Da quel giorno la mia vita si è trasformata in uno spaventoso e infinito incubo.  

I love you, Liam DumbarWhere stories live. Discover now