Capitolo 3 v

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Una volta finita la lezione Garett e Violet sono i primi ad uscire dall'aula, mentre Liam e Mason aspettano me.
Usciamo tutti insieme dall'aula, e LIam si ferma a fissare una ragazza dai tratti coreani, Mason continua a chiamarlo ma sembra quasi ipnotizzato da lei che scende le scale come se stesse facendo una sfilata, direi che è quasi fantastica se non fosse che sull'ultimo gradino cade di faccia a terra, subito Liam le si avvicina. Era nel gruppo con quella dai capelli rossi, con Scott e con Stili, o come si chiama. Non mi va di sentire la loro conversazione così mi concentro su Mason,
-carina la caduta- commento
-si assomiglia a quella dei film solo che in quelli le persone non cadono
-giusto-

***

È ora di pranzo Liam mi ha chiesto gentilmente di sedermi al tavolo con loro ed io ho accettato. Lascio la borsa sul tavolo e vado a prendere da mangiare, insieme ai due ragazzi, con cui a quanto pare abbiamo diverse lezioni in comune... comunque sembra che il cibo della mensa non sia così schifoso come sembra, c'è del riso con pomodori, insalata con pane e basta direi che la scelta è molto vasta... io prendo un insalata e una bottiglietta d'acqua, mentre Mason e Liam hanno preso l'insalata come me ma al posto dell'acqua hanno preso un succo di frutta alla pesca... prendiamo i vassoi che ci ha servito la signora della mensa e ci avviamo al tavolo.


-c'è una festa stasera ci venite? - chiede Liam
-non dovevamo guardare un film? - chiede Violet mangiando il riso
-sì ma se c'è la festa andiamo lì- afferma Mason
-chi ci va? - chiedo prendendo un po' di insalata
-tutti- risponde Liam
-fico, beh mi dispiace ma io stasera passo-
-come mai? - domanda Liam
-ho promesso di stare con mia sorella stasera quindi mi dispiace ma devo declinare l'offerta- affermo
-come fai di cognome Katherine? - chiede Garett
-Watson, perché? - domando
-semplice curiosità- risponde poggiando il braccio sulla spalla di Violet
-avete sentito degli omicidi? - chiede Mason, se ne esce all'improvviso
-omicidi? - ripeto chiedo stranita. Credo di aver capito male, ma i ragazzi annuiscono
-si, il primo omicidio è stato circa qualche giorno fa e poi si sono susseguiti uno dietro l'altro, tutti hanno la testa decapitata- spiega Liam
Un cuore batte all'impazzata mi concentro su di esso, portando i capelli dietro l'orecchio e ascolto le loro chiacchiere come se fossero sussurri, escludendo i rumori esterni e concentrandomi su una determinata persona... il battito appartiene a Violet.
Non la guardo, penso che abbia perso qualcuno e questo argomento le metta ansia, è meglio cambiare discorso, ma come se mi abbia letto nella mente lo fa Garett.
-come mai ti sei trasferita qui? - chiede
-mia sorella è un grande poliziotto e in questa contea ci sono parecchi omicidi, così hanno voluto averla qui sperando che li risolvesse- mento
-quindi vivi con tua sorella? - chiede curiosa.
Annuisco sperando che la conversazione si chiuda lì-e i tuoi genitori? - continua
-i miei genitori lavorano tanto sono rimasti ad Orlando, e mia sorella voleva esercitare così ci siamo trasferite qui- mento ancora
-e perché ti sei trasferita con lei? - chiede ancora
E prima che possa risponderle gentilmente cercando di non creare sospetti, gli effetti della luna si iniziano a far sentire -e perché mi fai tutte queste domande? - chiedo stizzita
-per conoscerti- risponde guardandomi negli occhi.

Lei non osa spostare lo sguardo, così lo mantengo finché Garrett non le posa una mano sul braccio.

-ok- inizia Mason -voi che lezione avete ora? - chiede, cambiando discorso, in questo momento vorrei seriamente baciarlo per avermi salvata.

***

-sono a casa- urlo per farmi sentire da Aria
-ehi- risponde scendendo le scale
-tra qualche ora sorgerà la luna piena, lo sai sì? - annuisco -ho già preparato tutto... nel seminterrato- continua
-abbiamo un seminterrato? - chiedo
-sì vieni-
Mi conduce nel giardinetto sul retro usciamo dalla portafinestra della cucina, giriamo a destra e mi ritrovo davanti due porte aperte e una lunga rampa di scale, le scendo con cautela dato che anche se c'è il sole non si vede granché.

Una volta a terra accendo la luce. La stanza è vuota tranne per le catene al muro, e un tavolino dove c'è la valigetta del pronto soccorso, dei sonniferi, un bisturi, una bottiglietta, una benda e dello scotch.

L'unica cosa che sembra non essere cambiata era la nostra routine. So che è brutto da dire ma mi sono persino abituata alla nostra strana vita.
-ti incatenerò tra un po' -mi dà i sonniferi che ingoio senza domande. E' meglio sedarmi in queste situazioni. E' per la mia sicurezza.

-Se dovessi svegliarti ti farò perdere sangue fino a farti svenire, ci vorrà un po' dato che guarisci molto in fretta-

Il mare non è tanto lontano da casa ed io corro veloce, se tocco l'acqua mi trasformato ed all'ora nessuno mi impedirà di fare del male a qualcuno o di perdermi nell'oceano.

Aria mi sorride incoraggiante -non c'è bisogno che sei ottimista ok? È una serata dura, e lo sarà perciò mi vado a mettere una tuta e poi aspettiamo – la avviso uscendo dal seminterrato

-E un'altra cosa, non voglio che entri, se io esco lasciami andare, perché l'ultima volta che hai cercato di trattenermi sei quasi morta.-
-d'accordo- annuisce e mi abbraccia.
-Vado a vestirmi- dico salendo le scale, spero solo che segua il mio consiglio.

***

Ho appena preso il sonnifero, mia sorella mi ha legata con le catene al muro. Sta uscendo. Il sonnifero sta facendo effetto, sento gli occhi farsi sempre più pesanti finché non li chiudo.

***

Mi sveglio di soprassalto. Mi viene da vomitare, mi prude tutto, ogni volta è sempre peggio... vorrei strapparmi i capelli ma non ci arrivo, le catene mi impediscono di fare qualsiasi movimento, vorrei gridare ma è come se il mio cervello fosse diviso in due, una parte la comando io, l'altra è il mostro, io e la sirena lottiamo ma vince sempre e solo lei. Sento le unghie che si staccano ma stanno semplicemente crescendo, affilate come artigli, lunghi e appuntiti, quando li sento contro il palmo della mano, perdo il controllo, i denti mi escono dalle gengive come se le bucassero, il sangue in circolo nel corpo non fa altro che corrodermi le vene ogni volta che il cuore batte. Il dolore si espande dalla testa e arriva ai piedi che formicolano come se mille aghi vi ci fossero piantati. Il dolore alla testa è così straziante che non riesco più a vedere niente. E le orecchie vengono stirate da un bruciore assordante.
Improvvisamente tutto tace, non avverto nessun dolore e riesco a vedere benissimo ma non ho il controllo del mio corpo; é come se lo stesse governando un'altra persona. Mi sento leggera e veloce. E ho la gola secchissima, ho sete. Vedo solo il sangue. Ho voglia di sangue. E' caldo, buono e succoso, è come se non ne avessi mai bevuto in vita mia, come se fossi nel deserto da mesi e desiderassi sono un po' di acqua.
Ma io non voglio acqua voglio sangue.
Mi libero dalle catene con forza spezzandole, creando un assordante rumore che riecheggia per la stanza. Percorro la scalinata in modo silenzioso, come se mi aspettassi che la preda salti fuori dal nascondiglio e cerco di aprire la porta, ma anche questa è bloccata da delle catene. Con un po' di sforzo riesco a spezzarle ed esco. Mi fiondo fuori e inizio a correre verso il bosco. Sfreccio tra gli alberi come un fulmine, improvvisamente sento delle voci, ed un profumo buonissimo. Ci sono due ragazzi stanno corredo. A separarci c'è solo un lago.

Prima che riesca a pensarci, vedo le mie mani scivolare nell'acqua, poi le braccia e infine il corpo. Sono così silenziosa e leggiadra che l'acqua non sembra nemmeno percepire il mio passaggio.

Le gambe si uniscono colorandosi di blu, e ricoprendosi di scaglie che partono dalle caviglie fini ed arrivano al petto, lasciando scoperta la schiena. Divento un tutt'uno con l'acqua.

Nuoto un po' fino ad arrivare nell'altra sponda e lascio gli occhi fuori dall'acqua, solo per osservarli, inaspettatamente un ragazzo guarda verso di me, verso il lago e incrocia i miei occhi, solo per un istante, un istante che però mi fa rinsavire.

In quell'istante divento di nuovo me, i rumori si fanno ovattati, mentre il mio cuore incomincia a battere così velocemente che ho paura che esploda. Succede tutto in fretta, improvvisamente, non è più la voglia di sangue a dettare le mie azioni, e nemmeno quella infida creatura che si nasconde dentro di me.

L'unica cosa su cui riesco a concentrarmi è quel ragazzo dagli occhi gialli, e dai denti affilati, che ha liberato la mia mente dal mostro.
I due ragazzi si stanno picchiando... uno cerca di bloccare l'altro. Quello dagli occhi gialli sta per uccidere l'altro, che lo richiama, non riesco a sentire il suo nome, così mi concentro.
-Liam-
Una forte luce lo acceca e mentre lui scappa io svengo nelle acque del lago che mi accoglie, l'ultima cosa che vedo è la luna piena che si riversa maestosa su di me. 

I love you, Liam DumbarWhere stories live. Discover now