Capitolo 4 v

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Avverto una superficie soffice sotto di me, è tessuto. Lo sento con le dita... piano piano schiudo gli occhi e mi guardò in torno. Sono nella mia camera. Il problema è che non ricordo cosa sia successo ieri sera, e nemmeno come io sia arrivata qui.
La porta della stanza si apre e appare mia sorella.

-come ti senti, straniera? - chiede entrando nella camera con un bicchiere di spremuta d'arancia. Mi guarda con sospetto, mentre allungo la mano per prendere il succo. I suoi occhi sembrano così scuri oggi che si confondono con le iridi e sembrano neri.
-assonnata, stordita, come un dopo sbronza, solo che io non mi sono mai ubriacata... che cosa è successo? - mi sorride passandosi una mano tra i capelli, come se facesse fatica a trovare le parole.

Riluttante si sedette sul letto, e inizia a raccontare.

- verso le due ti sei liberata e sei scappata verso il bosco... pensavo che saresti andata in città, sai per il sangue, ma invece sei andata esattamente dalla parte opposta quindi dopo un lungo giro della città ho pensato che avresti voluto raggiungere l'acqua e così sono andata nell'unico a Beacon Hills dove c'è dell'acqua-
Sò già dove vuole andare a parare -la rimessa delle barche-
Annuisce sconsolata.
-ok e poi? -chiedo
-ti ho trovato sulla riva, tutta bagnata e con una lunga coda blu... per fortuna era ancora buio, ma si stava avvicinando l'alba, perciò, quando siamo tornate a casa, il sole stava sorgendo- spiega - ti va di andare a scuola? - domanda cercando una risposta nei miei occhi.

Annuisco, anche se ho mal di testa devo per forza andare a scuola. Ci sono dei lupi mannari e non voglio che loro possano avere il minimo sospetto di me. Si, dato che non mi conosce nessuno, forse nessuno noterà la mia assenza, ma non voglio iniziare il nuovo anno così.
-penso ci siano dei lupi mannari, qui, li ho sentiti parlare di morsi e luna piena- rivelo ad Aria.
-c'è stato un omicidio due giorni fa... sono andata all'obitorio ieri perché mi sembrava strano e volevo vedere il cadavere-
-che hai scoperto? - chiedo alzandomi dal letto. Le mie gambe implorano pietà.
-era un Wendigo
-cosa? Ma non erano tipo estinti o qualcosa del genere?-
Sospira -a quanto pare no
-ok adesso che si fa?
-oh signorinella tu non fai un bel niente
-ma dai sono più letale di te
-si ma io ho una pistola e tu no e poi se io la uso si chiama difesa se tu fai del male a qualcuno si chiama aggressione
-beh ma lo sai che mi difendono solo se mi attaccano- specifico
-no niente discussioni, bevi la spremuta, fatti una doccia vestiti e io ti aspetto giù-
Annuisco, faccio esattamente quello che lei mi ha detto. Come tutte le mattine dopo la luna piena, una bella doccia sembra toglierti di dosso almeno uno strato di polvere nel mio caso anche alghe incastrate tra i capelli.
Una volta finita, mi infilo l'accappatoio, mi guardo allo specchio appannato, ci passo sopra la manica per togliere l'alone.

Come se avessi acceso la luce in una camera buia, i ricordi di ieri sera mi ritornano in mente come frammenti. Ricordo che correvo. Io che entro dentro l'acqua e due grandi occhi gialli. Una potente luce che mi acceca e poi il buio totale.

Più cerco di ricordare più la mia mente me lo impedisce. Mi sento inutile. Voglio sapere cos'è successo, ma sono sicura che sarà difficile.

Cerco di concentrarmi, ma improvvisamente sento le forze abbandonarmi e un forte botto.
***

- appena finisce la scuola ti passo a prendere – mi avvisa mentre apro la portiera.
-Aria, io sto bene ok? -cerco di tranquillizzarla anche se so che sarà inutile
-Katherine tu non stai bene... stamattina sei svenuta in bagno, se ti senti male... anzi no, per qualsiasi cosa chiamami e voglio che mi mandi un messaggio ogni ora così so che stai bene-
-non ti sembra esagerato? - chiedo uscendo dall'auto
-no mi sono preoccupata molto stamattina, continuavo a chiamarti e tu non rispondevi, così sono salita e ti ho trovata a terra, con l'osso del collo spezzato...eri morta-
-abbassa la voce- le sussurro guardandomi intorno.

I love you, Liam DumbarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora