Capitolo 17

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Trenta minuti dopo mi ritrovai fuori di casa, con lo zaino in spalla e una giacca di Liam che gli avevo rubato con la scusa del freddo, l'odore di Liam mi piaceva un sacco. Sapeva di casa. Sorrisi agli eventi di poco prima. Avevamo finito di mangiare in dieci minuti e ci eravamo subito recati sopra a studiare ma purtroppo la mia voglia di studiare si era andata a far benedire e così mentre Liam cercava di concentrarsi leggendo, io gli baciavo il collo e le guance per distrarlo, era divertente e a lui di certo non dispiaceva, ma con il compito forse avrei fatto meglio a studiare. Dopo poco decisi di andarmene perché continuando così nessuno dei due avrebbe preso la sufficienza.

***

Il giorno seguente andai a scuola come sempre, stava diventando noiosa in effetti.
Quel giorno  ci sarebbe stata la partita. Sapevo già che Liam era in ritardo e che l'avrei trovato in palestra. Non volevo disturbarlo così andai direttamente in classe per la lezione di storia.

***

Vidi Liam di rado, trascorsi la pausa pranzo con Mason che mi raccontò cosa era accaduto con Liam in palestra, aveva provato a sollevare 80 kg. Iniziavo ad essere preoccupata per lui, era in ansia e distratto, e quando tra una lezione e l'altra gli avevo chiesto l'orario mi aveva risposto male, non me l'ero presa, perché evidentemente aveva una giornata no, ma il suo comportamento mi pareva strano.
Quando finirono le lezioni, andai a casa studiai e mi preparai per la partita.
Indossai un maglione di cotone bianco e dei jeans neri con degli stivaletti bianchi in pelle. Mi truccai leggermente e mi avviai a scuola a piedi, mentre mandavo ad Aria un messaggio. Fortunatamente l'indomani sarebbe stata dimessa, volevano tenerla solo un giorno in più in osservazione.

***

Arrivai a scuola con largo anticipo, in realtà speravo di salutare Liam prima della partita dato che oggi non ci eravamo proprio visti, mi avviai verso lo spogliatoio, mentre vedevo ragazze con i loro fidanzati, mamme apprensive e ragazzi che correvano verso le macchinette. Vicino alla porta dello spogliatoio maschile fermai un ragazzo che se non sbaglio si chiama Warren e gli chiesi se poteva chiamarmi Liam, lui annuì disinteressato ed entrò.

Nel frattempo mi avvicinai alle macchinette per prendere qualcosa da mangiare. C'era di tutto e di più, ma la verità era che non mia andava di mangiare, così decisi di prendere un succo di frutta. Inserii i soldi e digitai il numero e per disgrazia o per sfortuna la bottiglietta si fermò prima che potesse cadere.

Imprecai e cercai di muovere la macchinetta per farla cadere, ma nulla. Ormai era incastrata, perse le speranze, ritornai vicino alla porta dello spogliatoio per aspettare Liam, che a quanto pare aveva deciso di farmi diventare i capelli bianchi per l'attesa.

Sentì qualcuno toccarmi la spalla. Era un ragazzo, aveva in mano la mia bottiglietta di succo e me la stava porgendo.

-ho visto che stavi litigando con la macchinetta, succede spesso che si inceppi, il trucco è sapere come impedire che ti mangi i soldi- disse con un leggero accento inglese.

Aveva i capelli rosso fuoco e una pelle chiarissima, le sue guance erano piene di lentiggini. Era molto più alto di me, non che ci volesse molto a superarmi. Indossava una maglietta grigia e dei pantaloni neri. Aveva le mani nelle tasche e mi sorrideva in un modo che non sapevo se definire imbarazzato o leggermente malizioso; probabilmente entrambi.

-grazie- gli dissi sorridendo, era stato molto gentile.

- non c'è di che- si grattò la testa, mentre mi rivolgeva un sorriso, che probabilmente usava per far capitolare ogni ragazza ai suoi piedi. Aveva un bellissimo sorriso certo e anche fossette super tenere, ma non reggeva il paragone con Liam, nessuno poteva.

Mi appoggiai al muro, chiudendo la conversazione, leggermente più felice di prima, ero ansiosa di vedere Liam, baciarlo e augurargli buona fortuna per la partita. Pur troppo il rosso, non la pensava come me.

I love you, Liam DumbarWhere stories live. Discover now