Electra's P.O.V

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"Caro mio,
non avrei mai immaginato che sarebbe finita così.
La nostra doveva essere una di quelle storie d'amore che non finiscono mai, una storia così bella e magica da togliere il fiato.
Dovevamo ancora andarci in quella biblioteca, dovevamo cercarlo quel famoso saggio sull'abiura di Galileo"

Continuai a scrivere, benché io sentissi le lacrime affiorare ai miei occhi.

"Prima di conoscerti, amore, il mio piccolo e plumbeo mondo era avvolto intrinsecamente da una badiale nuvola grigiastra, che, di tanto in tanto, si squarciava a mostrare un meraviglioso cielo color fiordaliso, per poi richiudersi sistematicamente."

Sentii che un nodo mi stringeva la gola vigorosamente, lasciandomi incapace di deglutire per almeno un minuto.

"Mi hai insegnato l'arte del saper ascoltare, poiché come ben sai, inizialmente avevo solo intenzione di parlare, e parlare.
Non mi intrigava cosa avessero da dire gli altri, di certo ciò che avevo da raccontare io, per quanto potesse essere squallido o misero, era un centinaio di volte più avvincente.
Ti ringrazio per avermi cambiata.
Dio come ti ringrazio di averlo fatto.
Ora grazie a te, ho convertito l'ascoltare gli altri, nel principale obiettivo della mia vita, e soprattutto, della mia carriera da psicologa."

Mi fermai.
Sapevo che ciò che ero in atto di scrivere mi avrebbe ucciso, o se non altro avrebbe ucciso l'Electra sepolta nei meandri più bui e interni di me.
Sentii risuonare, nell'ampio teatro di costole, quello strumento che ormai temevo di non avere più.
Batté, e batté ancora, come una grancassa.
Ora veloce, ora lento.
Ricominciai a scrivere la mia melodia interiore sulla carta da lettera, fino a farne uscire un triste spartito:

"Ma non posso negare, che più di ogni altra cosa, io ti desiderassi morto".

electra | spencer reidTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang