Psicologa

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"Entrò questa ragazza nel mio studio, alle 16:30 di Martedì 17 Settembre 2017.
Me la ricordo bene. Mi ricordo i suoi jeans color ceruleo e il maglione di lana bianco panna, che scendeva morbidamente sui fianchi. Il suo profumo mi ricordava un campo di rose canine in piena fioritura.
La feci accomodare a sedere sul mio divano di pelle nera francese. Era così pregiato e stava relativamente bene all'interno del mio ufficio.
Quest'ultimo era contornato di quadri e specchi, in modo che i miei pazienti potessero vedere figure, e nient'altro che figure.
Avevo comprato anche tantissimi fiori, riposti in vari vasi appoggiati ovunque all'interno della stanza. Ma il profumo di quella ragazza, spezzava qualsiasi odore primaverile che avevo intenzione di dare al mio ufficio."

Mi sentii quasi male nel ricordare la ragazza.

"Iniziò a parlare, spiegandomi che avesse bisogno di una psicologa perché era essenzialmente sola, e ne aveva passate tante in quei pochi 23 anni di vita.
Era italiana, riuscivo a capirlo dall'accento del suo inglese masticato e dal suo cognome.
Iniziai ad ascoltare ciò che avesse da dirmi in quel preciso istante, sforzandomi di non intervenire nel suo discorso.
Volevo ascoltare i suoi problemi, e cercare di capirli.

Sai, teoricamente sarei vincolata dal segreto professionale, pertanto non potrei raccontarti nei dettagli la sua storia, e non potrei fare nomi. È severamente vietato, come in medicina.
Perché se ci pensi, amore mio, la psicologia è la medicina della mente. Nessun antidolorifico, nessuna operazione potrà mai togliere la malinconia e il dolore psicologico dalle persone. Ma qualcuno che possa ascoltare ciò che si ha da dire, qualcuno che possa comprendere il male che si prova, ecco, quello è il più grande rimedio.
Così la ascoltai, giorno dopo giorno, seduta dopo seduta. E in breve tempo, instaurammo quello che si può definire un rapporto prezioso.
Non credo di averti detto fin ora come si chiamasse questa ragazza, perdonami, sono distratta e ho la testa fra le nuvole.
Alexa, Alexa Rossi."

electra | spencer reidWhere stories live. Discover now