Coscienza sporca

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David Rossi's POV

"Stiamo facendo del nostro meglio, lo troveremo"-continuai ad auto convincermi sebbene il mio subconscio mi circondasse di pensieri negativi, che conducevano tutti ad una stessa risposta orribile che mi rifiutavo di accettare.

La sedia di Spencer era vuota da una settimana, una settimana di costanti ricerche da parte della squadra della BAU, che non si sarebbe data per vinta senza prima aver trovato il ragazzo meraviglia incolume.

Tutti noi ci trovavamo persi senza lui, a partire da García, l'analista stravagante con alcune ciocche di capelli rosa, che non smetteva di guardare la tazza a forma di polipo che Spencer le aveva comprato per il suo compleanno.

Proseguendo fino a Morgan, che considerava il nostro dottore come il fratello che non aveva mai avuto.

Jennifer Jareau, meglio conosciuta come JJ, era sconvolta all'idea della scomparsa del suo migliore amico e padrino di suo figlio Henry.

Io sapevo solo che questa situazione era diventata insostenibile, e che se non avessimo trovato Reid sano e salvo, sarebbe stato il colpo di grazia per tutti.
Avremmo dato le dimissioni l'uno dopo l'altro.

"Cosa abbiamo?"-chiesi a Penelope García, che nel frattempo ancora fissava la simpatica tazza leggermente scheggiata.

"Solo l'SMS di Spencer a Derek, nient'altro"-rispose lei giù di tono.

"Non riesci a tracciare l'indirizzo IP?"-continuai ad insistere, premendo un po' troppo forse.
"Già fatto"-iniziò lei-"ma il segnale rimbalza in più reti diverse e non riesco a capire quale sia quella reale".

"Forse dovremmo testarle tutte, o almeno provarci"-Derek Morgan arrivò con un bicchiere di polistirolo in mano colmo di caffé fumante americano.

"Sono più di 200, non abbiamo tempo"-contestò García mordendosi con forza il labbro inferiore.

"Prova con questo numero allora"-Derek porse a Penelope il suo telefono -"è il numero della fidanzata di Spencer".
"La cosa?! Quel ragazzo non smetterà mai di stupirmi"-pensai tra me e me. Ovviamente aveva ammesso la sua relazione solo con il suo migliore amico, persino JJ ne era all'oscuro e sentendo quelle parole aveva spalancato la bocca di almeno 4 centimetri.

"Fammi controllare"-sentenziò Penelope torturandosi le dita, per poi digitare una marea di tasti sul computer a me sconosciuti, aprendo delle pagine Internet insolite.
"Speriamo solo che il telefono della ragazza sia ancora acceso, incrociamo le dita"-sussurrò JJ accavallando le gambe.

"Santa madre degli unicorni! Non è possibile, non c'è segnale"-iniziò a sbraitare García battendo i pugni sul tavolo rotondo della sala riunioni. "L'utente Alexa Rossi non è raggiungibile, o ha il telefono spento" concluse poi alzandosi.

Non mi resi neanche conto del resto del discorso, poiché sentendo "Alexa Rossi" raggelai.
La mia Alexa? La mia bambina rimasta in coma dopo l'incidente? Era ancora viva? La madre non mi aveva detto niente?
"No"-pensai-"impossibile".

Il pensiero mi logorava, tanto che dovetti lasciare quella stanza al più presto.
"Scusate"-sentii Aaron Hotchner, il capo della squadra, seguire i miei passi velocemente.
"Rossi?"-mi chiese corrugando la fronte.
"Lo sai, lo sai"-alzai gli occhi al cielo sentendoli inumidire di colpo.
"Non sai se possa essere lei, capito?"-tentò di rassicurarmi con un tono paterno, nonostante fossi più vecchio di lui.
Iniziai a balbettare un po'-"Vorrei che fosse lei, vorrei tenere mia figlia tra le braccia ancora come tanti anni fa. Ma se dovesse essere lei, davvero, non vorrebbe neanche più vedermi. Mi eviterebbe, mi disprezzerebbe per non averla cercata e soprattutto per avere abbandonato lei e sua madre".

"Il tuo comportamento non sarà stato sicuramente dei migliori"-mi mise una mano sulla spalla destra-"ma ognuno reagisce in modi differenti al lutto: c'è chi si dispera e chi va avanti, e chi va avanti può ricominciare una nuova vita o tenersi la medesima. Alle volte non ci rendiamo bene conto del perché lo facciamo, ma tendiamo a comportarci come crediamo meglio per noi."

Hotch, un'altra volta, aveva ragione.

electra | spencer reidWhere stories live. Discover now