Istinti profondi

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Martedì 14/10/17

Il fresco vento autunnale cominciò a restringere i vasi capillari del mio viso, completamente scoperto.
Mentre stavo camminando, mi aggiustai la sciarpa lanosa poco sopra il naso e cominciai ad alitarvi dentro per riscaldare la mia pelle.
Percorsi a passo celere le fogliose vie di Quantico per potermi ritrovare in tempo al lavoro.

Appena arrivata fuori dal mio ufficio, mi accesi una Dunhill rossa, che mi ricordò immediatamente te, ancora una volta.
Ormai fumavo solo quelle sigarette, da quando tu mi passasti il tuo vizio nel 2000.

-Ne hai una anche per me?
Sentii una voce familiare dietro le spalle, e mi girai di scatto, ancora intenta ad aspirare il fumo.
Era Alexa Rossi.

-Certo- tirai fuori una sigaretta dal pacchetto e gliela porsi con la punta delle dita gelate.

La prese e l'accese con un clipper giallo fosforescente -Grazie.
-Figurati- risposi.

Avevamo raggiunto un grado di rapporto strano. Non era un rapporto professionale, no di certo, dal momento che durante le nostre sedute parlavamo di tutto.
Tuttavia sentivo che ancora nutriva un qualche strano rispetto nei miei confronti che non le permetteva di aprirsi totalmente.

-Freddo oggi eh?-cercai di allentare la tensione della conversazione.
-Sì, decisamente.
Espirai il fumo. -Come va con Spencer? So che dovrei chiedertelo in seduta professionale ma prendila come una chiacchierata tra amiche.-
-Oh...tutto bene- esitò un po'.
-Sicura?
-Il fatto è che mi piace, lo sai, ma ho paura.
-Di?
-Tutto, Electra, di tutto. Partendo dal fatto che ha 10 anni più di me, poi sicuramente non è interessato.

Sembrava abbastanza sconsolato il tono della sua ultima frase.

-I ragazzi sono tutti degli emeriti bastardi- iniziai a parlare pensandoti e lasciando spazio ad ogni mio pensiero su di te, Augustus -non sai mai cosa hanno intenzione di fare, e quando provi a capirlo e ti avvicini alla soluzione cambiano intenzione.

-Beh grazie del conforto- iniziò a ridacchiare. Evidentemente pensava che io scherzassi.
-Oggi vieni alla seduta?
-Veramente...sono passata per dirti che oggi non ci sarò. Ho una sottospecie di "appuntamento non appuntamento" con Spencer alla biblioteca. Mi aiuta con un saggio. Te l'ho mai detto che ha un Q.I. di 187?

-Impressionante.
Il mio tono di voce si fece freddo e distaccato, ormai anche i miei pazienti mi davano buca per gli uomini.
Uomini, solo stupidi e meschini esseri.

"Quando Alexa annullò la seduta per andare in biblioteca con Spencer mi ricordai che quello era l'unico posto dove noi non eravamo ancora stati.
L'unica cosa che mi ricordo ti affascinasse più di te stesso era l'astronomia.
Copernico, Keplero....
Dovevamo ancora andarci in quella biblioteca, dovevamo cercarlo quel famoso saggio sull'abiura di Galileo."

Espirò e tossì leggermente. Era chiaro che non fumasse da molto, o azzarderei l'ipotesi che non lo avesse mai fatto prima di quel momento.
Molto probabilmente la sua gola stava ancora pizzicando un po', poiché aspettò un po' prima di chiedermi -Hai qualche consiglio da darmi? Non come psicologa, ma come amica.-

Ne rimasi stupita. 'Amica'. Non mi era mai capitato di intrattenere questo genere di rapporto con i miei pazienti, e a dire la verità in quel periodo della mia vita non avevo neanche amici veri e propri.
'Amica'. Riflettei ancora un po' su quella parola a me quasi avversa.

-Non devi farti troppe aspettative- iniziai -cerca di rimanere razionale, nel caso dovesse rifiutarti.
-Frena, frena- indietreggiò di un passo -non ho mica intenzione di dichiararmi...non oggi almeno.
Pareva essere spaventata dall'idea di essere rifiutata, e io la comprendevo.
Per tutta la sua vita aveva vissuto la sofferenza dell'abbandono del padre, e questo le era parso analogo a un rifiuto.
Sebbene stesse iniziando durante il nostro percorso psicologico a prendere visione del perché suo padre l'avesse abbandonata, sembrava ancora non aver deglutito la faccenda appieno.

-Dovrai scoprirlo prima o poi, no? Meglio prima che dopo.-
Cercavo di dare dei consigli che sembravano essere più utili a me stessa che a lei.

-Hai ragione, ti farò sapere.
Si congedò con un caldo sorriso che contrastava la fredda giornata, e se ne torno sui suoi passi, gettando il mozzicone di sigaretta per terra.

electra | spencer reidWhere stories live. Discover now