Lettera - Giorno 1

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Volevo ringraziarvi di cuore per tutti i commenti lasciati nel capitolo precedente. Spero che la storia continui a piacervi e non vi annoi 🙏🏽


William è appoggiato al muro dal quale non si è spostato per tutta mattina. Respira a fondo. Non ha dormito molto. Ha preferito restare fermo e riflettere.

Trenta giorni.

Trenta giorni e la sua vita finirà. Ha trenta giorni per ragionare sul modo in cui potrà salvarsi. Fuggire per l'ennesima volta. Tornare in libertà e continuare a fare ciò che più lo diverte.

Uccidere persone.

Uccidere padri. Abbandonare mogli, figli, senza marito, senza genitori, senza un parente che in tanti pensano sia fondamentale.

Ma per William non lo è mai stato. Non è mai servito a nulla. Una sera non è tornato a casa e nessuno ha più saputo niente di quell'uomo.

Alza lo sguardo, quando sente le sbarre della cella sua e di quella della ragazza, venire mosse.

"Buon appetito, splendidi rifiuti di galera"

Esulta la capoguardia. Una donna, sulla trentina di anni, bionda, alta, con gli occhiali. Si abbandona ad una risata sarcastica, mentre le due guardie che l'hanno accompagnata (due maschi), aprono le celle, lasciando davanti ai due, due vassoi con cibi diversi:

"Perché a me così poco?"

Sbotta la ragazza:

"Perché, mia cara principessina Giulia. Tu non meriti niente. Niente! Te e quei coglioni che appoggiano le tue cazzate e che presto prenderemo e marciranno alla medesima tua maniera..." Le sorride, ironicamente, la capoguardia: "...ah a proposito ho un regalino per te." Le sventola davanti una lettera che le ragazza segue con gli occhi, ipnotizzata:

"Uno dei tuoi luridi amici criminali ti ha scritto una letterina, la vogliamo leggere?" La scarta dalla busta e la carcerata sbarra gli occhi:

"Dammela! Non leggerla!"

"No?" Ciondola leggermente, prendendola in giro: "E perché mai?" Legge il mittente: "Ma chi è questo <Luca>? Il tuo fidanzatino? Mi pare proprio di sì"

"Lù..." Si morde le labbra Giulia, prima di scattare verso la porta della cella, ma le catene ai piedi la obbligano a restare ferma e ancorata a terra: "Dammela! Non permetterti di leggerla!"

"Non posso leggerla? Uh che peccato. Allora non la leggeremo. Va bene."

La sta passando attraverso le sbarre, ma, non appena Giulia la sta per prendere, la tira nuovamente a sé:

"Volevi eh? Tieni"

La strappa in vari pezzi, sotto gli occhi scossi della ragazza, sparpagliando i pezzetti per terra, facendone finire alcuni nella cella di lei, alcuni nel corridoio e altri nella prigione di Nayt, che osserva la scrittura piccola, sconnessa, a tratti anche cancellata, di questo "Luca":

"Ops."

La prende in giro, ancora:

"Non volevo"

Ride:

"Muoviti a mangiare, anche se hai tutto il tempo, perché non hai molto altro da fare"

Si allontana, con le due guardie, continuando a ridere.

William riserva un leggero sguardo alla ragazza che si allunga, tentando di raccogliere tutti i pezzi della lettera, tirando fuori la mano anche dalla cella, per prendere i pezzi abbandonati nel corridoio.

Li mette insieme, tentando di dare forma alla lettera, notando come manchino ancora almeno quattro o cinque pezzi.
Tenta comunque di interpretarne un messaggio.

La verranno a prendere.

Luca ha assicurato che lui e i suoi amici si stanno mobilitando per tentare di salvarla:

"Non morirai in un carcere.
Se devi morire lì, moriremo insieme"

Sorride a quel messaggio e a quella promessa. Ma sa che il messaggio aveva più corpo, più elementi, più testo, ma con questi pezzi mancanti non può comprendere le parti fondamentali.

William ha le parti mancanti e, senza farsi vedere, le avvicina coi piedi, tenendole nascoste dal suo sguardo.

Non è il momento adatto per dargliele. Lo sa bene. Conosce quella prigione. Conosce quella donna. Il loro inferno è appena iniziato.

Perché sa che non o subirà solo la ragazza, ma, che lo voglia o meno, la cosa si ripercuoterà anche su di lui e sulla sua persona.

Prende un gessetto e inizia ad incidere una piccola parte della sua cella.


Giorno 1.30

Il sole smette di splendere quando
noi smettiamo di dargli attenzioni.
La stessa cosa vale con le persone.

Tra le sbarre della mente | NaytDove le storie prendono vita. Scoprilo ora