Un colpo dove fa più male - Giorno 20

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Mancano 10 giorni aiut D:


Giulia è tutto il giorno che non parla con William e lui la osserva mentre fa sport. Non se l'aspettava di trovarsela persino in palestra, non aveva mai notato facesse sport.
Le gira un po' attorno, mentre osserva gli altri detenuti fare sport.

Sobbalza, quando qualcuno gli arpiona il polso, tirandolo indietro, in un luogo più isolato e spalanca gli occhi trovandosi di fronte l'amico di Giulia, Mario che lo guarda arrabbiato, legandosi le mani in un paio di fasce rosse.

William sa che lo sta per picchiare, lo sa benissimo. Ma ricorda che è un uomo e che scappare è da codardi e lui è tutto fuorché quello.

Si mette in posizione difesa e Mario sorride:

"Vedo che hai deciso di farti riempire di botte senza scappare"

Scrolla le spalle, scrocchiandosi il collo a destra e a sinistra e stringe le mani, abbassando le braccia e pronto a caricare il primo pugno:

"Impari a trattare male una persona che ti vuole bene come la mia piccola Giulia"

E il colpo gli arriva in fretta, colpendolo William in pieno petto, facendogli sbarrare di colpo gli occhi e stringendosi la pancia dopo il colpo, facendolo cadere in ginocchio:

"Che tu sia muto o meno a me non cambia. Non ti farò più male del dovuto perché non puoi urlare, ti farò ciò che avrei fatto a qualunque altro stronzo."

Nayt respira, cercando di trattenere il dolore e alzandosi poco dopo, tenendosi il torace con una mano e caricando, senza problemi, l'altro pugno, colpendo in pieno viso il pugile, non pronto.
Mario si passa una mano sulla guancia, osservando il sangue e pulendosi le labbra:

"Certo che sei piccolo di statura, ma picchi come un forsennato, mi piace, sarà più divertente come scontro"

Tira le labbra in un ghigno, pronto a ricaricare i colpi e lo scontro continua per un po'.
William è al tappeto in fretta, mentre Mario è più allenato, si vede che lo fa di sport e Nayt è consapevole che non potrà mai abbatterlo da sé.

Mario stringe il pugno, al punto di farsi sbiancare le nocche, colpendo, definitivamente William che deve appoggiarsi a una parete per non crollare:

"Tu non sai quanto male ci è stata Giulia, mi ha praticamente obbligato a considerarti nel piano, quando per me sei un detenuto come un altro e non me ne frega un cazzo di te. Non mi interessa che cosa ci abbia trovato in uno come, tu non ti devi permettere di farla soffrire. Ed io farò in modo che tu non possa avvicinarti ancora a lei per un bel po'"

Carica un altro colpo e William sa che non lo reggerà, inizia a concentrarsi sull'idea di restare cosciente e lucido, ma ringrazia, quando sente una voce:

"Mario? William? William! Mario che cazzo stai facendo. Fermo!"

William si lascia cadere, mantenendosi sulle ginocchia con un pugno a terra, gettando un veloce sguardo a Giulia che sta guardando il suo amico interdetta e sbigottita:

"Nessuno deve farti star male, te lo avevo promesso. Il primo che ti fa star male lo gonfio di botte, lui ne è l'ennesima prova"

Lo indica con il viso, sotto lo sguardo scosso di Giulia che annuisce semplicemente:

"Grazie, ma...io penso tu abbia esagerato. Dimmi che è vivo"

"Purtroppo..."

Scrolla le spalle e Giulia lo gela con lo sguardo, obbligandolo ad allontanarsi e sedendosi davanti a William:

"Dimmi che sei vivo..." Gli stringe il viso: "Mario è un pugile, è come un migliore amico ed un fratello. Io non sapevo, lui non doveva, perdonami. Dimmi che stai bene, per favore. Dimmi qualcosa, come puoi, ti prego"

È preoccupata e Nayt lo sente. Incrocia i suoi occhi e restano a fissarsi per un attimo e lo sguardo di William cade per un attimo sulle labbra secche dall'ansia e dalla preoccupazione di Giulia e vorrebbe bagnarle e inumidirle, ma sa che non è il momento. Alza il braccio non tenuto per l'equilibrio e circonda le spalle a Giulia, stringendola a sé.

Giulia circonda la schiena del ragazzo, accarezzandogliela:

"Mi dispiace tanto William, non volevo che ti picchiasse, non pensavo esagerasse così. Non è così violento, è la prigione a renderlo così, non dovrebbe essere così, ti prego, scus..."

"Va tutto bene, sto bene"

Sussurra lui, sospirando pesantemente, prima di crollare, privo di forze ed esausto, tra le braccia di lei.


Giorno 20.30

I colpi fanno male, che siano fisici
o mentali, fanno male. C'è
differenza. Differenza rispetto a
chi li dà, a chi li riceve, a causa di
chi e nel motivo che ha scatenato
questi colpi.
Sono colpi, ma sono diversi.
Da uno fisico di riprendi, ti riprendi
magari dopo giorni, mesi o, magari,
anche anni, lunghi anni, ma ti
riprendi, sono come i temporali,
potranno essere lunghi, ma ci sarà
sempre il sole dopo. Mentre quelli
mentali, non basta una vita intera
per superarli, sono un po' come un
incidente aereo o navale, nel quale
tu sopravvivi e gli altri no, nel quale
non tutti i corpi riescono ad essere
ritrovati o identificati. Tu potrai anche
andare avanti, ma sentirai per sempre
quel colpo sulla tua pelle.

Tra le sbarre della mente | NaytDove le storie prendono vita. Scoprilo ora