A denti stretti - Giorno 17

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Penso sia ora di dirvelo: in questa storia c'è un piccolo easter egg, una piccola sorpresa nascosta insomma, vediamo se qualcuno di voi riesce a trovarla ;) Avete ancora 14 capitoli per trovarla.


Nayt si sposta da un lato quando nota Mario in piedi, al centro della mensa che apre un braccio (poiché l'altro è fasciato) stringendo a sé Giulia che gli corre incontro, sotto le grida delle guardie che la cercano di obbligare a farla tornare al posto.

William supera la scena, avvicinandosi al bancone e facendo il segno del "due" con le mani, indicando la ragazza. La cuoca sbuffa, alzando gli occhi al cielo e prepara due vassoi:

"Non siamo ad un ristorante caro Mezzanotte, vedi di essere educato"

Nayt annuisce, prendendo tra le mani i due vassoi e intercettando, con lo sguardo, il posto dove già ha preso posto Mario, anticipando i due e poggiando il vassoio suo e della ragazza, sul tavolo.
Inizia a mangiare non appena i due ragazzi tornano a sedersi, non smettendo di parlare:

"E niente Giuly..." Inizia Mario, allungando le labbra in un sorriso e portandosi un dente al labbro superiore, alzandolo: "Ho perso metà dente contro quel lavandino" Ed effettivamente il dente è scheggiato"

"Dai, Mario, che schifo, mi fa impressione lo sai"

Si copre gli occhi Giulia, sorridendo, ben più rilassata di vedere il suo amico stare meglio e anche William lo è.

Vederla felice gli migliora le giornate.

Ciò che però, rovina quell'attimo, è una guardia che si avvicina al tavolo:

"William Mezzanotte, sei pregato di seguirmi, devo portati dal capo."

Nayt si gira di colpo, sbarrando gli occhi con rabbia, ma non è preoccupato, lo è poco, solo non capisce che succede e anche Giulia sta seguendo la conversazione, lei seriamente spaventata:

"Dobbiamo darti informazioni su ciò che accadrà tra pochi giorni. Ricordi? La sedia elettrica, dubito tu ti sia dimenticato"

William stringe tra le mani la forchetta e Giulia, senza farsi vedere, gli appoggia una mano sulla gamba, come per tranquillizzarlo. Mano attorno alla quale si stringe quella calda di Nayt, accarezzandogliela, come se fosse lei quella agitata e non lui il prossimo a morire.
William si alza, lasciando la mano fredda di Giulia e da un ultimo assaggio alla sua colazione per poi abbandonare tutto lì, seguendo la guardia e gettando un ultimo sguardo alla ragazza.

Raggiunto l'ufficio dove è stato interrogato, viene ammanettato al tavolo, in modo che, comunque, possa avere libertà con le mani, davanti alle quale appoggiano la lavagnetta:

"William, William caro, ti stai un po' adagiando sugli allori con questa prigione. Pensi che non seguiamo i tuoi movimenti? Non ti ricordi che tra pochi giorni sarai come questo palloncino?" E gli mostra un palloncino rosso, per poi scoppiarlo con una puntina:

"Reso l'idea?" Domanda il capo: "Come sono simpatico, non trovi?"

Nayt non risponde, non ha emozioni:

"Che ragazzo problematico che sei piccolo William, come rovinarti definitivamente la vita. Hai ventiquattro anni, venticinque, boh, neanche mi interessa. Condannato alla sedia elettrica, con diversi morti sulla coscienza e chissà quanti omicidi non riconosciuti ancora. Ma non ti fai schifo?"

Alza la voce, alzandosi, mentre William allunga le labbra in un ghigno, prendendo a scrivere con il gesso:

"Perché tutta questa rabbia? C'era anche suoi padre tra gli omicidi? Sennò sarà il prossimo non appena mi leverò dal cazzo"

"L'unico motivo per cui ti leverai dal cazzo sarà la morte. Quella che ti meriti. Tu non meritavi neanche di nascere, fai schifo, le persone come te devono morire sole o davanti a tutti in una piazza, morire, a morte!"

Nayt non smette un attimo di sorridere, quelle frasi non gli hanno mai fatto effetto, sempre tutte uguali, tutte noiose, monotone, ripetute mille e mila volte da chiunque, come se potessero cambiare qualcosa.

"Smetterai di sorridere quanto ti dirò che la tua bella Giulia è prossima a fare una fine del genere?"

Torna serio, alzando un sopracciglio, confuso e spaventato. Che significa? "Fine del genere"?
Il capo sorride:

"Ah smetti di fare lo sbruffone eh? Eh piccolo William, sapessi quanto è profonda la legge italiana e quanti buchi d'acqua ha, sapresti anche che a nessuno frega nulla di voi, che davanti alla legge siete tutti uguali e che uno come te, che ha spezzato una vita dopo l'altra, può essere paragonato ad una spacciatrice che rapina banche con il fidanzatino.
Verrà condannata a morte anche lei, ma lo saprà pochi giorni prima e tu non dovrai dirle nulla o farà questa fine molto prima"

"Quando la condannerete?"

"Forse due giorni prima di te"

"Luridi bastardi!"

William si alza di colpo, tirando le manette e facendo agitare il capo che richiama subito le guardie:

"Tenetelo! Tenetelo! Si sta scatenando!"

Ma Nayt non sente più nulla, sente solo l'ansia salirli al pensiero che Giulia possa rischiare la morte quando è innocente. Non lo permetterà. A lei non accadrà nulla.

Mai nulla.

Finché lui sarà lì.


Giorno 17.30

Non permettere mai alla paura
di controllare la tua mente,
mantieni la calma, respira, chiudi
gli occhi e analizza ciò che hai
attorno. La paura tende a
renderci ciechi, come quando si
è innamorati, solo che è molto
più negativo. A causa della paura
non facciamo salti che potrebbero
cambiarci la vita, lanciarci la
 carriera; non diciamo cose che
potrebbero mischiare tutte le
carte in tavola, ribaltare il gioco.

Quando permettete alla paura di
dominare sulle vostre emozioni,
avete perso in partenza una gara
contro voi stessi.

Tra le sbarre della mente | NaytDove le storie prendono vita. Scoprilo ora