Il braccio di William ricade nella cella di Giulia, senza dire nulla, e lei, in silenzio, gli prende la mano, poggiandola sulle sue gambe e accarezzandogliela, mentre lui gli stringe la pelle tra le dita fredde:
"Come stai?"
Nayt non la guarda, le passa il pollice sulla pelle, appoggiandosi con il viso alle sbarre. Si guarda attorno, sicuro che nessuno lo circondi e parla a bassa voce:
"Come vuoi che stia? Tra tre giorni morirò, inizio ad avere un po' d'ansia. Sai che alcune persone non sono morte alla prima scarica? Se non dovessi morire alla prima e neanche alla seconda? Quanto soffrirei?"
"Tu non soffrirai. Scapperai con me, va bene?"
Nayt scuote la testa:
"Devo restare, non voglio uscire, è giusto che io muoia qua"
"Non lo è..."
"Shh..." Sussurra lui, stringendole la gambe tirandola maggiormente verso le sbarre: "Stammi vicina, mi basta questo ora, ho bisogno di sapere che ci sei e che non mi devo pentire di starti parlando"
Giulia tace, appoggiando la sua mano su quella di William e stringendogliela. Lei ci sarà sempre, ci sarà sempre per lui:
"Ti salverò"
"Non voglio essere salvato, credimi, non lo merito, non insistere, a me basta che mi stai vicino ora" Poi la guarda, prendendole la mano nella sua: "Oggi che sono finito, mi stringi la mano al patibolo"
Giulia lo guarda, scioccata da quella frase: "La conosci, vero, questa canzone?"
"Certo"
"Se avessi la possibilità di ricominciare, oltre a desiderare di conoscerti, penso vorrei incontrare loro due, presentarmi, entrare nella loro etichetta, conoscere il loro capo, cantare con loro, sai che sogno? Far conoscere a tutti la mia musica"
"Tu riuscirai, ti porto via"
Gli bacia la mano e dopo Nayt passa ad accarezzarle il viso, per tranquillizzarla e portarla via da quei pensieri. Vuole distrarla, non vuole che pensi che dovrà portarlo via, prima di tutto deve evadere lei, non deve rischiare:
"Ti affido tutti i testi scritti in questi giorni, portali con te, fai in modo che qualcuno li canti, anche i tuoi amici...tienili per te se vuoi, mi basta che li leggi tu" E le passa alcuni fogli: "Te ne darò un paio ogni giorno, leggili"
Giulia apre il foglio e osserva le scritte, sorridendo:
"Dopo un bacio sai che ne voglio un altro?"
Lo guarda e William sorride:
"L'ho scritta stanotte, mentre non dormivo, ti guardavo mentre eri nel mondo dei sogni e mi ha ispirato l'avvenimento di ieri"
Giulia gli sorride e William le stringe il viso, avvicinandola:
"Me lo dai un altro bacio? Potrebbe essere l'ultimo"
"Non lo sarà"
Si avvicina e riesce a baciarlo, nonostante le sbarre:
"Vorrei baciarti per tutta la vita, a tutte le ore, tutti i giorni, ovunque, perché la vita fa così schifo?"
"Non lo so"
"Domani Mario ti aggiornerà sui piani, dimmi che avete deciso che vi aiuto a fuggire"
"Verrai con noi?"
Gli domanda, preoccupata, a pochi centimetri dalle labbra di William, lui scuote la testa:
"Non voglio scappare, smettila di chiedermelo per favore!"
Le risponde nervoso, alzandosi e sbuffando, abbandonandola lì, come non faceva da un po'.
Giorno 27.30
Non fatevi mai dominare dall'orgoglio,
dividete sempre amore e amicizia,
parlate sempre se vi sentite strani,
piangete e non vergognatevi.Evitate il silenzio in una relazione,
che sia amicizia o amore, perché i
silenzi possono essere fuoriluogo,
dividono e creano muri.E i muri sono impossibili da abbattere
dopo un po', ne resteranno sempre
molte macerie.
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Tra le sbarre della mente | Nayt
Fanfiction"Tu non hai paura della morte?" Domanda la ragazza, tentando di attirare l'attenzione dell'altro detenuto, stretto nelle sue gambe, con la lavagna su queste, ma non intenzionato a scrivere: "Sai...un mio amico canta "Ho paura della morte, sì, ma del...