A nudo - Giorno 12

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Nayt stringe i denti quando l'ovatta, imbevuta di disinfettante, gli viene premuta su una ferita sul gomito, agitando il braccio, allontanando l'infermiera:

"Se imparassi a trattenere la tua rabbia, forse non saresti qua ogni giorno praticamente, e potresti goderti la colazione"

William alza gli occhi al cielo, passandosi una mano tra i capelli e sbuffando, mentre la donna gli circonda il braccio con una fascia, coprendogli un taglio riaperto:

"Devi smetterla di innervosirti. Non sai controllarti?"

Nayt si morde l'interno guancia, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni.
Deve mantenere la calma, non agitarsi, oppure non si controlla e lo sa bene:

"Tanto cosa ti aspetti?"

Lo deride l'infermiera, sistemando le garze non utilizzate e gettando via l'ovatta:

"Pensi forse che potrai trovarne un'altra come lei?"

Nayt sbarra gli occhi, alzandosi di colpo e buttando alcuni oggetti a terra dalla rabbia e dal nervoso, facendo voltare di colpo l'infermiera e facendo intervenire le guardie che lo bloccano per i polsi, ammanettandolo:

"Che è successo?"

"Non ne ho idea..." Si finge spaventata la donna, portandosi una mano sul cuore: "...si è agitato di colpo, vi ringrazio che siate intervenuti"

Le guardie fissano leggermente Nayt, ma senza considerarlo troppo, mentre l'infermiera lo guarda e William sa. Sa che finge, ma deve restare calmo, per non finire di nuovo in isolamento.

"Scordati i pasti, oggi!" Viene avvisato mentre viene rinchiuso in cella: "Aggredire una delle poche persone che ti sta aiutando, è imbarazzante, già hai poche persone che ti aiutano, nessun amico, e in più rifiuti pure persone. Fortuna tra un po' lascerai questo mondo"

Sputa una guardia, per poi allontanarsi con il suo socio nel momento in cui notano i prigionieri tornare nelle loro celle, scortati da altre guardie che chiudono immediatamente le celle.
Non appena Giulia si siede vicino alle sbarre, William le si siede vicino, allungandole un braccio nella cella della ragazza sulle sue gambe:

"Sistemami la fasciatura, che quella stronza non lo sa fare"

Recita la lavagna e Giulia annuisce, riaprendola sul braccio e tentando di legarla meglio, senza stringere troppo:

"Dobbiamo trovare un modo per farti essere meno nervoso, vorrei vederti qualche volta a colazione...e non portarti sempre qualcosa io"

Gli allunga un pezzo di pane e Nayt lo prende, mangiandolo immediatamente:

"Grazie"

"Che è successo con quella donna? Ho sentito qualcosa dalle guardie che ti hanno scortato"

"Parla troppo"

"Compensa ciò che non fai te" Lo prende in giro ironicamente e William scuote la testa, accennando ad un sorriso:

"Novità sulla tua fuga?"

"Nostra, sto parlando anche di te a Mario, ha detto che secondo lui è una cazzata, ma vedrà che riesce a fare. Mario è un genio in queste cose"

"È tuo parente?"

"Migliore amico"

Nayt annuisce con il viso, senza emettere suoni. Si fa sistemare anche le restanti fasciature, accarezzandosi poi le braccia:

"Quanti tatuaggi che hai..."

"Li noti solo ora?"

"No, ma ho notato che sulle braccia non li hai...tutti inerenti alla musica"

"Mi piace la musica

"Scrivi?"

"Scrivevo, quando mi sentivo più libero, poi ho scelto una strada diversa e va bene così"

"Vorrei che mi cantassi qualcosa un giorno"

"Magari te lo scrivo e basta"

Giulia sospira, scuotendo la testa, divertita:

"Vorrei tanto sentire la tua voce un giorno, anche solo per una frase"

"Sognare fa bene"

"Idiota"

Lo deride, per poi alzarsi:

"Dove vai?"

"Ho lezione stamattina, sto seguendo un piccolo corso con Mario, così possiamo andare avanti nel nostro progetto" Gli fa l'occhiolino, facendogli intendere: "Ci vediamo dopo pranzo" Gli dice, dopo aver preso il libro che legge da un paio di giorni e venendo richiamata dal gesso che batte sulla lavagna:

"Comunque hai un bel culo"

Alza gli occhi al cielo: "Lo noti solo ora?"

"No, ma ho notato ora quanto è bello"

La prende in giro, riprendendo le sue parole, mentre lei scuote la testa, un po' stranita. Lui sorride, semplicemente.


Giorno 11.30

Sognare è gratuito, non costa
niente, non disturba nessuno,
eppure la gente pare non
saperlo fare o si sente in dovere
di rovinare i sogni altrui, forse
perché incapace di sognare.
Perché rovinare i sogni altrui
e non crearsi il proprio?
Ci lamentiamo dei prezzi delle
cose, poi ci dicono che sognare
è gratuito e non sappiamo
sfruttare quest'occasione
che tutti, indipendentemente
da tutto, abbiamo.


Tra le sbarre della mente | NaytDove le storie prendono vita. Scoprilo ora