Involucri di paura - giorno 2

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I tacchi della capo guardia fanno svegliare William dal primo riposo che si è concesso da quando è dentro.

Resta immobile nel letto, nella sua amata penombra e osserva attorno a sé.

La donna neanche considera la sua cella, ma si ferma davanti a quella della ragazza che, esattamente come lui poco prima, sta dormendo, stretta nelle coperte.
La donna allunga le labbra in un sorriso malizioso e colpisce le sbarre di colpo, facendo sobbalzare la carcerata:

"Avanzo di galera, ho una bella notizia per noi..." E alza leggermente lo sguardo: "...e brutta per te"

Giulia si alza, scatta con quella frase, avvicinandosi alla porta della cella, allarmata:

"Che significa?"

"Sai, mia cara principessa che sembra nata ieri, uno dei tuoi amati scagnozzi o amici o colleghi..." Fa una pausa, per trovare un altro soprannome: "...futuri avanzi di galera"

"Non osare chiamarli così!"

Si irrigidisce lei:

"No? Peccato che uno lo stia diventando?"

"Che significa?" Alza la voce, stringendo le sbarre e la donna ride, facendo un cenno verso il fondo del corridoio, dove appaiono due guardie che stringono le braccia ad un ragazzo.

Giulia sbarra occhi e bocca.

Non è possibile...

Si ripete, non è possibile che un suo amico sia stato preso:

"Questo ragazzo, che tu conosci bene ne sono certa, ha tentato, insieme ad altri che purtroppo sono fuggiti, di entrare in prigione e liberarti, illusi"

Ride lei e fa cenno di portare il ragazzo davanti a lei. Quando si trova esattamente di fronte a lei, diviso solo dalla cenna, la fissa. Senza dire nulla, con gli occhi dispiaciuti, ma non troppo spaventati:

"Marié..."

Gli accarezza il viso, fregandosene delle sbarre. Il ragazzo non le risponde, le riserva unicamente uno sguardo, come a farle capire che tutto andrò per il verso giusto. Le sussurra qualcosa, che William non capisce, e lei semplicemente scuote la testa:

"Non sono riuscita"

Gli risponde e lui, semplicemente, annuisce, per poi farsi accarezzare un'ultima volta i capelli, venendo, definitivamente, scortato via:

"Uh..." Inizia, ironica, la capoguardia: "...mi dispiace davvero tanto che uno dei tuoi piccoli angeli custodi sia finito qua dentro, faremo fuori prima lui o prima te?"

Domanda, fastidiosamente, e Giulia si arpiona alle sbarre:

"A quel ragazzo non farete nulla. Nulla!"

"Non sei nella posizione per decidere! Stai diventando fastidiosa! Vedi di abbassasse la cresta o inizieremo a fare del male proprio a lui! E te non vuoi questo, giusto?"

Sorride quando vede di essere riuscita a far tacere la ragazza, che si morde la labbra allontanandosi.
La donna allunga lo sguardo nella cella, vedendo i pezzi di lettera uniti, ma con tanti buchi:

"Oh, che peccato, non sei riuscita a sistemare la lettera? E io che volevo saperne qualcosa in più di questo tuo fantomatico fidanzatino, ci terremo il gossip per qualche futura giornata, buona giornata che ti avvicina sempre di più alla fine, splendore"

E nuovamente si allontana. William si alza, osservando la sua vicina di cella guardare la lettera, cercando di riempire quei vuoti delle lettera.
Nayt si avvicina al confine tra le due celle e batte sulla sbarre, facendo voltare la ragazza:

"Che vuoi?"

Le domanda, spazientita e William per un attimo tentenna se lasciarle o meno i fogli, ma ragiona: a lui tanto non frega nulla, ciò non lo aiuterà a fuggire o meno e ha già perso due giorni utili dietro a questa ragazza.

La sventola davanti i foglietti e lei stringe gli occhi:

"Li avevi te, stronzo!"

Lui si passa un dito sulle labbra, indicando poi il corridoio, facendole capire che la donna potrebbe tornare immediatamente se lei non tace. Giulia acconsente e allunga le mani su cui vengono poggiati i restanti pezzi della lettera. Completandola.

Spalanca gli occhi quando legge il messaggio completo, specialmente un passaggio:

"La cattura di Mario sarà normale,
non aver paura, non preoccuparti,
sta tutto nel piano ideato da Gionata
e Paolo. Dacci tempo, venti giorni o
meno e stai fuori.
Ti vogliamo bene"

Sorride, traducendo le scritte trascritte appositamente in un modo strano in modo che sono lei e Luca comprendano.
Stringe il foglio tra le sue mani e attende, bramandola, la libertà.

Pochi giorni, pochi giorni e sarà nuovamente libera di vivere.

William la osserva sorridere dalla sua cella, scuote la testa e raccoglie un gesso bianco, ignorando, di nuovo, la lavagnetta.


Giorno 2.30

Le sbarre di una cella sono solo
una prigione apparente. Perché
quando esci dalla cella ti rendi
 conto di avere solo più spazio,
 non di essere fuggito di prigione.

Tra le sbarre della mente | NaytDove le storie prendono vita. Scoprilo ora