E bastava un abbraccio - Giorno 16

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Il rumore di un tuono fa svegliare di colpo Nayt che osserva il disegno incompleto che ha sulle gambe, sul quale si è addormentato. Appoggia nuovamente il viso sul cuscino, guardando il soffitto per poi dare, come ogni notte insonne, uno sguardo alla sua vicina di cella.

Sbarra gli occhi, vedendola che rabbrividisce, stretta nelle coperte, mentre stringe gli occhi quando passa un lampo o un tuono, tappandosi le orecchie.

William si alza, camminando lentamente verso la cella della ragazza e battendo le mani sulle sbarre, delicatamente. Spaventarla non è certamente la scelta più adatta in quel momento. Giulia lo guarda, con gli occhi sbarrati e lui le fa cenno di avvicinarsi, aprendo le braccia nella sua direzione.

Giulia si alza, tirando con sé le coperte, continuando a tremare, ma accucciandosi vicino a William che la stringe forte, facendo passare, oltre le sbarre, anche le gambe, per poterla stringere maggiormente.
Le mani di William passano sui capelli di Giulia, che si stringe maggiormente nelle braccia di lui ogni volta che sente un tuono, chiudendo gli occhi quando vede un lampo.

Nayt le lascia un bacio tra i capelli, tentando ti tranquillizzarla e stringendosi a lei, per farle sentire il suo conforto.
Non è la prima persona che conosce che ha paura dei temporali, vuole provare a calmarla come riesce, senza usare le parole:

"Odio i temporali..."

Gli sussurra Giulia e William annuisce, allungando una mano e stringendone una delle sue, sentendola tremare sotto il suo tocco, a causa del temporale. La porta alle labbra e la bacia, per farle capire che lui è lì.

La ragazza continua a tremare nel suo abbraccio, William ragiona, cercando di ricordare gli insegnamenti di sua mamma quando lui, da piccolo, aveva paura di qualcosa.

Si gira, abbandonando un attimo la ragazza che subito lo cerca con lo sguardo, e prende la lavagnetta, tentando di scrivere con la poca luce che c'è, mostrando a Giulia:

"Ora faccio una cosa, non urlare, non voglio farti nulla. Mamma mi calmava così da piccolo"

Giulia lo guarda spaventata, sobbalzando quando sente una mano di William passare sotto la sua maglietta, accarezzandole i fianchi e baciandole ancora i capelli, mentre con l'altra le accarezza il palmo e i polpastrelli. Le traccia leggere linee sui fianchi, prendendole le gambe e stringendola meglio a lui, mentre sente la pioggia battere sulle pareti, mentre il temporale pare calmarsi:

"Sta smettendo...hai visto?"

Giulia annuisce, accoccolandosi meglio a lui, per quanto le sbarre lo permettano:

"Quando finirà, ti allontanerai?"

"Nah. Mi piace starti vicino. Sempre che a te non dia fastidio"

"Per niente, mi manca passare la notte con qualcuno"

"Ti manca passarle con Gionata? Lui ti abbracciava?"

Giulia ride, scuotendo la testa e facendo quasi preoccupare Nayt. Che ha da ridere Giulia in un momento come quello?

"Lui non è il tipo da smancerie o cose così, è più il tipo che arriva in fretta al dunque, per intenderci"

William annuisce, quando un altro lampo si abbatte sulla prigione, facendo nuovamente chiudere gli occhi a Giulia:

"Lui come ti calma in questi momenti?"

Giulia scuote la testa:

"Non mi calma. Mi abbraccia, accarezzandomi la schiena, dicendomi che passerà, di stare tranquilla, mentre fuma una canna di solito, così che non me lo dica neanche da lucido. È un po' triste, ma a me va bene anche così in fondo. Lui è fatto così"

"Eh beh è fatto male"

"Cosa?"

"Devo essere diretto?"

Annuisce:

"È un coglione"

"Dici? L'amore cancella i difetti allora"

William sorride, scuotendo la testa:

"Dobbiamo dormire così?"

"A me non dispiacerebbe"

"Neanche a me, ma alle guardie sì, quindi...ognuno del suo letto?"

Giulia annuisce e Nayt la lascia:

"Però se tuona ancora, io torno qua a cercarti"

"Io sarò sempre qua. Sempre"



Giorno 16.30

L'amore è difficile da dimostrare, è
 soggettivo ed è impossibile capire
ogni singola persona come vede
questo sentimento, quindi, non
dovete concentrarvi sul cosa
prova una determinata persone,
su come considera l'amore,
ma che effetto le fanno
 determinati gesti. Che cosa le fa
un abbraccio, un sorriso, un cenno.
Non date mai nulla per scontato,
siamo tutti diversi.
TUTTI.
Imparare a osservare le persone.
Non a guardarle.
Ad ascoltare le persone.
Non a sentirle.
A leggerle le persone.
Non a sfogliarle.
E inizierete a conoscervi meglio
anche voi.

Tra le sbarre della mente | NaytDove le storie prendono vita. Scoprilo ora