A bocca asciutta - Giorno 7

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Nayt è seduto sul suo letto ed è tutta mattina che sta guardando Giulia, concentrata a studiare una materia che, fortunatamente, ignora, esattamente come la ragazza, che non gli ha ancora detto nulla del fatto che non smette di fissarla.

Gionata.

Si deve ricordare bene questo nome, se lo deve stampare nella mente. Lui potrebbe aiutarlo. Tornerà a vederla, si sente la mancanza che ha lui nei confronti di lei, ma la cosa non sembra ricambiata.

Raccoglie la lavagna da terra e ci scrive sopra qualche parola, poi batte un pugno su una delle sbarre che lo dividono dalla ragazza, attirando la sua attenzione:

"Il ragazzo di ieri, è il tuo fidanzato?"

"Cosa te ne frega a te?"

Gli risponde lei, scazzata e William la guarda per un attimo stranito, per poi pulire subito la lavagna, scrivendo nuovamente:

"Perché sei così scazzata?"

"Sì, è il mio ragazzo, possiamo non parlare di lui?"

"Ti aiuterà ad uscire?"

"Ovvio. Mi dici cosa te ne frega?"

"Possiamo aiutarci e uscirne entrambi vincitori e liberi"

O almeno, William uscirà sano e salvo, l'importante è che si salvi lui, mica lei, pensa:

"Senti, non mi va di parlare di lui, ora, non so come si risolverà la questione, non so se ne uscirò, se ne usciremo...non so se tornerà. Abbiamo litigato"

< Litigato >? Quando? Ieri sono stati nella stesa stanza per tutto il tempo e nessuno dei due ha mai alzato la voce, anzi, non hanno quasi neanche parlato nell'ultima mezz'ora:

"Non ho voglia di parlare."

"Asp..." William si blocca di colpo, mordendosi le labbra, quando la ragazza si gira di scatto:

"Hai parlato?" Si inginocchia davanti a lui che è seduto davanti a lei ed è serio. Scuote la testa:

"Io non parlo"

"Hai parlato..."

Ripete la ragazza. Ne è sicura. Stava parlando, poi si è bloccato, resosi conto della cosa, è andata così. William parla. William le stava per parlare. Così cerca di fare il suo gioco e girare la cosa a suo favore:

"Io ti posso dire che mi ha detto Gionata e che ha detto un mio amico al ragazzo che è chiuso qua dentro, ma tu mi devi parlare ancora"

Le chiede, convinto di averlo in pungo e William ci ragiona un attimo, per poi scrivere sulla lavagna:

"Me la cavo da sola, senza il tuo aiuto. Non crederti chissà chi"

Giulia lo guarda male, mentre le labbra di Nayt si tirano in un ghigno.

1-0 per lui.

Non riuscirà a farlo parlare. Non riuscirà nessuno. È stato un momento di debolezza, si ripete, solo debolezza, un attimo di distrazione.

Eppure non se ne capacita.

Non ha mai rischiato una cosa del genere. Non ha mai avuto il bisogno di farsi sentire, perché con Giulia sì? Maledizione.
Stringe gli occhi, Nayt, che cazzo ti sta succedendo, si domanda, mentalmente, perché stavi crollando davanti ad una ragazzina?

Si alza, lasciando la ragazza che continua a voler attirare la sua attenzione, illudendolo anche che lo aiuterà. Ma WIlliam è scioccato e, sotto le continue chiamate della ragazza, che lo sta iniziando a deridere, afferra la lavagna e la lancia contro le sbarre, facendo sobbalzare Giulia che si allontana di scatto, spaventata a morte da tale violenza.

William affoga il viso nel cuscino e urla dentro questo, affogandoci il nervosismo, in modo che non si senta.

Era tempo che qualcuno non faceva dubitare Nayt del suo silenzio. Erano mesi, anni forse.

Cosa gli sta prendendo?

Sta diventando così debole perché conscio che la sua vita è legata ad un filo?

Osserva il muro, con le scritte di alcuni giorni precedenti e prende un gessetto già appoggiato sul letto.


Giorno 7.30

La gente pretende che ti sfoghi
 con loro, pensa di essere in grado
 di leggerti a fondo,
 è convinta di
 saperti tranquillizzare, 
di saper
mettere a tacere demoni e 
mostri
 che ti attanagliano.

Poi urli e ti dicono di tacere che non
sei l'unica persona ad avere problemi.

Tra le sbarre della mente | NaytDove le storie prendono vita. Scoprilo ora