十一 (eleven)

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Min Yoongi

Sono quasi le due del mattino, il weekend è arrivato finalmente. Hoseok è steso sul tappeto mentre si fa una sigaretta con la cartina e Namjoon e Seokjin fanno una partita ai videogiochi.

Io sono steso sul letto e guardo fuori dalla finestra, sono a mazze maniche, fa un cazzo di freddo.

<<Devo dirvi una cosa>> mi giro verso Hoseok che ha alzato la schiena e ora si fuma la sua sigaretta, nel mezzo della mia stanza. Ormai le pareti puzzano di fumo e prufamano di ammorbidente.

Jin e Nam mettono in pausa il gioco e posano i joystick, si girano verso di lui <<Spara>>.

Lui prende un bel respiro
<<Taehyung >> ma io ho già capito.
<<Mi piace>>
<<Ti piace>> lo diciamo all'unisono, lui annuisce. Accenno un sorriso.

<<Provaci. Tanto non costa niente>> gli dico, lui mi sorride <<Mi sento meglio ora che ve l'ho detto>>.

Mi giro di nuovo verso la finestra, c'è un ragazzo che percorre incerto il marciapiede, si guarda intorno. Si ferma davanti al mio palazzo, prende il cellulare e se lo porta all'orecchio.

E il mio squilla.

Non ho bisogno di vedere chi è.

Prendo la mia giacca e tiro sù il cappuccio.
<<Ma dove cazzo vai?>> chiede Hoseok mentre mi dirigo alla porta <<C'è Jimin di sotto>> prima di chiudere la porta lo sento ridere.

Corro per le scale e lo trovo poggiato su un cofano mentre si guarda intorno, quando i suoi occhi incontrano i miei lo vedo sorridere all'istante.
<<Non ti ho risposto al cellulare perché ti ho visto>> gli indico la mia finestra, lui annuisce.

Le guance morbide sono infossate nel giubbotto e i suoi occhi mi scrutano per scorgere un pò di fastidio, non c'è n'è bisogno, mi piace la sua presenza.

Io mi accendo una sigaretta e lui me ne ruba una, ha i polpastrelli macchiati di tempera azzurra chiarissima.
Fa qualche battuta e mentre racconta si mette a ridere con la sigaretta in bocca e istintivamente gli faccio qualche foto.
E Jimin ride ancora più forte.

<<Perché mi fai le foto?>> ride ancora più forte.
<<Perché hai un bel viso>> mi arriva una nuvola di fumo in faccia.
<<Anche tu hai un bel viso>> e non lo so perché arrossisco.

Non lo so perché Jimin sia sotto al mio palazzo.
Perché si rubi le mie sigarette.
Perché sono corso da lui non appena l'ho visto.
Perché mi dica che sono bello.

<<Fra qualche giorno io e mio padre ce ne andiamo da casa. Ho già impacchettato metà della mia roba. È proprio strano vedere la stanza in cui sono cresciuto venire svuotata. Non la sento più mia, come se non mi appartenesse>> lui mi guarda e in silenzio lo so che mi sta chiedendo come l'ho vissuto io, il peggior periodo della mia vita.
<<Quando è successo a me ha pensato a tutto mia madre. Non capivo molto cosa stesse succedendo. Ma ero sicuro che mio padre fosse cambiato>>.

Jimin corruccia la fronte <<Scusami>> non so di cosa si stia scusando, essere venuto qua sotto alle due del mattino o avermi chiesto in silenzio qualcosa che mi fa ancora male.

E rimaniamo così, a fissarci, Jimin è teso.
Non parliamo più e lui se ne va con altre due mie sigarette in tasca verso le cinque del mattino, quando il cielo stava iniziando a schiarirsi.

𝐒𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐋𝐈𝐋𝐋𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐋𝐄 𝐎𝐍𝐃𝐄 𝐃𝐄𝐋 𝐌𝐀𝐑𝐄 [M.Yg, P.Jm]Where stories live. Discover now