四十 (fourthy)

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Min Yoongi








Ed eccomi quà, davanti a questa porta fredda, le finestre ampie sono illuminate dalle luci calde e da queste vedo un bellissimo albero decorato, la neve continua a cadere incessante.

Busso e aspetto che qualcuno mi venga ad aprire.
Mi ritrovo una donna dai capelli neri, raccolti in una coda alta. Indossa un gembriule sporco di farina sopra ad un maglione dai disegni natalizi. Mi guarda con occhi sbarrati e liquidi di sorpresa.

Sollevo una delle tante lettere <<Signora Min?>> chiedo con un ghigno in faccia, lei annuisce lentamente e solleva un angolo delle labbra.

<<Daeun? Chi è alla porta?>> chiede una voce maschile, faccio un passo avanti e Daeun si sposta per farmi entrare mentre chiude la porta.

<<E tu chi sei?>> alzo lo sguardo, gli faccio un sorrisetto, ha i capelli brizzolati, le rughe intorno agli occhi e una leggera barbetta, me lo ricordavo vagamente, il neo al lato dell'occhio destro è più piccolo di quanto mi ricordassi <<Ciao papà>> lui sbarra gli occhi, Daeun presto è vicino a lui e lo fa accomodare sul divano, ogni maledetto muro di questa casa è pieno di foto della sua famiglia.
<<Y-Yoongi, cosa cosa ci fai qui? Come mi hai trovato?>> e mi sembra tanto un fuggitivo mentre mi dice questo.
E in effetti lo è.

Indico sua moglie che ha la mano ad accarezzargli la spalla <<Lei, lei mi ha riempito di lettere pregandomi di venire qui a parlarti. Perciò, parliamo>> posiziono i gomiti sulle cosce e incrocio le dita. Lui mi guarda in silenzio, colpevole, mentre sua moglie mi guarda mortifacata.

<<Perché sei andato via?>> lui sussulta, boccheggia in cerca delle parole adatte. <<Non ero pronto a a a crescerti, a stare con tua madre...>> sollevo un sopracciglio.

<<Cosa ha fatto lei, cosa hanno fatto i tuoi figli che io non ho fatto? Sono passati dodici anni dall'ultima volta che ti ho visto e ho passato gli ultimi otto a vedere un altro uomo a casa mia, ama mia madre e ama me, e comunque mi sento inquieto ad averlo attorno perché lo so bene che non è mio padre!>> sbotto, sento gli occhi farsi lucidi.

Mio padre mi guarda, mortificato.
<<Tu e tua madre non avete mai fatto niente di male, ero ero io il problema, vi ho lasciato perché non ero felice>> stringo le mani in due pugni.

<<Mi sono perso gli anni più belli e importanti della tua vita e per questo non mi perdonerai mai, ma ora che sei qui vorrei chiederti di poter rientrare a far parte del tuo presente e del tuo futuro>> chiede addolorato, increspo le labbra.

<<Avrei voluto che ci fossi. Lo sai papà che il tuo primogenito è pansessuale e che ha un fidanzato? E che l'ho lasciato a casa perché mi diceva "non andare da lui ti farà solo più male" e aveva ragione! Venire qui e vedere le foto con i tuoi figli, la casa decorata, tu e tua moglie che condividete delle cazzo di fedi, è solo una grandissima perdita di tempo!>> le lacrime gli bagnano le guance.

<<E no, non ti voglio nella mia vita. Ogni cosa che tocchi, ogni persona, la riduci in macerie e non lascerò che tu faccia del male a chi amo di più al mondo. Perché non ci sei mai stato e quando ti sentirai di nuovo in gabbia, scapperai un'altra volta.

<<Tu non sei mio padre, i padri dovrebbero aiutare i loro figli a crescere, rincorrerli nel parco, guardare le loro partite di basket e fare il tifo per loro, tutto quello che hai fatto tu è stato prendere e andartene. I padri dovrebbero consolare i figli quando il loro cuore viene spezzato. Tu non sei mio padre. Sei la prima persona ad avermi spezzato il cuore.>> dico impassibile, sento finalmente il peso che portavo sul petto dissolversi.

Mio padre singhiozza, Daeun mi guarda, a metà fra l'arrabbiata e dispiaciuta, mi dirigo verso la porta.
<<Non cercarmi più. Buon Natale>> e mi chiudo la porta di casa Min alle spalle.

Sospiro, la neve continua a cadere copiosa, ricopre tutte le strade creando un paesaggio magnifico.
Voglio tornare a casa.

La stazione dei treni è troppo lontana da qui, chiamo un taxi e gli do la mia posizione. Quando attacco, subito mi arriva una chiamata da parte di Jimin, sospiro, non gli rispondo e caccio il telefono in tasca mentre aspetto il mio mezzo.

Finalmente mi sento il cuore a posto.

Tutti questi anni, ho voluto il suo affetto, la sua considerazione che non mi sono reso conto che avevo giá tutto quello che potessi chiedere.

Ho mia madre, Jae, i miei migliori amci, ho Jimin.
Dio Jimin, come ho fatto ad andarmene, a lasciarlo solo la sera della Vigilia.
Non mi perdonerà mai.

Mentre penso questo un taxi accosta al marciapiede.
È giunto il momento di tornare a casa.



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Ci credete che questo capitolo è pronto da due anni?
Meglio tardi che mai!
Ily♡

𝐒𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐋𝐈𝐋𝐋𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐋𝐄 𝐎𝐍𝐃𝐄 𝐃𝐄𝐋 𝐌𝐀𝐑𝐄 [M.Yg, P.Jm]Where stories live. Discover now