운명 : Destino.
Secondo la tradizione ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso indistruttibile legato al mignolo della mano sinistra che la lega alla propria anima gemella.
Non appena si accorse del casino causato, Jimin chinò la testa. «Mi scusi, ero perso fra i miei pensieri. Non era mia intenzione farvi appello.»
«I giovani di oggi! Non osar procurarmi ulteriore disturbo.»
L'angelo fece un respiro di sollievo per il guaio scampato. Non poteva permettersi che il suo Dio venisse a conoscenza della sua situazione con il demone. Avrebbe ferito il suo orgoglio ammettere il fatto che avesse riscontrato delle difficoltà.
«Okay. Mi serve un piano per Taehyung.» Agitò le ali piumose picchiettandosi il mento con l'indice con aria pensierosa. «IDEA!» Si innalzò tutto ad un tratto per l'euforia finendo per sbattere la testa contro il soffitto. «Yaaaa-» Cadde per terra mettendo su un broncio. «Solo a me possono capitare queste cose!»
[• • •]
«Okay, ripetiamo il piano.» Disse Jimin dopo essersi trasformato. Per quella volta, decise di tingersi i capelli di rosa. «Inciampare come uno sbadato, far cadere i libri e dopodiché aggianciare una conversazione con Taehyung. Più cliché di così non si può.»
Vide il ragazzino avvicinarsi verso il cancello della scuola così Jimin prese un respiro prima di affrettare il passo fingendo di essere in ritardo per la lezione. Attraversò tutto il cortile fino ad inciampare sbadatamente per terra finendo per spargere i libri lungo l'intero perimetro.
Come calcolato, Taehyung accorse subito in suo aiuto. «Hey, tutto okay?» Chiese titubante porgendo una mano.
Jimin si accarezzò il sedere. La caduta risultò più realistica del previsto.
«Mh, si.» Afferrò la presa stringendola. Fu così familiare. Non sembrava affatto la prima volta. «G-grazie-» Indugiò fingendo di essere all'oscuro del suo nome.
«Taehyung, ma per gli amici Tae. Piacere.» Gli offrì uno dei suoi particolari sorrisi quadrati.
Tae.
Alle creature ultraterrene una volta scese in terra non era permesso loro di rivelare la propria identità.
«Ti ringrazio per avermi aiutato.» Sorrise Jimin alzandosi e pulendosi i vestiti.
«È un piacere mio. Per una volta non ricevere occhiatacce dalla gente o venir definito alieno, mi fa sentire quasi umano.»
❝Every time I let somebody in Then I find out what they're all about.❞
Jimin si avvicinò studiando attentamente Taehyung. «Nessuno ha diritto di etichettarti, Tae.» Sembrava conoscerlo da anni.
❝I just wanna talk about nothin' With somebody that means something.❞
«È un pensiero davvero nobile.» Disse Taehyung imbarazzato. «Tu ti chiami?»
«Potresti chiamarmi Chim.» Sorrise Jimin. «Sai Tae, molte persone parlano così bene di te qui che non ho resistito alla curiosità di conoscerti.»
La sorpresa non tardò a giungere, tingendo l'intero volto di Taehyung.
«D-davvero?»
Jimin finse stupore. «Pensavo ne fossi a conoscenza!» Disse sistemando i libri sotto il suo braccio esile. «Molti considerano il tuo gesto coraggioso. Certo, hai pur sempre sbagliato. Ma, perlomeno non hai avuto paura di denunciare un simile atto. La violenza che avete subito è un qualcosa che solo chi ne fa esperienza ne comprende seriamente il danno che procura. In fine dei conti, l'hai fatto per proteggere i tuoi fratelli. Credo tu ti debba perdonare.» Concluse l'angelo lasciando trasparire i suoi sinceri pensieri.
Una lacrima solitaria rigò il volto dell'umano. All'inizio sembrò indugiare ma poi si affrettò ad abbracciare il rosa dinnanzi a lui. «Chim?»
Se la prima volta in cui Jimin aveva abbracciato quell'umano il loro abbraccio non era stato caratterizzato da nient'altro che freddezza, quella volta invece Jimin si sentì travolto da un calore tremendamente familiare.
«Si?»
«Grazie.»
❝I'm just lookin' for some real friends Gotta get up out of this towns.❞
