諄い.

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諄い: Seduzione.

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I'm a sucker for you.

Jimin rimase a supervisionare la coppia dall'esterno.
Avrebbe potuto far invidia a Cupido di questo passo.

All'oscuro era però del fatto che l'universo si stesse dilettando con la sua di vita. Infatti, poco dopo la scomparsa dell'angelo, Yoongi lo raggiunse.
Park Jimin era l'incognita del problema che Min Yoongi si ostinava a tentar di risolvere. Quel tipo di problema di cui prevedevi già la disfatta ma che comunque il tuo orgoglio non accettava. Quel tipo di problema, la cui risoluzione avrebbe causato un festino nella tua camera. Jimin era il suo trofeo.

I follow you through the dark, can't get enough.

Yoongi non si chiese mai se il minore fosse solo un trofeo.
Non sopportando le distanze, avvolse le braccia intorno alla minuta vita del ragazzo abbracciandolo da dietro.
Poggiò poi la testa sulla sua spalla, sussurrando: «Confetto, ti sono mancato, non è così?»

Jimin credette che il suo cuore fosse ancora una volta rinato, riprendendo a battere. Cercò perlomeno di regolare il suo respiro per evitare che l'altro ne venisse a conoscenza.

«Il tuo cuore ha perso un battito?» Mormorò il moro in contrasto con il rosa.

Yoongi non seppe spiegarsi bene cosa l'avesse spinto a compiere quel gesto. Più passava il tempo, più gli interrogativi sembravano sovrastare le risposte. L'unica risposta che sarebbe stato in grado d'offrire, nel caso il suo orgoglio l'avesse permesso, avrebbe scorto la causa di tale gesto nell'immagine che gli si era presentata davanti, una così affascinate creatura da far invidia a qualsiasi opera d'arte.

Erano questi quelli che gli umani definivano sentimenti?

No, il demone non li avrebbe mai provati. Non erano semplicemente nella sua natura. O perlomeno, era questa la convinzione che si impegnava a portar avanti.

Jimin si morse il labbro cercando di raccogliere le forze prima di voltarsi.
«A-assolutamente no.» Tentò di rispondere fermamente ma il balbettìo lo tradì causando un sorriso nel volto del demone.

Quel sorriso gengivale sorprese Jimin rimanendone di conseguenza paralizzato. Non era una visione di cui il demone l'aveva degnato spesso. Aveva solo intravisto il suo ghigno ma mai un sorriso genuino.

«Angioletto, capisco che possa risultare un'impresa resistermi, ma suggerirei perlomeno di mimetizzarlo, mh?» Lo voltò verso di sè mantenendo le mani sulla sua vita.

Jimin lo osservò faticando a mantenere uno sguardo fisso, vacillando un po' prima di rispondere.
«Avevi promesso che se avessi deciso tu le sfide, io avrei potuto esporre delle richieste ogni qualvolta  l'avessi desiderato, no?»

Yoongi inarcò il sopracciglio per lo strano tempismo che aveva mostrato. «Si, mi sembra d'averlo detto.»

«Bene. Voglio passa-» Prima che potesse completare la propria richiesta, furono investiti entrambi dai loro diari, che erano sfrecciati dal loro luogo di provenienza sino a quell'aula.

Sembravano entrambi di fretta.

Il demone e l'angelo si scambiarono sguardi confusi.

I diari si aprirono improvvisamente.

┌─── ・ 。゚☆: *.☽ .* :☆゚. ───┐
𝒥𝓊𝓃𝑔 𝐻𝑜𝓈𝑒𝑜𝓀,
𝒹𝒾𝒸𝒾𝒶𝓈𝓈𝑒𝓉𝓉𝑒𝓃𝓃𝑒.
𝒟𝒾𝓅𝑒𝓃𝒹𝑒𝓃𝓉𝑒 𝒹𝒶𝓁 𝑔𝒾𝑜𝒸𝑜
𝒹'𝒶𝓏𝓏𝒶𝓇𝒹𝑜.
𝐼𝓂𝓅𝓇𝑒𝑔𝓃𝒶𝓉𝑜 𝒹𝒾 𝒹𝑒𝒷𝒾𝓉𝒾,
è 𝒾𝓃𝒹𝑒𝒸𝒾𝓈𝑜 𝓈𝑒 𝓈𝒶𝓁𝒹𝒶𝓇𝓁𝒾
𝓇𝓊𝒷𝒶𝓃𝒹𝑜 𝒾 𝓇𝒾𝓈𝓅𝒶𝓇𝓂𝒾
𝒻𝒶𝓂𝒾𝓁𝒾𝒶𝓇𝒾.
└─── ・ 。゚☆: *.☽ .* :☆゚. ───┘

L'angelo lesse velocemente la novità.
Non ebbe bisogno di sollevare il proprio volto per studiare l'espressione del demone, per accertarsi che avesse ricevuto la stessa notizia.

«Angioletto, ti sfido.» Gli prese la mano. Il corridoio in cui si erano trovati fino a poco prima svanì, quasi inghiottendosi lasciando così spazio ad un locale.

«Che ci facciamo qua?» Sbottò l'angelo diffidente.

«Ricordi il patto? Sono io a decidere le sfide.» Fece spallucce il demone per poi fermarsi a squadrarlo. «Però prima di cominciare, hai bisogno di qualche modifica.»

Jimin corrugò la fronte preoccupato.
«Non promet-»

Yoongi poggiò un dito sulle sue labbra zittendolo. «Hai parlato abbastanza, non credi?» Jimin schiuse gli occhi un paio di volte, incredulo, sottomesso allo stesso incanto della prima volta. Non cambiava con Yoongi. Le farfalle non cambiavano con Yoongi, erano sempre là.

You're the medicine and the pain, the tattoo inside my brain.

«Vediamo un po'.» Gli girò intorno squadrandolo con sguardo ardente di desiderio. Portò una mano ai suoi capelli accarezzandoli tanto delicatamente che Jimin si ritrovò inconsciamente a chiudere gli occhi.

Durante le sue visite terrene, Jimin aveva avuto modo di vedere come gli umani si relazionavano fra loro. A volte, si fermava distrattamente, ritrovandosi interessato a quel tipo d'affetto sebbene fosse totalmente ingenuo in tal campo. Si ritrovava a fantasticare, su come sarebbe stato essere umano e lasciarsi travolgere da uno tsunami d'emozioni.

Ambiva a raggiungere il titolo di Angelo Custode, ma al giungere della notte, sotto il cielo stellato, quando tutti i segreti, bisbigliati, venivano a galla, lui desiderava tornare in vita. Perché quella, non lo era affatto.

Yoongi inarcò un sopracciglio. Jimin era stata la prima persona che gli aveva mostrato così tanta resistenza che anche un gesto del genere valeva tanto per la sua vendetta. Si stava arrendendo.

Da confetto divenne pel di carota.
Yoongi abbozzò un sorriso compiaciuto d'aver soddisfatto il suo capriccio. Schioccò in seguito le dita, tingendo le pallide palpebre del minore d'ombretto così che allungassero i suoi occhi, conferendogli uno sguardo felino.

A sostituire la sua uniforme da studente, furono una semplice maglietta nera a maniche corte e degli skinny. Inizialmente, l'intento del demone attraverso quell'abbigliamento sfuggì all'angelo, finché non si accorse che era stato ideato affinché esaltasse il suo corpo.

Si sentì improvvisamente nudo.

«Che dovrei fare?» Chiese gonfiando leggermente le guance paffute perché potesse camuffare l'imbarazzo.

You say the word and I'll go anywhere blindly.

«Semplice. Dovrai sostituirmi.» Vedendo il minore continuar a non comprendere, rise di gusto.

«Dovrai sedurre, piccoletto.»

And you're making the typical me break my typical rules.
It's true, I'm a sucker for you.

운명;; Ÿööńṃïń.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora