Capitolo 27

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Dopo aver riflettuto per qualche momento sguaino un secondo kunai e lo afferro con la mano sinistra. Itachi è stato molto chiaro. Non mi devo lasciare abbindolare da delle promesse gettate al vento.

«Non se ne parla.» replico con uno sguardo di fuoco.

Orochimaru e Kabuto si scambiano una lunga occhiata silenziosa.

«Kabuto.» esclama il primo.

Il ragazzo scompare dalla mia vista, ma grazie all'abilità dello sharingan so esattamente dove si è teletrasportato. Mi volto con una piroetta e blocco il suo kunai con i miei.

«Ottimi riflessi.» mormora Orochimaru.

«Sono d'accordo.» conferma Kabuto.

«Cos'avete intenzione di fare adesso?» domando loro.

«Non ti preoccupare, Yumi Mikai. Stiamo solamente giocando. Ti lasceremo in pace molto presto.» scherza Kabuto.

«Già, smetteremo, vedrai... Ma solo quando vorrai venire con noi.» spiega l'altro.

Deglutisco. Dovevo immaginarmelo. Non solo sanno esattamente chi sono, ma non sembrano avere la minima intenzione di lasciarmi scappare.

Getto via entrambi i kunai e mi preparo ad eseguire la prima tecnica che mi ha insegnato Itachi.

«Palla di fuoco suprema!» grido soffiando in direzione di Kabuto.

Lui spicca un salto verso il cielo appena in tempo, finendo per bruciacchiarsi solamente la suola dei sandali. Stringo i denti e riprovo con un'altra mossa. Ne ho molte in serbo grazie agli insegnamenti di Itachi. È solo merito suo se sono diventata abile nelle arti magiche.

«Tecnica della pioggia di fuoco!»

«Stia attento, maestro! Questa tecnica potrebbe colpire anche lei.» dice Kabuto evitando le piccole sfere infuocate con delle abili mosse di arti marziali.

Orochimaru si scansa a sua volta, rifugiandosi sopra un ramo del ciliegio.

«Non te la cavi male.» mormora pettinandosi i lunghi capelli neri dietro all'orecchio.

«Forse non sono stata chiara.» riprendo. «Non ho la minima intenzione di venire con voi.»

Kabuto si mette a ridere. «Come se avessi qualche alternativa!»

«Cosa intendi dire?» domando sollevando un sopracciglio.

«Conosco la tua debolezza. Mi basterà portare avanti lo scontro... E poi tu...»

Spalanco gli occhi. Allora sa proprio tutto. Devo cercare di andarmene subito.

Raccolgo il mio cesto e poi chiudo gli occhi visualizzando l'immagine della mia casa. Spero soltanto che mi concedano tempo a sufficienza per scappare.

«Oh, no, no, no. Non starai pensando di fuggire.» mi interrompe Kabuto piantandomi il gomito al centro della schiena.

Tossisco e cado in avanti.

«Scusa, Yumi, ma non possiamo davvero lasciarti andare via.» mi dice sedendosi a cavalcioni sulla mia schiena.

«Ora dormirai un po'.» aggiunge mentre intorno alla sua mano compare un alone azzurrino.

Provo a divincolarmi, ma quando il suo palmo si posa sulla mia testa è troppo tardi.

«Sveglia. Non abbiamo altro tempo da perdere.» mi richiama una voce secca ed annoiata.

Batto gli occhi un paio di volte ma non riesco a distinguere quasi nulla. Il posto in cui mi trovo è molto buio. L'unica fonte di luce è una piccola candela accesa posata su una specie di scrivania in legno scuro.

Mi alzo a sedere su un lettino cigolante. Dove mi trovo? Perché ho come l'impressione di non ricordare nulla dopo il mio arrivo al villaggio di questa mattina?

Mi porto una mano alla testa. Sento un dolore fisso e pulsante e gli occhi bruciano come se li avessi aperti in acqua di mare.

«Dove...»

«Ora non è importante.» mi interrompe di nuovo quella voce.

Alzo lo sguardo e trovo di fronte a me un volto familiare.

Ma certo. Ora ricordo. È Kabuto, il seguace di Orochimaru che ha combattuto con me al villaggio. Scuoto la testa e posiziono le mani a X davanti al corpo per proteggermi da un eventuale attacco a sorpresa. Nei miei occhi risplende lo sharingan.

«Calma, non sforzarti.» mi impartisce con un tono severo. «Non ho intenzione di farti del male.»

«Dove mi avete portata?» chiedo con un filo di voce.

«Siamo in una delle fortezze del mio maestro.»

«Itachi ve la farà pagare. Io ve la farò pagare.»

«Oh, ma davvero? E sentiamo, com'è che vorresti farmela pagare, mh? Mi pare di aver capito che il tuo potere è anche la tua debolezza. Quello sharingan mette a dura prova il tuo corpo.»

Deglutisco. Sa tutto. Com'è possibile che...?!

«Forza, non farmi attendere ancora. C'è una persona che vuole vederti.» mi impartisce porgendomi una mano.

Disattivo il mio potere oculare e osservo il suo palmo calloso che riflette l'alone giallastro della fiammella della candela. Non sembra avere cattive intenzioni. Ora che sono qui non mi rimane altro da fare che seguirlo. Oppormi e provare a scappare da un posto che non conosco sarebbe solamente controproducente.

Gli afferro la mano e mi tiro in piedi.

«Ma brava. Allora hai anche un po' di buon senso.» commenta con un ghigno sinistro.

«Non farti strane idee.» rispondo con le guance rosate. «Sto solamente rimandando il momento in cui ti prenderò a calci nel sedere.»

Kabuto si mette a ridere e poi mi fa cenno di seguirlo fuori dall'unica porta della stanza.

Arriviamo in un lungo corridoio spoglio sulle cui pareti sono appese delle candele identiche a quella che era presente in quella camera. Kabuto mi fa strada in silenzio mentre il rumore dei nostri passi rimbomba in lontananza.

«Spero che non ti dispiaccia un po' di buio.» esclama lanciandomi un'occhiata veloce.

Stringo i pugni e provo ad ignorare quello che ha appena detto. Non c'è notizia peggiore. L'oscurità contribuisce a farmi perdere ancora più sangue.

«No, non fa niente.» mormoro volgendo a lato la testa.

«Bene, perché rimarrai qui per un po', sempre che il tuo caro Itachi non riesca a trovarti.»

Lo maledico tra me e me, ma non faccio nulla per rispondere a quella provocazione. Sarebbe del tutto inutile mettermi contro di lui in questo momento. Per ora mi limiterò a osservare attentamente ogni angolo di questa bizzarra struttura.

Spazio autrice

Scusate se spunto fuori solo adesso ma sono disperata per via degli esami e sto studiando come una pazza malata.

Spero che il capitolo vi piaccia :3

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Momenti ‣ Itachi UchihaWhere stories live. Discover now