Capitolo 52

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Avvertenze: Questo capitolo contiene scene esplicite con descrizioni dettagliate. Se non volete leggerlo, vi consiglio di passare alla prima stellina che vedete.

Spalanco gli occhi e i muscoli della mia cavità si contraggono involontariamente fino a diventare rigidi come il ferro. Ecco spiegato il motivo per cui non scivola come sempre. Un fremito di paura mi invade il corpo. E adesso?

«Yumi! Yumi! Calmati...» balbetta Itachi mentre il suo viso diventa paonazzo di colpo. «Così mi fa quasi male.»

Scuoto la testa e provo a rilassarmi anche se i risultati che ottengo sono piuttosto scarsi. Itachi mi accarezza i fianchi con le dita e prova a sorridermi per trasmettermi il suo inatteso ottimismo.

«Starò attento. Te lo prometto.» mi rassicura tra i respiri profondi.

Chiudo gli occhi e mi concentro sul battito del mio cuore, lasciando che i miei muscoli tornino nuovamente molli. Itachi mi accarezza la guancia.

«Stai tranquilla. Sai che puoi fidarti di me.»

Annuisco pensierosa e intreccio i miei occhi con i suoi.

«Puoi... Muoverti. Credo.» sussurro arrossendo.

Lui ammicca e posa di nuovo le mani sui miei fianchi, dirigendomi prima verso l'alto e poi verso il basso a velocità crescente. Sento le gambe iniziare a tremare quando lo sfregamento è tale da mandare la mia testa in visibilio. Ogni segno di insicurezza è scomparso e ora l'unica cosa a cui penso è spingerlo più in fondo, sentirlo completamente mio.

Inarco la schiena all'indietro mentre Itachi mi morde il collo. Sto per esplodere.

«I-Ita–Oh, Dio.»

Itachi stacca una mano dal mio fianco per poi usare le sue dita sul mio clitoride. Sento le prime convulsioni ma una parte di me non vuole che finisca così in fretta. Deglutisco mentre tento di tenere saldi i nervi.

«Testarda...» commenta lui intuendo le mie intenzioni.

«Itachi... Mmmh... Ancora, ti prego.»

Lui accoglie la mia supplica e inizia a disegnare cerchi a velocità sempre maggiore a contatto con la mia pelle arrossata sopra le grandi labbra. Il ritmo è tale che non riesco più a resistere e con un ultima e dolorosa spinta il mio mondo crolla in un mare di stelle bianche.

Itachi fatica a staccarsi da me, ma come promesso mi allontana da sé ed esce prima di girarsi a lato e afferrare la sua erezione dolorante tra le mani.

«M-Mi dispiace di averti rovinato il momento.» sussurro quando riesco finalmente a riprendere fiato.

Itachi mugola un suono impercettibile e torna a dedicarsi al suo problema.

«Se vuoi, posso...»

Senza attendere la sua risposta mi aggrappo alla sua schiena da dietro e stringo la mano sopra alla sua, aiutandolo nei movimenti. Itachi prende un respiro profondo e in poco tempo si ritrova a contorcere la schiena in maniera spasmodica. Aumento ancor più la pressione intorno alle sue dita, cosa che lo spinge infine oltre il culmine della sopportazione.

«Yumi!» grida in modo quasi animalesco.

Una volta passata l'euforia iniziale, Itachi mi stringe in un lungo abbraccio consolatorio.

«Ti... Ti amo.» balbetta posando la fronte contro la mia.

«Anch'io ti amo. Anche se...» mormoro girando altrove gli occhi.

«Anche se?»

«Anche se non mi sento ancora pronta a...»
Ad avere dei figli da te.

Itachi scuote la testa. «Non fartene una colpa. Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno.»

Gli sorrido e gli bacio la punta del naso.

«Grazie.»

«Sono io che devo ringraziarti, Yumi. Solo tu mi sai dare emozioni così forti.»

Arrossisco.

«Rivestiamoci. Si staranno chiedendo se siamo finiti in un'imboscata.» ridacchia prendendomi la mano e conducendomi fuori dall'acqua.

Quando torniamo al rifugio troviamo Kisame steso sul divano con le gambe divaricate, la testa affondata tra i cuscini e un filo di saliva che gli scorre lungo il mento. Sta russando pesantemente come sempre, anche se nella mano regge ancora il suo bicchiere di caffè. Mi domando come abbia fatto a prendere sonno in una simile posizione.

Io e Itachi ci scambiamo un'occhiata eloquente e tratteniamo le risate. Proseguiamo in punta di piedi fino alla sua stanza e ci infiliamo nel letto senza neanche accendere la luce. Ci sistemiamo l'uno nelle braccia dell'altro e ci mettiamo a guardare il soffitto.

«Pain mi ha detto che uno dei prossimi obiettivi dell'Organizzazione è la volpe a nove code.»

Spalanco gli occhi. «Il che vuol dire che qualcuno dovrà tornare a Konoha.»

«Esatto. Quello che non ti ho detto... È che io ho già incontrato la forza portante della volpe.»

«Davvero? Quando è stato?» domando colpita.

«Ormai tre anni fa. Purtroppo però non sono riuscito a catturarlo. Con lui c'era uno dei ninja leggendari.»

«Parli di Orochimaru?» chiedo alzando un sopracciglio.

«No. Orochimaru all'epoca faceva ancora parte dell'Organizzazione Alba.»

«E chi era, allora? Tsunade?»

«No. Jiraiya, l'eremita dei rospi. Se non avessi saputo padroneggiare l'amaterasu, probabilmente ora non sarei qui.»

«È davvero così forte?»

«Mmh-mmh. Non ti ho raccontato tutto questo per niente.»

«Cosa intendi dire?»

«Nel caso in cui Pain dovesse affidare a te e a Deidara la missione, vorrei che stessi estremamente attenta.»

Annuisco. «Io... Io non so padroneggiare l'amaterasu. Come posso fare a...»

«Usa le illusioni.» mi interrompe con un tono deciso. «A costo di perdere la vista. Quell'uomo, Jiraiya... Potrebbe uccideri, altrimenti.»

Spazio autrice

Ed ecco a voi il nuovo capitolo. Nei prossimi giorni vedo di aggiornare "Vermiglio" e magari di buttare giù una one-shot :)

Spero che vi piaccia!

Votate e commentate *^*

Momenti ‣ Itachi UchihaTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon