Capitolo 40

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Riprendiamo a camminare. Il sole inizia a nascondersi dietro gli alberi e l'aria si raffredda.

Rabbrividisco per una raffica improvvisa di vento. Stringo le braccia al petto e provo ad ignorare la sensazione, ma Itachi ha già gli occhi su di me. Mi osserva in silenzio senza fiatare. Forse la presenza di Kisame lo rende nervoso.

«Ormai ci siamo.» commenta lo spadaccino fermandosi di fronte a una montagna di roccia.

«Perfetto. Tutto come previsto.» conferma Itachi con un cenno del capo. «Stammi vicina.»

Annuisco e mi posiziono al suo fianco mentre congiunge le mani davanti al torace. Nei suoi occhi si riflette il colore rosso dello sharingan e poco tempo dopo la formazione rocciosa sembra sparire nel nulla, lasciando il posto a una specie di grotta che scende in profondità.

«Spero che Deidara e Sasori siano ancora qui.» afferma Kisame.

«Mmh.» mormora Itachi. «Non sarei sorpreso se fossero già partiti.»

Kisame ci precede, mentre Itachi rimane al mio fianco come un cagnolino fedele. Sento il cuore iniziare a battere più intensamente quando entriamo nella caverna. Non sono più così sicura di voler fare tutto questo e inizio a rallentare.

«C'è qualcosa che non va?» mi domanda Itachi.

«No...» sussurro volgendo a lato il capo.

«Non temere.» mi precede con uno sguardo diretto.

Avanziamo ancora, scendendo sempre più nell'oscurità. Arriviamo di fronte a un portone d'acciaio. Kisame e Itachi si scambiano una rapida occhiata d'intesa e poi procedono ad aprire.

Sento il cuore martellare nel petto mentre ci avviciniamo al punto che segnerà l'ennesima svolta nella mia vita.

«Ma guarda... Itachi e Kisame sono già tornati.» mormora una voce profonda nell'oscurità.

«Che succede, Sasori? Hai detto qualcosa?» chiede un altro individuo dal timbro più acuto e aspro.

«Quindi dovete ancora partire.» risponde Itachi raggiungendo Kisame.

«Eh? Oh, ma siete voi. È un piacere vedere che siete già di ritorno. Allora, dov'è la nostra ospite?» dice lo stesso individuo di poco fa.

«È qui con noi. Trattatela bene. È un ninja medico molto potente. Potrebbe salvare la vostra vita in futuro.» risponde Kisame.

«Da come parli, sembra che tu abbia già avuto occasione di essere salvato da questa misteriosa ragazza.» riprende la prima voce.

Mi affretto a raggiungere gli altri e mi guardo intorno pensierosa. Davanti a me ci sono un giovane dai capelli biondi raccolti in una coda alta e un... Essere che non saprei se definire umano. Si tratta di un marchingegno elaborato dalle fattezze umanoidi, una specie di marionetta con il volto di un anziano. Deglutisco e poso inconsciamente la mano sull'elsa della spada di Chujin.

«Quindi è lei. Beh, è un vero piacere fare la tua conoscenza, ragazzina.» afferma il biondo porgendomi la mano.

Sollevo un sopracciglio. Sul suo palmo c'è una specie di bocca da cui fuoriesce una lingua pallida che si muove in maniera convulsa. Ma cosa cavolo...?

«Non farci caso, ignoralo.» mi consiglia Kisame con un'espressione fredda. «Deidara è fatto così.»

«È... Un piacere anche per me, Deidara.» rispondo inclinando la testa a lato.

«Tch. Sei il solito rompiscatole, Kisame. Lui, invece, è il mio compagno Sasori. O meglio, quella che vedi è la sua marionetta protettiva, Hiruko.» spiega Deidara indicando l'altro.

«I-Io...» balbetto insicura.

«Presentati.» mi esorta Kisame posandosi una mano sul fianco.

Annuisco.

«Sono Yumi Mikai del villaggio della Foglia.»

Deidara mi propone un sorriso beffardo. «Ah-ah. Sbagliato. Tu eri Yumi Mikai del villaggio della Foglia. Ora sei solamente Yumi Mikai.» ridacchia.

Sposto lo sguardo si Itachi, il quale è rimasto impassibile.

«Bene, se avete finito con le presentazioni direi che è arrivato il momento di proseguire.» afferma.

«Allora ci vediamo!» ci saluta Deidara con una linguaccia.

Itachi e Kisame riprendono a camminare nella penombra e io li seguo senza più fiatare. Le parole di Deidara mi echeggiano nelle orecchie. Prima di questo momento non avevo mai pensato al fatto che effettivamente io non ho più alcun legame con Konoha. Stringo le mani in pugni.

«Ce l'hai ancora il tuo coprifronte, vero?» mi domanda Itachi senza voltarsi.

«Sì. Ce l'ho nello zaino.» rispondo stringendomi nelle spalle.

«Prendilo.» mi esorta con un cenno della testa.

Allungo un braccio all'indietro e inizio a rovistare nella sacca facendo attenzione a non muovermi troppo per non far cadere la katana. Lo estraggo dopo poco e lo lego in fronte. L'ho portato poche volte nella mia vita, tanto che sentirlo addosso mi fa uno strao effetto.

«Kisame, a te l'onore.»

Itachi si ferma e passa all'altro un kunai. Spalanco gli occhi di fronte ai loro volti freddi e insensibili. Cosa vogliono fare? Uccidermi?

Kisame compie un passo verso di me. Sento il respiro mancare.

«Non muoverti.» mi ordina Itachi.

Chiudo gli occhi e cerco di rimanere perfettamente immobile. Poco dopo sento un colpo secco nell'aria e il rumore di metallo venire scalfito. Quando riapro gli occhi non sembra essere successo nulla. Lascio andare l'aria che stavo trattenendo nei polmoni.

«Co-Cos'avete fatto?»

«Il coprifronte.» spiega Kisame.

Alzo il dito e percorro la placchetta di metallo con lo stemma di Konoha. Ora è stata incisa una lunga linea orizzontale su di esso.

«È storta.» commenta Itachi posandosi una mano sulla fronte.

«Sta' zitto.» mormora l'altro.

«Avanti, andiamo.» conclude Itachi.

Spazio autrice

Ehilà! Ecco il capitolo di oggi. Quello di "Vermiglio", invece, uscirà domani. A dire il vero mi verrà un po' più lunga del previsto, ma spero che vi piaccia lo stesso XD

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Momenti ‣ Itachi UchihaWhere stories live. Discover now