Capitolo 48

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Poso i gomiti sulla cornice della finestra e guardo il cielo scuro sopra di me. Sono passate due settimane dall'ultima volta che io e Deidara abbia avuto contatti con l'Organizzazione Alba. Mi domando se sia successo qualcosa di importante durante la nostra assenza o se sia rimasto tutto come prima. Comunque sia, a questo punto dovrei sentirmi sollevata. Al sorgere del sole potremo finalmente lasciare Konoha e tornare dagli altri.

Rivolgo la testa all'indietro. Anche Deidara sembra non avere sonno. È seduto al bordo del letto e si agita nervosamente spostando il peso da una gamba all'altra.

«Ehi, Dei.» lo richiamo voltando le spalle alla finestra e andando a sedermi sul mio letto.

«Mmh? Che c'è?» risponde in maniera scorbutica.

«Mi racconti qualcosa degli altri membri dell'Organizzazione? A parte Kisame, Itachi e Pain non ho ancora avuto l'occasione di incontrare gli altri.»

Deidara sbuffa e si stiracchia. «Mmh. Non ho voglia.»

«Allora scegline uno. Uno soltanto, dai!» lo prendo in giro.

«E va bene. Che ne dici di Kakuzu?» domanda con disinteresse.

«Kakuzu, eh?»

«Il suo compagno di squadra di chiama Hidan.»

«Tutto qui!?»

«No, no, un attimo! Uffa, che razza di pazienza ci vuole con te! Beh, Kakuzu si occupa della parte finanziaria. Gli piace giocare con i criminali su cui pende una taglia considerevole. È scontroso, beh, chi al suo posto non lo sarebbe? Mmh... Vediamo... Viene dal villaggio della Cascata, ma non so molto altro del suo passato. Pare che sia scappato di fronte al Primo Hokage.»

«Davvero?» chiedo spalancando gli occhi.

«Ne, Yumi. Perdi sangue.» commenta indicando la mia faccia.

Sospiro e mi asciugo dal liquido rossastro.

«Senti, non è che... Puoi fare qualcosa per curarti? Ultimamente sei peggiorata.» aggiunge preoccupato.

«No, purtroppo.» rispondo alzando le spalle. «La mia non è una vera e propria malattia. Diciamo... Che è il risultato di una tecnica non eseguita al meglio.»

Deidara inarca un sopracciglio.

«Cosa?»

«Itachi non te l'ha detto?» chiedo colpita.

«Non mi ha detto cosa

«Partiamo dall'inizio. Da piccola la mia famiglia è stata assassinata. Ero sola, così gli Uchiha mi hanno presa e allevata.»

«Non ne sapevo niente.»

«Il giorno in cui Itachi ha ucciso tutto il suo clan io ero con lui. Mi ha permesso di prendere gli occhi di suo padre. Purtroppo, la tecnica che ho eseguito non era perfetta. E ora, a distanza di anni, ne pago ancora le conseguenze.»

Deidara si stiracchia e inclina la testa a lato.

«Un piccolo prezzo da pagare per il potere, huh?» domanda con un cenno dell'occhio.

«Immagino di sì.» rispondo.

«Beh, ora penso che possiamo andare a dormire.»

«Sì, hai ragione. Domani si parte.»

Poco dopo l'alba io e Deidara lasciamo un biglietto attaccato alla porta e usciamo nel completo silenzio. Camminiamo l'uno accanto all'altra fino ai cancelli a ovest e poi uso il velo di nebbia per farci uscire inosservati.

«Yumi.» mi chiama Deidara una volta fuori.

«Che c'è?» chiedo infilando le mani in tasca.

«Itachi lo sa?»

«Cosa?»

Deidara sbuffa mentre la nebbia si dirada. «Il fatto che perdi tutto questo sangue.»

«Sì, lo sa.» rispondo serrando i denti. «Quello che non sa è che è un male incurabile.»

«E non hai intenzione di dirglielo?» replica sconcertato.

Gli rivolgo un'occhiata truce. «Se osi proferire anche solo una parola a riguardo...»

Lui salta via alla velocità del fulmine. Lo ritrovo poco dopo a farsi scudo dietro al tronco di un albero.

«Va bene, va bene, ma non farmi male! Kisame mi ha raccontato quello che fai quando ti arrabbi e sinceramente non voglio sperimentarlo.»

Ridacchio sottovoce. «Idiota. Non ti farei mai del male.»

«Meno male. Saperlo mi rassicura notevolmente.»

Con un salto torna al mio fianco e si mette a dondolare da un piede all'altro con gioia. Solleva le braccia e posa le mani dietro alla nuca.

«Sai, Yumi... Sei una tipa strana.» commenta. «Forse più strana di quel pazzo di Sasori. È un peccato che tu non l'abbia potuto conoscere meglio.»

«Immagino. Ho sentito dire che era un vero e proprio artista.»

«Si può dire di sì.» afferma tornando di colpo serio e concentrato. «Anche se le nostre idee di arte differivano.»

«Beh, che ne dici se alla fine della prissima missione mi racconti qualcosa di lui?»

«Si può fare.» conferma con un cenno del capo.

«Allora adesso pensiamo a tornare alla base.»

Spazio autrice

Scusate la lunga assenza ma mi sono un po' persa XD

Spero che il capitolo vi piaccia.

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Momenti ‣ Itachi UchihaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt