Capitolo 36

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Seguono altri giorni di lungo cammino. Il sole cocente sopra di noi rende l'aria opprimente e pesante e a dire il vero non so come faccia Itachi a non perdersi in mezzo alla boscaglia. Ricordo che abbiamo attraversato il confine a sud, ma non saprei davvero dire dove siamo diretti. E, come se non bastasse, tutte le volte che provo a chiedergli qualcosa lui svia le mie domande con qualche stupida risposta predefinita. Sono stanca di tutto questo. Vorrei solamente che ci fermassimo un po' e parlassimo come facevamo da bambini: discorsi rapidi, diretti, senza fronzoli né veli.

«Ti dispiace aspettarmi qui?» mi chiede posando a terra lo zaino.

Batto gli occhi confusa e poi annuisco. Mi lascio cadere a terra e mi metto a guardare il piccolo angolo di cielo azzurro che si intravede tra le foglie. Anche se la visuale è limitata sembra che non ci siano nuvole. Sarebbe una giornata perfetta per andare al lago.

Chiudo gli occhi e rivedo tutti i bagni che abbiamo fatto d'estate al ruscello insieme a Sasuke quand'eravamo piccoli. Ricordo che uscivamo la mattina presto, quando il sole si era appena levato sull'orizzonte, prendavamo con noi delle armi ninja e trascorrevamo l'intera mattinata a ridere e a schizzarci. Sono stati senza alcun dubbio i momenti più felici della mia vita.

Mi poso una mano sul cuore mentre sento le ciglia inumidirsi. Quelle che stanno scendendo dai miei occhi, però, non sono lacrime comuni. Sono lacrime insanguinate. Sento la testa pulsare e la vista farsi sempre più sfocata.

Mi asciugo con la manica ma la perdita non accenna a diminuire. Mi alzo a sedere e stringo il labbro inferiore tra i denti. Devo resistere. Non posso usare nessuna tecnica se voglio tenere le forze per camminare ancora.

«Va tutto bene?» domanda a un certo punto la voce di Itachi.

Mi immobilizzo sul posto e poi lancio una rapida occhiata all'albero davanti a me. È tornato e ha con sé delle ciliegie rosse come il fuoco.

«Non è niente.» lo rassicuro con un sorriso timido.

«Non mentirmi.» mi dice sedendosi al mio fianco. «Perdi molto sangue. Vuoi che ci fermiamo un po'?»

Scuoto la testa.

«Smetterà. Ti ho già spiegato come funziona. Mi basterà stare per qualche minuto in un ambiente più luminoso.»

Itachi annuisce, raccoglie il suo zaino e mi conduce in una radura poco distante. Non appena poso i piedi nella zona più illuminata sento il bruciore diminuire notevolmente.

«Grazie.» mormoro prendendo una ciliegia. «Dove le hai trovate?»

«In un frutteto qui vicino. Ormai siamo quasi arrivati.»

«Davvero?» chiedo colpita. «Credi che mancherà ancora molto?»

«No, sono sicuro che arriveremo entro domani sera. Ma prima dobbiamo fermarci a riposare.»

Il mio sorriso si fa ancora più ampio e luminoso.

«Sono così felice.» mormoro.

«A dire il vero... Quello che ho intenzione di fare sarà difficile, Yumi. Mi dispiace parlartene solo adesso, ma vedi... Non potevo essere sicuro che mi avresti seguito fin qui.»

«Non ti fidi di me?»

«Sciocca. Non è quello che intendevo dire. È che probabilmente avresti provato a dissuadermi e non volevo scendere a compromessi. La strada che stiamo per intraprendere va contro tutto quello in cui abbiamo creduto finora.»

Abbasso gli occhi sulla sua mano ancora piena di ciliegie.

«Ora puoi dirmelo.» sussurro. «Come hai detto tu, è tardi per tornare indietro. Siamo arrivati fin qui e anch'io ho il diritto di sapere cosa ne sarà della mia vita.»

Itachi si mette a ridere con dolcezza e mi accarezza una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Mi bacia la fronte e mi prende una mano.

«Faremo in modo che la tua prigione diventi la tua libertà.»

Batto gli occhi e inarco un sopracciglio. Ancora non capisco.

«Quello che voglio dire, Yumi... È che d'ora in poi, tu entrerai a far parte dell'Organizzazione Alba.»

«Cos'hai detto?» domando spiazzata lasciando cadere le braccia.

«È l'unico modo. Solo così potremmo stare insieme per sempre.»

Senza pensarci un secondo mi spingo contro di lui e catturo le sue labbra in un lungo bacio umido e soffice. Itachi mi stringe i capelli con la mano libera e inclina la testa a lato, costringendomi a fare lo stesso. Dischiudo la bocca e lo esorto a prendere il controllo passando la punta della lingua sul suo labbro superiore.

Ci allontaniamo di poco e ci guardiamo dritti negli occhi.

«Sei con me?»

«Sono con te.» rispondo rincuorata.

«Non posso nemmeno pensare a un mondo senza di te.»

Il mio cuore inizia a palpitare. È la dichiarazione più profonda che io abbia mai sentito.

«Grazie, Itachi. Grazie di tutto.»

Spazio autrice

Ed ecco il capitolo di oggi.

Ho appena finito "Rimpianti" e sento già nostalgia HAHAHAHA.

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Momenti ‣ Itachi UchihaWhere stories live. Discover now