Cʜᴀᴘᴛᴇʀ 45

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"Okay, allora prima prendiamo la lanterna e poi facciamo quella chiamata".

Vecchia: "Va bene, oh però non toccate il telo bianco, ci sono le mie medicine lì, vedete?".

Disse, indicando uno dei numerosissimi post it attaccati al frigorifero della cucina, i quali le ricordavano di fare le cose più disparate.

È saltata la corrente, domani ricordati di chiedere a qualcuno di andare ad accendere il generatore al capanno.

21 Settembre 2019

Non mangiare pesce! Sei allergica!

13 Luglio 2001

!IMPORTANTE! Telo bianco in cantina. Ogni giorno alle 8:30 di mattina.

3 Ottobre 1968

Così, Yoongi ed Hoseok scesero in cantina, dovendo fare affidamento sulla torcia del proprio telefono, visto che era tutta la serata che la corrente andava e veniva.
Come annunciatogli dall'anziana signora, un tavolino, in fondo alla stanza, era coperto da un telo bianco.
Invece, su uno di diversi scaffali vi era la lanterna della quale erano alla ricerca.
Yoongi la accese, spegnendo immediatamente dopo la torcia del telefono.

Yoongi: "Okay, possiamo tornare indietro".

"Sul serio?".

Yoongi: "Cosa?"

"E il telo bianco? Non sei curioso nemmeno un po' di sapere cosa c'è sotto?".

Yoongi: "Ce lo ha detto, medicine. Andiamo Hobie, questo posto mi dà i brividi, torniamo su".

"È proprio perché questo posto ha qualcosa che non va che voglio controllare. Tu fai come vuoi, io non me ne vado prima di aver dato un'occhiata in giro".

Yoongi esitò per un istante, per poi sospirare; non gli andava di lasciar solo il suo fidanzato.

Yoongi: "Okay, ma vedi di darti una mossa".

"Signor si capitano".

Hoseok sorrise, per poi raggiungere il tavolino, afferrando, con forse più cautela del necessario, il telo bianco.

"Medicine, mh?"

Tirò via il telo, e, come immaginava, su quel tavolo non c'erano affatto dei medicinali.
Vi erano diversi fogli sparsi con scritte praticamente illegibili, come se fossero appunti presi in fretta e furia, una mappa della zona con diversi luoghi cerchiati e le foto di diversi ragazzi, presumibilmente suoi amici da giovani.
Ma, soprattutto, vi era un grosso registratore degli anni '60 con sopra attaccata una nota.

!ASCOLTARE!

"Uno a zero per me ed il mio formidabile intuito".

Yoongi: "Forza premi play".

Jɪᴍɪɴ
22 Settembre ore 19:16

I due non ci misero molto a tornare al capanno; non si erano allontanati poi così tanto.
Il maggiore aprì la porta, e, in quel momento, pensò che avrebbe preferito che quel maledettissimo telefono andasse perso che dover assistere alla scena che gli si palesò dinanzi.

Jungkook giaceva lì, a terra, inerme; lo sguardo spento, l'espressione persa nel vuoto, le labbra dischiuse.
I capelli ricadevano dolcemente sulla fronte imperlata da goccioline di sudore.
Il suo petto che prima si contraeva ritmicamente per via della paura aveva ora smesso di muoversi.
Le punta delle dita avevano già iniziato a cambiare colore.
Il pavimento era dipinto di una meravigliosa tonalità di rosso, quasi ammaliante.

Il suo ventre era stato squartato da un'arma appuntita, o, forse, da degli artigli.
Le sue viscere si erano riversate sul pavimento in legno.
I suoi occhi erano ancora aperti, e lo sguardo puntato su quella porta che aveva impiegato troppo tempo a raggiungere.
Era morto.
Era morto nel giro di una manciata di secondi.
E, il suo assassino, non aveva lasciato tracce di sé.

Jimin si coprì la bocca con la mano, inorridito e nel vano tentativo di trattenersi dal piangere.
Taehyung, d'altro canto, non riusciva a credere a quel che i suoi occhi gli stavano mostrando.

"Cosa...perché?"

Singhiozzò Jimin, incapace di formulare una frase di senso compiuto, distogliendo lo sguardo non riuscendo a sopportare di vedere il suo migliore amico ridotto in quel modo.

Taehyung: "Io...non lo so".

Mormorò Taehyung, raccogliendo da terra il telefono di Jungkook che giaceva lì, abbandonato.

"Che fai?"

Chiese Jimin, muovendo un passo verso Jungkook, quasi nella speranza di constatare che il ragazzo fosse ancora in vita.

Taehyung: "Provo a chiamare aiuto. Non lo so".

Il ragazzo pensò che avesse senso, anzi, pensò che fosse l'unica cosa ragionevole da fare.

Taehyung: "Merda, non c'è segnale".

"E ora?"

Taehyung: "Non lo so sta zitto e fammi pensare!"

Replicò il minore, con tono alterato; non che si stesse effettivamente arrabbiando con Jimin.
Era confuso, terrorizzato, emotivamente distrutto ed incredulo per via di quello che era successo.
Reagire in quel modo non era che naturale.
Jimin annuì, e, in quello stesso istante, il suono di un tonfo, proveniente da fuori, li fece voltare di soprassalto verso la porta.

"Cos'era?".

Taehyung gli fece segno di rimanere in silenzio, afferrò un tubo metallico posato sulla scrivania e iniziò a camminare in maniera furtiva verso la porta.

Per l'ennesima dannata volta la luce si spense.
Quando la lampada tornò a funzionare, il cadavere di Jungkook non si trovava più a terra.
Una scia di sangue, come se si fosse trascinato o, meglio, come se fosse stato trascinato fuori, conduceva alla porta chiusa del capanno.
Nuovamente i due sentirono lo stesso suono.
Una, due, tre volte.
Il suono si ripeteva in maniera ritmica e, più continuava, più assomigliava al suono di passi che si facevano più vicini.

SCELTA: Aw shit, here we go again

Correte (chapter 71)

Nascondetevi (chapter 70)

Bᴜᴛᴛᴇʀғʟʏ ᴇғғᴇᴄᴛ Where stories live. Discover now