Cʜᴀᴘᴛᴇʀ 60

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"Vieni, nascondiamoci".

Sussurrò, afferrando Jungkook per un braccio e trascinandolo con sé dietro uno dei vari scaffali, abbastanza distanziato dalla parete, presenti all'interno della stanza.

"Andrà tutto bene, okay?"

Chiese, più rivolto a sé stesso che a Jungkook, il quale annuì seppur in maniera estremamente titubante.
Taehyung gli fece segno di restare in silenzio, stringendo la sua mano mentre intanto il rumore dei passi continuava incessantemente.
Improvvisamente, sentirono la porta spalancarsi, come se qualcuno l'avesse calciata o, comunque, aperta senza servirsi della maniglia.
I passi rallentarono: chiunque fosse appena entrato stava esplorando la stanza motlo lentamente.

Che si trattasse di uno dei loro amici?
E allora perché rimaneva in silenzio vagando per il capanno?
La tensione all'interno dell'aria divenne palese, tangibile, assolutamente lapalissiana.

Poi, il suono di passi si interruppe.
I due ragazzi, ancora nascosti dietro quello scaffale con il viso rivolto alla parete udirono una sorta di grido.
Un grido più simile a quello di una bestia, di un predatore a caccia, che a quello di un essere umano.
Era vicino.
Talmente vicino che Jungkook e Taehyung potevano sentirne il respiro e persino lo scricchiolio del legno ad ogni suo singolo movimento.
D'un tratto poi tutto tacque nuovamente.
Qualsiasi cosa fosse sembrava essersene andata.

Jungkook: "S-se n'è andato Tae?".

Chiese il ragazzo, quasi trattenendo il fiato, con la voce ed il corpo tremanti.
L'espressione di Taehyung era altrettanto terrorizzata, ma si limitò ad annuire.

E poi, tutto si fermò per un istante, come se lo scorrere dello spazio-tempo fosse cessato solo ed esclusivamente per concedere a Taehyung la chance assistere alla macabra e raccapricciante scena che lo avrebbe tormentato per il resto di quel che gli restava da vivere.

Di nuovo, udirono quel grido, e nuovamente quei passi.
Stavolta più rapidi, come se quell'essere stesse correndo.
L'istante dopo, Taehyung osservava Jungkook con espressione pietrificata.
Quest'ultimo abbassò lo sguardo, posandolo sul suo petto, che era stato perforato da un qualcosa di incredibilmente affilato che aveva persino trapassato lo scaffale.
Posò nuovamente lo sguardo su Taehyung.

Jungkook: "Tae...ti prego".

Mormorò con le lacrime agli occhi, in parte per il dolore tremendamente lancinante e, in parte per pura e semplice paura.
Posò le proprie mani sulle spalle del ragazzo, chinandosi leggermente verso di lui.

Jungkook: "P-perfavore Tae non voglio morire".

Scoppiò in lacrime e, Taehyung, non potè esimersi dal fare altrettanto.
Non disse nulla, non sapeva cosa dire; piangere era l'unica cosa che riusciva a fare in quel momento.
Le lacrime iniziarono a scendere da sole mano a mano che la stretta di Jungkook sulle sue spalle si indebolì progressivamente.
Taehyung non singhiozzò, non urlò.
Gli rimase tutto bloccato in gola.
Tuttavia sussultava; sussulti violenti, quasi spasmi.
Il dolore che stava disperatamente tentando di uscire ma non ci riusciva, e perciò gli morì dentro.
E, tra quei sussulti, in quell'istante gli sembrò di star morendo.
Anzi avrebbe dato di tutto pur di morire al posto di Jungkook.

Quello che morì però, fu Jungkook, qualche istante dopo, accasciandosi tra le braccia di Taehyung.
Il tempo, che sembrava essersi fermato, riprese a scorrere.
Dopotutto, il passare incessante e tumultuoso del tempo non ha pietà né tantomeno si ferma per qualcuno, neppure per gli addolorati e gli afflitti.

Di nuovo quel grido.
Il ragazzo sapeva di dover correre, di dover scappare, ma le sue gambe non riuscivano a muoversi.
Lo scaffale alle sue spalle venne scaraventato a terra, rivelando dietro di esso un essere dall'aspetto umanoide, con braccia e gambe inquietantemente lunghe.
Realizzò solo in quel momento che quel che aveva perforato il torace di Jimin, non era nient'altro era il braccio di quella creatura, ancora sporco di sangue.

La caratteristica dell'essere che più terrificava Taehyung, però, era che aveva il medesimo viso di Jungkook, seppur distorto.
Il corpo del ragazzo tremava, come fosse la chioma di un albero scosso dal gelido vento invernale.
Ma non riusciva a correre, il suo corpo si rifiutarò con veemenza di muoversi anche di un solo millimetro.

???: "Perché mi hai lasciato morire Taehyung?"

Il 'mostro' sbiascicò, digrignando i denti e Taehyung, stringendo ancora il cadavere di Jungkook tra le sue braccia, indietreggiò di qualche passo, finendo con le spalle premute contro parete.

"I-io non-".

ore 20:20 22 Settembre 2019

ENDING 3:
THE PAST IS BEYOND OUR CONTROL (worst ending)

Aɴ ᴏʟᴅ ʟᴀᴅʏ
23 Settembre ore 7:13

Tutti sono completamente all'oscuro di quel che è accaduto ieri sera.
Beh, fatta eccezione per me.

Nella tasca della giacca che sto indossando, vi è un biglietto ripiegato in quattro parti.
Mentre aspetto nei pressi dei binari, lo apro.

Se stai leggendo questa lettera, vuoldire che ce l'hai fatta.
Sei scappata da quella maledettissima casa che ti ha tenuta prigioniera per fin troppo tempo.
Scappa, vai lontano.
Dimenticati di quel bosco e di tutti gli orrori a cui hai dovuto assistere.
La morte di quei ragazzi non è colpa tua.
Distruggi questo biglietto, così da scordarti per sempre di questa storia.

Ma non dimenticarti di loro.

Assieme a un biglietto vi era una foto, anch'essa piegata in quattro parti; ritraeva me e i miei amici quando ancora eravamo felici ed ignari della sorte che ci attendeva.
Sul retro:

Non dimenticarti di loro.

1968

Nell'altra tasca vi è invece un accendino.
Dò fuoco al biglietto, lasciando che si trasformi in cenere e si polverizzi, trascinato via dalla leggera brezza autunnale.
Salgo a bordo del treno, sedendomi sul primo posto che trovo libero.

Mi chiedo cosa sarebbe successo se gli eventi di ieri sera si fossero svolti in maniera differente.
Mi chiedo cosa sarebbe accaduto se Namjoon, Seokjin, Yoongi, Hoseok, Jimin, Taehyung e Jungkook avessero ragionato qualche secondo in più prima di agire.
Secondo la teoria dei multiversi, parallelamente al nostro esistono centinaia se non migliaglia di altri universi completamente o solo parzialmente diversi da questo.
Quindi non sarebbe poi così illogico pensare che questa vicenda sia accaduta in maniera diversa in uno di questi universi.

Controllore: "Scusi, posso vedere il biglietto?".

Mi volto nella sua direzione con un piccolo sorriso, porgendogli il biglietto timbrato una decina di minuti fa.

"Ecco a lei".

L'uomo sorride cordialmente, controllando il biglietto per poi restituirmelo.
Lo ripongo nella tasca anteriore della mia valigia, mentre il treno parte diretto verso Seoul.
Come stavo dicendo riguardo a ieri sera...

Aspetta, cos'è che stavo dicendo?


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Bᴜᴛᴛᴇʀғʟʏ ᴇғғᴇᴄᴛ Where stories live. Discover now