Cʜᴀᴘᴛᴇʀ 100

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Yoongi esitò per qualche istante, ancora indeciso sul da farsi, poi, rivolse lo sguardo ad Hoseok, posandolo su di lui.

"Seguimi".

Mormorò, abbandonando la lanterna ad olio sul tavolo accanto al registratore, risalendo le scale con passo quasi felpato, nel tentativo di fare quanto meno rumore possibile.
I due passarono accanto alla cucina; l'anziana signora era voltata di spalle, intenta, presumibilmente, a preparare il tè nell'attesa che i due tornassero con la lanterna.

L'uscita era lì, dinanzi a loro, e per raggiungerla sarebbe stato sufficiente fare una decina di passi.
Yoongi, però, si fermò.

Hoseok: "Che ti prende?"

Sussurrò Hoseok per non farsi sentire, con la mano già posata sulla maniglia della porta.

"Le chiavi della macchina".

Hoseok: "Le chiavi della macchina?"

Yoongi annuì, rivoltando le tasche della sua giacca, le quali erano completamente vuote.

"Le ho lasciate sul tavolino della sala. Ci metto un secondo, ci vediamo fuori".

Hoseok esitò per un istante, tuttavia, perfettamente consapevole che senza chiavi non sarebbero andati lontano, decise di ascoltarlo.

Hoseok: "Okay, non fare rumore".

Così, Hoseok uscì di casa, lasciando la porta socchiusa.
Yoongi fece retrofront, camminando con ancor più cautela rispetto a prima, raggiungendo la sala con i due divani color verde scuro ed il tavolino di vetro tra di essi.
Fortunatamente, le chiavi erano lì.

Le raccolse, infilandosele in tasca.

???: "Dove vai così di fretta?".

Una voce alle sue spalle lo fece trasalire; si voltó di scatto.
Vide l'anziana signora, in piedi, che lo guardava con la medesima aria con cui lo aveva guardato poco prima, in bagno.
In mano, aveva un'ascia che Yoongi aveva notato in giardino conficcata in un ceppo quando erano arrivati.

"Cosa ci fa con quella?"

Chiese, quasi retoricamente, portando avanti le mani d'istinto, come si farebbe con un cane rabbioso per tentare di tranquillizzarlo.

Vecchia: "Avete ascoltato le registrazioni non è così?"

"Di che registrazioni parla?".

Yoongi lanciò un'occhiata alla porta, cercando di comprendere se, scattando in quella direzione, sarebbe riuscito a raggiungerla in tempo.

Vecchia: "Oh tesoro, non prendermi in giro. Sono vecchia, non stupida".

"Non capisco di co-"

Mentre indietreggiava Yoongi urtò il bracciolo del divano, cadendo a terra mentre intanto l'anziana signora avanzava.

Vecchia: "L'hai capito no? Che devi morire affinché io possa andarmene da qui?".

Yoongi continuò ad indietreggiare anche a terra, aiutandosi con le braccia.
Anche se si fosse alzato, non avrebbe fatto in tempo a scappare.
Chiuse gli occhi, parandosi il viso con il braccio, preparandosi inevitabilmente all'impatto.

Un istante dopo, un tonfo seguito dal suono suono del vetro che si infrange a terra.
Yoongi riaprì gli occhi; donna si trovava al suolo.
Dietro di lei, in piedi, Hoseok teneva in mano un vaso rotto, mentre il suo petto si contraeva ritmicamente.

Hoseok: "Stai bene?"

Yoongi fece di sì con il capo, mormorando un flebile:

"Grazie".

Il ragazzo si alzò da terra, afferrando la mano di Hoseok.

Hoseok: "Hai preso le chiavi?"

"Si".

I due, perciò, uscirono di corsa dall'abitazione, correndo praticamente al buio per il bosco.
Raggiunsero la macchina, montando a bordo.
Non vi era nessun altro lì.

"Gli altri?".

Hoseok scosse il capo, rivolgendo lo sguardo a Yoongi.

Hoseok: "Non ne ho idea".

"Pensi che siano già...".

Hoseok: "Morti? Si, penso di si. Penso che dovremmo...".

"...non c'è nulla che possiamo fare ormai".

Yoongi mise in moto l'auto, mentre le mani tremavano, trattenendo le lacrime e qualsiasi altra emozione provasse in quel momento.

ENDING n°10:
A BITTERSWEET VICTORY

"I walk through the valley with the shadow of death,
and I fear no evil because I'm blind to it all,
and my mind, my gun, the comfort me,
'cause I know I'll kill my enemies when they come".

Mentre la radio echeggiava per la Jeep, Hoseok e Yoongi rimasero in silenzio, non osando proferire parola, decisi solo ed esclusivamente ad allontanarsi da quella casa, da quel bosco.

"But I know, when I die, my soul is damned".

Hᴏsᴇᴏᴋ
23 Settembre dell'anno successivo ore 7:13

Non posso fare a meno di pensarci.

A volte mi chiedo cosa sarebbe successo se gli eventi di quella sera di un anno fa si fossero svolti in maniera differente.
Mi chiedo cosa sarebbe accaduto se non avessi mai trovato quell'annuncio sul giornale, se non lo avessi proposto ai miei amici e se ognuno di noi avesse fatto delle scelte diverse.
Secondo la teoria dei multiversi, parallelamente al nostro esistono centinaia se non migliaglia di altri universi completamente o solo parzialmente diversi da questo.
Quindi non sarebbe poi così illogico pensare che questa vicenda sia accaduta in maniera diversa in uno di questi universi.

Io non posso fare a meno di pensarci.
E non posso fare a meno di sentirmi colpevole per quel che è successo a Namjoon, Seokjin, Taehyung, Jungkook e Jimin.

Non riesco a perdonarmelo, così come non riesce a perdonarselo Yoongi.
Lui non è più lo stesso, non credo che lo abbia mai completamente accettato.
Lo capisco perfettamente.

È stata tutta colpa mia e della mia stupida idea.

Forse dovrei farla semplicemente finita.

Continuo a ripetermelo da quando ho "preso in prestito" la magnum calibro 44 dalla cassaforte di mio padre.

Continuo a ripetermelo anche ora, mentre me la rigiro tra le mani che tremano allo stesso modo in cui tremavano quel giorno di un anno fa.

Quelle stesse mani sporche del sangue dei miei amici.

Li ho lasciati morire.

È questo che mi ripeto mentre ora l'arma è puntata alla mia tempia ed io, ho chiuso gli occhi, rallentando il respiro nel tentativo di calmarmi.

Poso il dito sul grilletto, applicando una leggera pressione.

Avrei preferito morire io al loro posto.

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Bᴜᴛᴛᴇʀғʟʏ ᴇғғᴇᴄᴛ Where stories live. Discover now