Cʜᴀᴘᴛᴇʀ 171

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Yoongi esitò per qualche istante, ancora indeciso sul da farsi, poi, rivolse lo sguardo ad Jimin, posandolo su di lui.

"Seguimi".

Mormorò, abbandonando la lanterna ad olio sul tavolo accanto al registratore, risalendo le scale con passo quasi felpato, nel tentativo di fare quanto meno rumore possibile.

Percorsero nuovamente il corridoio, raggiungendo la finestra in fondo ad esso.
Questa opzione di fuga, era decisamente la più sicura; l'anziana signora non se ne sarebbe neppure accorta.

Jimin: "Mi raccomando fai piano".

Sussurrò Jimin mentre Yoongi sollevava con cautela lo stipite della finestra; la leggera brezza proveniente da fuori piombò all'interno della stanza, accarezzando il volto dei ragazzi.

"Okay ci sono".

Yoongi si apprestò ad uscire dalla finestra, aiutato dal suo fidanzato.
Non appena fuori dall'abitazione di guardò attorno, giusto per sicurezza.

"Vieni, via libera".

Jimin lo raggiunse poco dopo e i due si incamminarono diretti verso la loro auto, nella speranza di incontrare gli altri per poterli mettere al corrente della situazione in cui si erano cacciati.

In lontananza, intravidero qualcuno.

Jimin: "Hoseok!"

Il ragazzo, seduto sul sedile del guidatore, con la portiera aperta, sollevò lo sguardo, posandolo su Jimin e Yoongi.

Hoseok: "Ragazzi! Grazie a Dio! C'è qualcosa che non va in questi boschi".

Yoongi annuì leggermente con il capo.

"Ce ne siamo accorti, dobbiamo andarcene di qui".

Hoseok: "Pensate che gli altri siano ancora in casa?"

Jimin: "No, pensavamo fossero con te".

Hoseok: "Non li ho visti per tutta la serata. Qualcuno di voi ha le chiavi?"

"No, credo di averle lasciate sul tavolino della sala".

Jimin: "Cazzo".

Hoseok: "Ed ora?"

"Non possiamo lasciare gli altri qui. Andiamo a recuperare le chiavi come prima cosa".

I tre percorso nuovamente la strada che conduceva alla casa che avevano preso in affitto, camminando con estrema cautela, come nel tentativo di non fare alcun rumore.
Inaspettatamente, la strada ora sembrava molta meno.
Intravidero la casa, che si innestava tra le varie chiome degli alberi.
Affrettarono il passo, sino a che non ripresero nuovamente a correre aprendo la porta ed entrando in casa.
Per poi fermarsi, pietrificati.

Hoseok: "Vi prego. Vi scongiuro ditemi che sto sognando".

Hoseok ricadde sulle ginocchia, in silenzio, senza dire nulla, incapace di formare una qualunquissima frase.

Uno, due, tre, quattro erano il numero dei cadaveri a terra: Taehyung, Jungkook , Namjoon, Jin.
Accanto ai loro corpi, atrocemente mutilati sino ad un punto in cui fu persino difficile risconoscerli, vi era un singolo bigliettino scritto in corsivo.

Mi dispiace, vi sono infinitamente grata. Grazie. Addio.

La porta alle spalle di Yoongi, Jimin ed Hoseok si chiuse.

ore 20:20 22 Settembre 2019

ENDING n°61:
IL GATTO DI SCHRÖDINGER

Sapete cos'è il paradosso del gatto di Schrödinger?

Supponiamo di avere un gatto chiuso in una scatola dove un meccanismo (col quale il gatto non può ovviamente interferire) può fare o non fare da grilletto all'emissione di un gas velenoso. Per entrambe le situazioni la probabilità è esattamente del 50%.

Secondo Schrödinger, visto che è impossibile sapere, prima di aprire la scatola, se il gas sia stato rilasciato o meno, fintanto che la scatola rimane chiusa il gatto si trova in uno stato indeterminato: sia vivo sia morto.

Solo aprendo la scatola questa "sovrapposizione di stati" si risolverà, in un modo o nell'altro.
La vita del gatto è di fatto, paradossalmente, nelle nostre mani.

Così, allo stesso modo, sino a che qualcuno non aprirà nuovamente la porta di quella casa, Yoongi, Hoseok e Jimin saranno anch'essi in uno stato intermediario: sia vivi che morti.

A noi, purtroppo, non è dato saperlo.

Aɴ ᴏʟᴅ ʟᴀᴅʏ
23 Settembre ore 7:13

Tutti sono completamente all'oscuro di quel che è esattamente accaduto ieri sera.
Beh, fatta eccezione per me.

Nella tasca della giacca che sto indossando, vi è un biglietto ripiegato in quattro parti.
Mentre aspetto nei pressi dei binari, lo apro.

Se stai leggendo questa lettera, vuoldire che ce l'hai fatta.
Sei scappata da quella maledettissima casa che ti ha tenuta prigioniera per fin troppo tempo.
Scappa, vai lontano.
Dimenticati di quel bosco e di tutti gli orrori a cui hai dovuto assistere.
La morte di quei ragazzi non è colpa tua.
Distruggi questo biglietto, così da scordarti per sempre di questa storia.

Ma non dimenticarti di loro.

Assieme a un biglietto vi era una foto, anch'essa piegata in quattro parti; ritraeva me e i miei amici quando ancora eravamo felici ed ignari della sorte che ci attendeva.
Sul retro:

Non dimenticarti di loro.

1968

Nell'altra tasca vi è invece un accendino.
Dò fuoco al biglietto, lasciando che si trasformi in cenere e si polverizzi, trascinato via dalla leggera brezza autunnale.
Salgo a bordo del treno, sedendomi sul primo posto che trovo libero.

Mi chiedo cosa sarebbe successo se gli eventi di ieri sera si fossero svolti in maniera differente.
Mi chiedo cosa sarebbe accaduto se Namjoon, Seokjin, Yoongi, Hoseok, Jimin, Taehyung e Jungkook avessero ragionato qualche secondo in più prima di agire.
Secondo la teoria dei multiversi, parallelamente al nostro esistono centinaia se non migliaglia di altri universi completamente o solo parzialmente diversi da questo.
Quindi non sarebbe poi così illogico pensare che questa vicenda sia accaduta in maniera diversa in uno di questi universi.

Controllore: "Scusi, posso vedere il biglietto?".

Mi volto nella sua direzione con un piccolo sorriso, porgendogli il biglietto timbrato una decina di minuti fa.

"Ecco a lei".

L'uomo sorride cordialmente, controllando il biglietto per poi restituirmelo.
Lo ripongo nella tasca anteriore della mia valigia, mentre il treno parte diretto verso Seoul.
Come stavo dicendo riguardo a ieri sera...

Aspetta, cos'è che stavo dicendo?

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Bᴜᴛᴛᴇʀғʟʏ ᴇғғᴇᴄᴛ Where stories live. Discover now