Cʜᴀᴘᴛᴇʀ 62

6 1 0
                                    

"Vieni, nascondiamoci".

Sussurrò, afferrando Jungkook per un braccio e trascinandolo con sé dietro uno dei vari scaffali, abbastanza distanziato dalla parete, presenti all'interno della stanza.

"Andrà tutto bene, okay?"

Chiese, più rivolto a sé stesso che a Jungkook, il quale annuì seppur in maniera estremamente titubante.
Taehyung gli fece segno di restare in silenzio, stringendo la sua mano mentre intanto il rumore dei passi continuava incessantemente.
Improvvisamente, sentirono la porta spalancarsi, come se qualcuno l'avesse calciata o, comunque, aperta senza servirsi della maniglia.
I passi rallentarono: chiunque fosse appena entrato stava esplorando la stanza motlo lentamente.

Che si trattasse di uno dei loro amici?
E allora perché rimaneva in silenzio vagando per il capanno?
La tensione all'interno dell'aria divenne palese, tangibile, assolutamente lapalissiana.

Poi, il suono di passi si interruppe.
I due ragazzi, ancora nascosti dietro quello scaffale con il viso rivolto alla parete udirono una sorta di grido.
Un grido più simile a quello di una bestia, di un predatore a caccia, che a quello di un essere umano.
Era vicino.
Talmente vicino che Jungkook e Taehyung potevano sentirne il respiro e persino lo scricchiolio del legno ad ogni suo singolo movimento.
D'un tratto poi tutto tacque nuovamente.
Qualsiasi cosa fosse sembrava essersene andata.

Jungkook: "S-se n'è andato Tae?".

Chiese il ragazzo, quasi trattenendo il fiato, con la voce ed il corpo tremanti.
L'espressione di Taehyung era altrettanto terrorizzata, ma si limitò ad annuire.

E poi, tutto si fermò per un istante, come se lo scorrere dello spazio-tempo fosse cessato solo ed esclusivamente per concedere a Taehyung la chance assistere alla macabra e raccapricciante scena che lo avrebbe tormentato per il resto di quel che gli restava da vivere.

Di nuovo, udirono quel grido, e nuovamente quei passi.
Stavolta più rapidi, come se quell'essere stesse correndo.
L'istante dopo, Taehyung osservava Jungkook con espressione pietrificata.
Quest'ultimo abbassò lo sguardo, posandolo sul suo petto, che era stato perforato da un qualcosa di incredibilmente affilato che aveva persino trapassato lo scaffale.
Posò nuovamente lo sguardo su Taehyung.

Jungkook: "Tae...ti prego".

Mormorò con le lacrime agli occhi, in parte per il dolore tremendamente lancinante e, in parte per pura e semplice paura.
Posò le proprie mani sulle spalle del ragazzo, chinandosi leggermente verso di lui.

Jungkook: "P-perfavore Tae non voglio morire".

Scoppiò in lacrime e, Taehyung, non potè esimersi dal fare altrettanto.
Non disse nulla, non sapeva cosa dire; piangere era l'unica cosa che riusciva a fare in quel momento.
Le lacrime iniziarono a scendere da sole mano a mano che la stretta di Jungkook sulle sue spalle si indebolì progressivamente.
Taehyung non singhiozzò, non urlò.
Gli rimase tutto bloccato in gola.
Tuttavia sussultava; sussulti violenti, quasi spasmi.
Il dolore che stava disperatamente tentando di uscire ma non ci riusciva, e perciò gli morì dentro.
E, tra quei sussulti, in quell'istante gli sembrò di star morendo.
Anzi avrebbe dato di tutto pur di morire al posto di Jungkook.

Quello che morì però, fu Jungkook, qualche istante dopo, accasciandosi tra le braccia di Taehyung.
Il tempo, che sembrava essersi fermato, riprese a scorrere.
Dopotutto, il passare incessante e tumultuoso del tempo non ha pietà né tantomeno si ferma per qualcuno, neppure per gli addolorati e gli afflitti.

Bᴜᴛᴛᴇʀғʟʏ ᴇғғᴇᴄᴛ Where stories live. Discover now