Capitolo 8

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Punizione Da Scontare

Quel giorno Hermione non pranzò in Sala Grande ma andò direttamente nell'aula pozioni per prendere il posto in prima fila e distrarsi dagli avvenimenti di quella mattina.
Dopo dieci minuti la classe si riempì completamente e Lumacorno iniziò la sua lezione con il solito sorriso.
«Buon pomeriggio ragazzi» disse tranquillo poggiando le mani sulla sua pancia.
«Buon pomeriggio» risposero i ragazzi in coro.
«Oggi faremo qualcosa di davvero utile la Tricopozione lisciariccio chi sa dirmi cos'è? Si Signorina Greengrass?»
«La Tricopozione lisciariccio è una pozione che rende lisci i capelli ricci o crespi. Granger ne sapevi l'esistenza?» tutti i serpeverde scoppiarono a ridere per il commento finale e Lumacorno sorrise amaro.
«dieci punti a Serpeverde ma cinque in meno per aver fatto un commento non richiesto. Bene ora vi spiego qualche chicca su questa pozione» quando dopo un'ora e mezza la lezione finì Hermione bloccò dentro l'aula vuota Malfoy afferrandolo per un braccio.
«Non toccarmi Mezzosangue mi sono lavato poco fa.» disse allontanando il braccio dalla sua presa.
Hermione inspirò pesantemente.
«Sei stato ad Azkaban? Quando?» chiese guardandolo negli occhi sperando in una risposta concreta.
«Cosa? A te cosa importa se sono stato o meno lì!»
«È solo che voglio capire!»
«Capire cosa? Granger non sono affari tuoi lasciami in pace e continua la tua vita da eroina senza finirmi tra i piedi.» si girò e camminò verso la porta ma nuovamente, come quella mattina, la sua voce lo bloccò.
«Secondo me tu non sei così perfido come vuoi dimostrare.» disse piano sperando di farsi sentire.
Draco si girò di scattò e con poche falcate arrivò a qualche centimetro dal suo viso
«No Granger sono molto peggio, potrei essere molto più crudele se solo m'impegnassi, quindi impara a farti gli affaracci tuoi!» esclamò con forza sperando di spaventarla ma non fu così.
Senza pensare a ciò che stava per fare Hermione mise le braccia intorno alla sua vita e la testa sul suo petto, lo stava abbracciando.
Il biondo era incredulo e non si mosse ma abbassò lo sguardo per poterla guardare in viso.
La Grifona si staccò di scatto e si allontanò da lui per poi uscire velocemente dalla stanza.
Draco rimase lì a guardare il vuoto per qualche secondo prima di ricomporsi e uscire dalla classe.

«Daph che ne dici se saltiamo le due ore di divinazione dopo pranzo?» chiese dolcemente il suo ragazzo sedutosi vicino a lei.
«Assolutamente si Bla.» rispose sorridendogli maliziosamente.
«Potrei vomitare.» disse una voce divertita alle loro spalle che riconobbero immediatamente.
«Dra sei sempre così dolce lo sai?» disse la bionda guardandolo.
«Si lo so.» rispose tranquillo sedendosi accanto a lei e alzando lo sguardo verso il tavolo Grifondoro per guardare la Mezzosangue.
«Fermo, fermo, fermo perché stai fissando la Granger?» chiese il moro seguendo lo sguardo del suo migliore amico.
«Il professore di babbanologia ha detto che vuole farci lavorare insieme più spesso, dice che siamo un'ottima coppia.» mentì lui guardando i suoi migliori amici.
«Cosa? Salazar Dra verrai contaminato da quel sangue sporco.» disse Theo che sedeva davanti a loro.
«Già...» rispose il biondo ripensando all'abbraccio che poco prima si erano scambiati in aula pozioni.
«Secondo voi la Granger troverà mai un ragazzo?» chiese Pansy guardando i suoi amici sorridendo.
«Certo che no! Secondo me non sa neanche come si bacia un ragazzo» rispose la più giovane delle sorelle Greengrass che era appena arrivata avvinghiandosi al braccio del biondo.
Dopo pochi minuti tutti tranne Blaise e Daphne si alzarono e andarono a lezione.

Alle diciotto di quel pomeriggio sarebbe iniziata la punizione data dalla McGrannit e Hermione a cinque minuti dall'inizio si trovava già lì ad aspettare quello che l'avrebbe aiutata.
Quando vide arrivare il biondo avrebbe voluto sotterrarsi ma sfortunatamente non poteva farlo.
«Malfoy» lo salutò tranquilla
«Granger» rispose nel medesimo tono.
«Bene, iniziamo.»
E senza degnarsi più di parola iniziarono a pulire gli spogliatoi. Dopo quasi due ore avevano terminato quelli di Tassorosso, Corvonero e Grifondoro e l'ultimo che mancava era quello di Serpeverde.
Hermione stanca di tutto quel silenzio decise di intraprendere una conversazione con il biondo.
«Andromeda mi ha detto di aver riallacciato i rapporti con tua madre da quando è finita la guerra.» il ragazzo alzò i suoi freddi occhi su di lei e la fissò.
«Si.» rispose semplicemente per poi rimettersi a lucidare con cura, cosa che negli altri spogliatoi non aveva fatto, i manici di scopa.
«Conosci Teddy? È un bambino dolcissimo, sai fa fatica a dire il mio nome e mi chiama Emione, è davvero divertente sentirlo quando mi chiama.» continuò lei sorridendo mentre lucidava una della panche.
«Granger mi spieghi cosa vuoi!?» disse spazientito senza però guardarla.
«Voglio solo fare un po' di conversazione sono due ore che stiamo in silenzio.»
«Si stava meglio!»
«Sei così...fastidioso! Scusami tanto se volevo essere gentile! Forse non sai neanche cos'è la gentilezza!» le guance le si tinsero di rosso per la rabbia e con le mani tremanti si rimise a lavorare.
«Lo conosco Teddy, quella peste tremenda veniva spesso al Manor d'estate. Mia madre era sempre contenta di vederlo, diceva che le ricordava me da piccolo e so che fa fatica a pronunciare i nomi, in fondo ha solo un anno. Soddisfatta?» le disse dopo qualche minuto di silenzio.
«Tua madre deve essere una donna meravigliosa.» disse lei sincera guardando negli occhi il ragazzo e avvicinandosi a lui.
«Non ha mai potuto dimostrarmelo. Mio padre era contro qualsiasi tipo di dimostrazione d'affetto, diciamo che non era molto paziente con me e lei. Salazar non so neanche perché ti stia dicendo queste cose Mezzosangue.»
«Sai i miei genitori non si ricordano di me.» disse lei tutto d'un fiato mentre il ragazzo corrugava la fronte confuso.
«Quando la guerra è iniziata ho modificato i loro ricordi per farli andare via. Ora vivono in Australia e hanno aperto un orfanotrofio sono felici ma - una lacrima le scese lungo la guancia seguita da molte altre subito dopo - non sanno della mia esistenza.»
Draco vedendo la ragazza così triste cercò di avvicinarsi lentamente e per la seconda volta in una giornata l'abbracciò. Hermione senza pensarci troppo si accoccolò tra le sue braccia e restarono così qualche minuto poi la riccia alzò lo sguardo verso di lui, erano a pochi centimetri e potevano sentire i loro respiri sulle labbra, lentamente Draco si avvicinò di più al suo viso e quando i loro nasi si sfiorarono Hermione chiuse gli occhi.
«Granger» sussurrò il biondo accarezzandole il viso prima di allontanarsi e uscire dallo spogliatoio.

Ronald Weasley stava camminando tranquillamente lungo il corridoio del terzo piano pensando a come fare per battere i Serpeverde a Quidditch e portare a casa la coppa quando un lieve singhiozzo blocco i suoi pensieri.
Lentamente si avvicinò alla colonna dalla quale il suono sembrava provenire e infatti lì dietro si nascondeva una ragazza del sesto anno di Tassorosso che piangeva a dirotto.
«Ehi va tutto bene?» le chiese sedendosi vicino a lei.
«Si. No! Il mio ex ragazzo sta mettendo in giro brutte voci su di me e tutti mi prendono in giro!» esclamò lei continuando a piangere.
«Dovresti denunciare ai Capo Casa questo ragazzo oppure ai Caposcuola, se vuoi parlo io con Hermione e...Oh! A proposito io sono Ronald Weasley  e tu sei?» disse lui porgendole la mano e sorridendole.
«Joanne Morrwell» gli rispose sorridendo leggermente.
«Farò come mi hai detto e lo dirò al mio capo Casa, grazie Ronald.» continuò per poi alzarsi, scoccargli un bacio sulla guancia e andare  via.

Hermione Granger stava guardando il soffitto della sua camera da quasi tre ore, aveva anche saltato la cena, continuava a pensare a quel quasi bacio tra lei e Malfoy. Quasi ci aveva sperato quella sera, se lui non si fosse fermato chissà cosa sarebbe successo. Continuava a rigirarsi nel letto cercando di capire cosa la testa le diceva in quel momento ma non riusciva a capire.
Draco Malfoy così come Hermione stava fissando il soffitto da un po', aveva quasi baciato la Mezzosangue quella sera e ancora non capiva perché si fosse fermato. Era una confusione totale nella sua testa e questo gli dava un fastidio tremendo, nessuna ragazza lo aveva mai confuso e lei non sarebbe stata la prima in fondo non era diversa dalle altre.

Dramione||la leggenda di IcaroDonde viven las historias. Descúbrelo ahora