Capitolo 12

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"Tu non sei un assassino"

Daphne Greengrass era davanti allo specchio della camera  che condivideva con Pansy Parkinson e Millicent Bulstrode e a dorso nudo osservava la cicatrice che le attraversava la schiena, essere una Purosangue di nobile casata non era mai stato facile, non per lei almeno.
Sua madre e suo padre dopo la nascita di Astoria avevano smesso di parlarsi, il padre aveva un'amante e la madre lo aveva scoperto ma non potendo lasciare il marito faceva finta di niente sorridendo agli ospiti e guardandola con astio mentre tutto l'amore che possedeva in corpo veniva donato alla sorella.
La colpa era sua.
La madre aveva sempre detto che da quando era rimasta incinta per la prima volta suo padre aveva smesso di guardarla con gli stessi occhi e aveva iniziato a guardare solo lei così si decise ad odiarla. La ragazza adorava suo padre, le aveva dato tutte le attenzioni e l'amore che quella donna non era mai riuscita a darle.
Non aveva mai avuto una vera madre, aveva solo una donna crudele che per educarla ad essere una Signora usava metodi brutali e crudeli - come quasi tutti i genitori purosangue - ed era spietata, il suo attrezzo preferito era la frusta che parecchie volte Daphne aveva sentito schioccare sulla sua schiena e mai una volta su quella della sorella, si perché la madre era fissata con Astoria. Doveva ringraziare solo Narcissa la madre di Draco se oggi sapeva cosa volesse dire l'affetto materno, lei l'aveva sempre trattata come una seconda figlia e più volte le aveva curato le ferite che la donna che l'aveva messa al mondo le aveva procurato.
Non come sua madre che venerava solo Astoria.
Lei era la figlia perfetta, mai in ritardo, sempre composta, elegante e sorridente, non poteva permettersi una cicatrice su quel corpo snello e magro. Una bambola, così la definiva lei ma era pur sempre sua sorella e le voleva bene.
«Sei bellissima» sussultò sentendo la voce di Blaise che da poco era entrato nella stanza in modo lento e silenzioso tanto da non farsi neanche sentire.
«Blaise mi hai spaventata.» sussurrò coprendosi il petto con le mani.
«Non ti vergognerai di me!?»chiese il ragazzo avvicinandosi a lei lentamente.
«Sai sono seminuda e tu sei un ragazzo.»
«Un ragazzo!? Io sono il tuo ragazzo» rispose dandole un lieve bacio sulla fronte e sorridendo.
«Blaise...»
«Mh...»
«Non voglio più tornare in quella casa, l'inferno sarebbe meglio.» disse guardandolo negli occhi.
«Non ci tornerai e sai perché!? - lei scosse la testa - perché appena terminati i M.A.G.O. tu verrai a casa mia e mi sposerai.»
Daphne sorrise e abbracciò il ragazzo scoppiando in lacrime.
«Ti amo Blaise»
«Anche io ti amo.»

Astoria Greengrass era decisamente una bella ragazza, aveva le gambe snelle, era magra, aveva un sedere alto e sodo e i seni erano perfetti. L'unica pecca con lei era l'intelligenza che sfortunatamente mancava.
Draco era sdraiato nel suo letto a fumare un sigaretta mentre la bionda stava in piedi davanti a lui completamente nuda.
«Non sei contento Dra!? Tutti ti invidieranno quando diventerò tua moglie!» esclamò facendo un giro su se stessa per poi stendersi accanto a lui e togliendogli di mano la sigaretta per baciarlo.
«Astoria devo alzarmi, ho lezione con la Megera e se non vado come minimo mi ammazza.» disse staccandosi da lei e andando in bagno a cambiarsi.
La bionda sbuffò sonoramente e si rivestì aspettando che il ragazzo uscisse dal bagno per andare con lui a lezione.
«Io devo fare incantesimi, ci vediamo dopo Dra!» esclamò scoccandogli un bacio sulla guancia e correndo via insieme a delle ragazzine di Serpeverde.
«Dra almeno ti stai divertendo con lei?» chiese Tiger tirandogli una leggera gomitata per farlo sorridere. Ma il ragazzo gli rispose con un ghigno tetro.«Certo che mi sto divertendo Tiger, più di quanto immagini.» Il gruppo di serpi rise e senza accorgersene arrivarono nell' aula di trasfigurazione, una gatta stava seduta sulla cattedra ad osservare i ragazzi entrare in massa e chiacchierare tra loro. Il trio dei miracoli era come sempre seduto nelle prime due file, la Granger era al primo banco dritta come un palo ad osservare davanti a sè mentre Potter e Weasley stavano affianco nella fila dietro che parlavano tra loro incuranti di ciò che stava succedendo intorno a loro. La gatta si trasformò in una donna dal cipiglio severo e immediatamente la classe si zittì.
«Buongiorno ragazzi. Oggi per voi ho in serbo un incantesimo semplicissimo "Lapifors" questo Trasfigura oggetti o persone in conigli. Ora trasformerete il candelabro di fronte a voi. Iniziate.» la classe senza esitare cominciò a provare l'incantesimo, ovviamente dopo dieci minuti Hermione si trovò davanti un meraviglioso coniglio nero e la McGrannitt sorrise soddisfatta.
«Ottimo davvero. 20 punti per Grifondoro!»
Alla fine delle due ore la classe si svuotò immediatamente per dirigersi ad altre lezioni.
La sera arrivò presto e tutti i ragazzi erano in Sala Grande per la cena, Draco decise di cambiare strada e andare alla vecchia torre d'astronomia lasciata  vuota dalla sera della terribile morte di Silente.

«tu non sei un assassino»

Questa frase continuava a tormentarlo, non aveva mai ucciso nessuno, ma aveva visto parecchie persone morire, lui fu il primo.
Ricordava ogni particolare del loro discorso e questo lo devastava, doveva accettare di entrare nell'Ordine ma a che scopo? Lì nessuno l'avrebbe accettato e gli sarebbero stati con il fiato sul collo e lui era certo anche che se ci fosse stato il bisogno di sacrificare qualcuno avrebbero scelto lui senza ombra di dubbio.
Non era un assassino lo sapeva, ma si sentiva tale. Tutte le persone morte in casa sua, sotto i suoi occhi, si sentiva responsabile anche se di fatto non lo era.
Era così immerso nei suoi pensieri che non si era accorto dell'entrata del trio dei miracoli lì.
«Malferret sei qui per fare cosa!? Ridere di lui? Della sua pietà?» 
«Potter sta zitto»
«Hai visto Harry? Non ha neanche il coraggio di guardarci negli occhi, ti penti vero?»
Draco si voltò verso di loro e ghignò.
«Stai tranquillo Weasley, non mi vergogno di niente io!»
«Azkaban ti sta aspettando sai? C'è una cella che aspetta te.»
Hermione sentendo quelle parole rimase sconvolta.
Malfoy fece una smorfia contrariata e guardò Harry con gli occhi socchiusi in due fessure gelide.
«Non nominare quel posto Potter, soprattutto se non sai ciò che avviene lì. Non hai nessun diritto per parlarne.»
Ronald fece un sorriso beffardo.
«Noi non abbiamo diritto a parlarne? E tu allora? Tu non avevi nessun diritto di tornare qui in questa scuola dove molta gente è morta per colpa tua!»
«Ronald!» esclamò Hermione sempre più sconvolta.
«se quelle persone sono morte è colpa di V-Voldemort. Malfoy non c'entra niente.»
Draco rimase a fissare -per qualche secondo-  incredulo la ragazza che aveva davanti per poi tornare ad essere impassibile.
«Hermione lo stai difendendo?» chiese Harry sconvolto.
«Non sto difendendo nessuno evidenzio solo la veritá. Andiamo via ora.» Harry e Ron dopo aver lanciato uno sguardo d'odio al biondo uscirono dalla Torre.
«Non avevo bisogno del tuo aiuto Granger.»
«Lo so. - prese un respiro e dopo qualche secondo di silenzio parló di nuovo - Draco quello che è successo qui non è stata colpa tua, Silente sapeva già che sarebbe dovuto morire e ha organizzato tutto con Piton. Lui sapeva che in fondo sei solo un ragazzo, che come ognuno di noi non hai colpe e soprattutto tu non hai avuto scelta.»
«Io avevo una scelta. Silente mi aveva proposto di passare dalla vostra parte ma non l'ho fatto...»lei lo interruppe.
«Stavi proteggendo la tua famiglia! Chiunque si sarebbe comportato come te.»
«No Granger, tu no, tu avresti accettato l'aiuto di Silente senza esitazione. Io invece ho esitato troppo e non sono riuscito a scegliere dato che i Mangiamorte sono entrati troppo presto.»
«Anche io avrei esitato trattandosi della mia famiglia.» rispose sicura guardandolo negli occhi.
Draco fece un sorriso amaro e si avvicinò a lei, le posò un bacio sulla fronte e se ne andò sussurrando. Un calore inspiegabile s'impossessò di Hermione in quel momento fino a quando lui non si staccò da lei.
«Buonanotte Mezzosangue»

Dramione||la leggenda di IcaroWhere stories live. Discover now