Capitolo 23

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Sleeping together

Entrarono nella stanza della serpe e la ragazza sentì un moto di preoccupazione crescerle nel petto, doveva curargli la ferita al sopracciglio niente di più, ma comunque si sentì terrorizzata dall'idea di stare nella sua camera da letto da soli.
«Hai q-qualcosa che posso usare per curarti la  ferita?» disse mentre il ragazzo apriva uno dei suoi cassetti posti ai lati del letto a baldacchino da una piazza e mezza.
La stanza era identica alla sua tranne che per i colori verde-nero, il bagno personale sulla destra del letto, un grande armadio di fronte al letto, una finestra che dava sui fondali del Lago Nero e sotto di essa un divano in pelle nera.
«Ho del dittamo qui» disse il ragazzo prendendo la boccetta e portandosela davanti al viso in modo da mostrarla anche alla ragazza che sorrise e l'afferrò facendogli cenno di sedersi sul bordo del letto.
Fece apparire della garza e cominciò delicatamente a tamponare il piccolo taglio mentre Draco cercava di muoversi il meno possibile.
«Perché sei andato da Ronald?» gli chiese prendendo un altro po' di dittamo dall'ampolla.
«Lo sai il perché, non approvo che qualcuno si prenda ciò che è mio. Tantomeno se è un pezzente.» la ragazza smise di curarlo e spalancò la bocca indignata
«Io non sono un oggetto. Non sono di tua proprietà, non sappiamo neanche cosa siamo e già mi reputi tua!?»
«Non intendevo dire che sei un oggetto Granger. Intendo dire che...»
«Cosa Malfoy!?» lo interruppe lei guardandolo con gli occhi accesi di rabbia.
«Intendo dire che non voglio che un altro ragazzo ti tocchi, o ti sfiori perché solo il pensiero mi fa impazzire.»
«Sei geloso!»
«Non sono geloso! Non so neanche cosa sia la gelosia!»
La ragazza scoppiò a ridere e finì di curargli il sopracciglio scuotendo ogni tanto la testa.
«Draco Malfoy è geloso di me!» sussurrò ancora e il biondo per farla tacere la baciò a lungo.
«Zitta.» disse per poi far combaciare nuovamente le loro labbra tirandola verso il letto facendola sdraiare sotto di lui.
Cominciò a baciarle la mandibola, il collo e quando infilò le mani sotto la divisa della ragazza accarezzandole la pelle liscia la sentì ritrarsi.
«Draco io non...»
«Lo so, tranquilla, aspetterò anche tutta la vita se necessario.» s'immobilizzò terminando quella frase non credendo a quello che aveva appena detto, Hermione sorrise e lo baciò ancora prima di provare ad alzarsi ma venendo di nuovo bloccata dal suo braccio.
«Resta qui...» aveva già dormito con qualche ragazza, ma la sensazione di avere lei accanto lo fece tremare come poche volte gli era successo.

Le diede una sua maglia abbastanza grade per farla sentire a suo agio, e le stava decisamente lunga arrivandole qualche centimetro sopra al ginocchio. Più la guardava e più si convinceva di quanto sbagliato fosse il loro rapporto.
«Draco...va tutto bene?» chiese lei una volta sotto le coperte guardandolo attentamente, stava a pancia in su, senza maglia e osservava pensieroso il soffitto.
«No. Granger che stiamo facendo!? Sono cattivo, un Mangiamorte, un codardo, uno che ha preso la propria compassione e l'ha chiusa nella sua testa senza permettergli l'uscita. Non so cosa sia la pietà, ho rischiato di uccidere Silente e solo ora mi rendo conto del fatto che dovresti essere con Weasley adesso. Sarebbe di sicuro un fidanzato migliore.» la ragazza lo guardò e sorrise prima di sollevarsi su un gomito per guardarlo meglio in viso scostandogli alcuni ciuffi biondi dalla fronte.
«È vero, sei cattivo, eri un Mangiamorte, eri anche parecchio viziato e sei stato un po' codardo durante la guerra. Ma hai anche abbassato la bacchetta davanti a Silente, hai finto di non sapere chi fossimo con Bellatrix, sei diventato un Mangiamorte per salvare la tua vita e quella della tua famiglia e ora hai me, qui nel tuo letto senza accennare minimamente alla differenza di sangue. Si cambia Draco e si cresce, tu sei cambiato se no non sarei qui, forse Ronald sarebbe il ragazzo ideale ma io non cerco il principe azzurro, io cerco l'amore e quello Ron non è riuscito a darmelo...» concluse poggiando la testa sulla sua spalla e lasciando che lui la stringesse a se' mantre il biondo sospirava e si tranquillizzava.

Ron Weasley aveva aspettato Hermione in Sala Comune fino alle due e venti del mattino, quando non la vide tornare corse al piano di sopra da Harry per farsi prestare la mappa del malandrini, ma sfortunatamente quest'ultima aveva smesso di funzionare dalla morte di Remus e ora su quel pezzo di pergamena appariva in grande la scritta

"Fatto Il Misfatto."

Harry quando l'aveva vista era scoppiato in lacrime stringendosi la pergamena al petto e giurando in ogni modo di mantenere viva la loro memoria. Così Ron adirato più che mai si mise a letto senza però riuscire a dormire, aspettando con ansia l'arrivo della colazione per poter parlare con Hermione.
La ragazza in questione si era svegliata nel cuore della notte per via di alcuni movimenti accanto a lei e quando si voltò vide Draco che si rigirava nel letto in preda a un incubo. Quando il ragazzo si sollevò a sedere di scatto lei delicatamente gli poggiò una mano attorno alla sua vita e il mento sulla sua spalla.
«Va tutto bene Draco, è finita adesso.»
Il biondo sospirò pesantemente e guardò dispiaciuto per averla svegliata e le accarezzò la mano.
«Non volevo svegliarti» disse sincero baciandole il palmo e accarezzandole il dorso della mano.
«Ero già sveglia» disse scrollando le spalle mentre il ragazzo la guardava divertito.
«Non sai mentire» rispose prima di sdraiarsi con lei nel letto e accarezzandole la testa delicatamente prima di addormentarsi nuovamente.

La mattina dopo quando Harry, Ron e Ginny arrivarono in Sala Grande trovarono Hermione seduta difronte a Neville mentre facevano colazione. Il rosso si avvicinò immediatamente alla ragazza e la guardò adirato.
«Dove sei stata stanotte?» chiese vedendola sussultare leggermente.
«Non sono affari tuoi.» rispose secca mentre continuava a mangiare i suoi pancake.
«Con chi eri!?» chiese più brusco aspettandosi al più presto una risposta che non ottenne perché la ragazza stanca del suo comportamento si alzò e andò a lezione.
Quando le lezioni terminarono Hermione decise di mandare altri maglioni e berretti fatti da lei ai suoi genitori in Australia alla Wilkins' House che non avevano la minima idea di chi fosse quella donazione tanto generosa, si asciugò una lacrima solitaria e scese allontanandosi dalla guferia.

Dramione||la leggenda di IcaroWhere stories live. Discover now