Capitolo 17

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Halloween's night

Era la mattina di Halloween e la maggior parte dei ragazzi non vedevano l'ora di poter fare baldoria durante la festa dei Corvonero di quella sera.
«Non se ne parla nemmeno.» esclamò la Caposcuola continuando a camminare nel corridoio del terzo piano.
«Andiamo Herm! Alla scorsa festa sei venuta, ti divertirai un mondo!» rispose Ginny seguendo la sua migliore amica.
«No! Smettila di assillarmi.» si voltò a guardarla per un solo attimo e quello bastò per farle dare una spallata a qualcuno.
«Guarda dove cammini Mezzosangue. Dannazione ora dovrò bruciare la mia divisa.» Draco Malfoy la guardava con tutto il disprezzo che poteva avere in corpo, e la ragazza non potè ricollegare quello sguardo agli occhi del ragazzo che aveva visto alla Torre D'Astonomia e che qualche tempo prima aveva baciato. Si maledisse per quei pensieri e rispose a tono.
«Sei tu che dovresti stare attento, non vorrai mica mischiare le pulci a tutti vero Malferret!?»
Il biondo sogghignò e guardò attentamente la ragazza.
«Sai Mezzosangue a volte la tua lingua biforcuta potrebbe anche restare bloccata tra le zanne che ti ritrovi non credi!?» la ragazza spalancò la bocca offesa e guardò il ragazzo adirata.
«Tu sei solo un viscido essere Malfoy!»
«Adesso si che sono offeso Granger...»
«Va all'inferno!»
«Grazie mille ma ci sono già stato»
La ragazza non riuscì a controbattere perché lui e le altre Serpi se ne stavano andando.
«Quindi ci vieni alla festa?» chiese Ginny guardando speranzosa l'amica che alzò gli occhi al cielo e scosse la testa esasperata.

«Dra non dovresti smetterla di prendere in giro la Granger?» chiese il suo migliore amico quando arrivarono nel loro dormitorio spalancando teatralmente la porta della stanza.
«Cosa!? Blaise stai scherzando spero!» esclamò il biondo guardando torvo l'amico che per tutta risposta gli lanciò uno sguardo più che eloquente.
«Eppure quando l'hai baciata non ti faceva così schifo, o sbaglio Dra?»
Il biondo rimase paralizzato da quell'affermazione.
«Tu come...»
«Vi ho visti nel corridoio del primo piano, tranquillo ero da solo.»
«Quel bacio non valeva niente Blaise, mi andava solo di prenderla in giro.» rispose alzando le spalle e avvicinandosi alla libreria che conteneva in un cassetto alcune bottiglie di Firewhisky e versandosene metà bicchiere.
«Dra lei non è come le altre ragazze»
«Lei è esattamente come le altre, una ragazza che si fa incantare da un po' di bellezza e da un sorriso dolce.»
«Non credi neanche tu a quello che dici.»
Il biondo non rispose e sbuffò senza guardare l'amico.
«La baceresti ancora se potessi?»
«Che domande fai!? No»
«No!?»
«Forse...»
«Ah ecco»
«Questo non vuol dire niente»
«Sicuro!?»
Draco rimase impassibile, per l'ennesima volta non sapeva come rispondere.
La Granger era sempre una Mezzosangue, l'aveva baciata e non si spiegava il perché o almeno non voleva spiegarselo.
Lasciò Blaise nella sua camera e se ne andò nel bagno dei prefetti per rilassarsi.

Nella grande vasca colorata da diversi saponi profumati, il biondo se ne stava comodamente seduto immerso nella schiuma poggiato con i gomiti su uno dei bordi della vasca. Pensava a diverse cose in quel momento. La pozione che stava creando da quasi sei mesi, sua madre, Lucius chiuso ad Azkaban e adesso anche la Mezzosangue. Non era cambiata molto in quegli anni, adesso aveva i denti dritti e il corpo sviluppato da donna per il resto era tutto uguale. Occhi grandi e feroci, pronti a giudicarti per ogni minima cosa, i suoi capelli indomabili e crespi come un nido per uccelli e la sua stupida voce saccente sempre presente, in ogni singolo angolo di quel dannatissimo castello.
«Draco!» una voce squillante arrivò alle sue orecchie tanto da farlo sussultare.
«Mirtilla, cosa ci fai qui?» chiese Draco guardandola fluttuare per tutto il bagno per poi "tuffarsi" nella vasca.
«Mi annoiavo e ho deciso di passare da qui...Ah mi sei mancato sai? Non sei più venuto a trovarmi, lo avevi promesso.» continuò lei mettendo il broncio e avvicinandosi al ragazzo.
«Mi dispiace non ho avuto tempo di girare per il castello, ma appena avrò del tempo a disposizione verrò nel tuo bagno.» le sorrise e fece un occhiolino che fece ridacchiare la ragazza.
«Sai ieri me ne stavo tutta sola nel bagno a pensare alla morte e mi è venuta un'idea, se tu dovessi morire saresti il benvenuto nel mio bagno.» il biondo sollevò entrambe le sopracciglia e guardò il fantasma che gli era difronte.
«Grazie...ma non credo succederà per il momento» Mirtilla rise di nuovo per poi sollevarsi in volo e fuggire via.
Uscì dalla vasca e cominciò a rivestirsi quando una fitta di dolore lo colpì al braccio sinistro, abbassò lo sguardo e lo vide, il marchio nero si muoveva intensamente, sgranò gli occhi e aspetto che il dolore finisse prima di chiuderai la camicia e andare dal suo migliore amico.
«Blaise in camera ora!» esclamò afferrandolo per la camicia e trascinandoselo dietro seguito anche da Daphne che avendo visto la scena si era visibilmente preoccupata.
«Ehi, ehi, ehi stai calmo.» disse il moro scostandosi dal biondo che dopo aver insonorizzato la stanza guardò gli amici.
«Il marchio, si è mosso, faceva male»
I due ragazzi rimasero in silenzio a guardare il ragazzo con gli occhi sgranati
«Chi può...» chiese la ragazza guardando il braccio dell'amico che era appena stato scoperto.
«Non lo so!» la interruppe bruscamente mentre fissava ancora sconvolto il suo braccio sinistro.
«Maledizione Dra! Che intendi fare?»
«Non lo so Bla. Non lo so...»

Harry entrò nella Sala Comune più tranquillo che mai dato che aveva appena parlato con alcuni della sua squadra che non vedevano l'ora di fare potenziamento quel venerdì.
Ora restava solo un problema, seduto proprio davanti ai suoi occhi.
«Ron» iniziò piano avvicinandosi alla sua poltrona
«Cosa c'è Potter?» rispose pieno di stizza e di rancore.
«Ascolta non potremmo fare pace? Cosa vuoi che faccia per farti tornare mio amico?» disse esasperato mentre gli occhi del rosso si posavano su di lui.
«Non devi toccare mia sorella, ti concedo i baci ma sei vai oltre hai chiuso!»
«Va bene»
Le due Grifone in quel momento entrarono nella Sala e si avvicinarono a i due.
«Avete fatto pace?» chiese speranzosa Hermione che in risposta ricevette un sì svogliato da parte del rosso.
«Bene - disse Ginny stizzita prima di voltarsi verso Hermione - andiamo in camera tua, la festa di Halloween ci aspetta.» la riccia sbuffò e la seguì svogliatamente. 
«Non verrò»
«Avanti Herm!»
«No!»
«Non posso convincerti in nessun modo vero?»
La riccia negò con la testa e si infilò il mantello della divisa per fare il suo giro di ronda.

Verso le dieci di sera la Sala Comune dei Corvonero era stracolma di gente che ballava e beveva travestita. Harry e Ginny stavano ballando tranquillamente come anche Neville e Hanna e Luna con un altro Corvonero strano come lei.
In piata si trovavano anche alcuni Serpeverde intenti a bere e ballare allo stesso tempo tra cui Blaise e Daphne, Theo e Pansy e Astoria con Hugger, un ragazzo alto e moro che faceva parte della squadra di Quidditch come uno dei cacciatori.
Draco Malfoy aveva appena finito di bere il suo bicchiere di vino elfico quando un'altra forte fitta al braccio sinistro lo prese di sprovvista, lasciò la stanza e si allontanò lungo il corridoio il più velocemente possibile.
Quando svoltò l'angolo e fu sicuro di non essere visto si tolse la giacca e la scaraventò al suolo per poi arrotolarsi la manica della camicia e fissare quell'immondo  segno che si muoveva sulla sua pelle e che gli faceva un male terribile, sembrava quasi come se lo stessero uccidendo dall'interno, non riusciva a sopportare il dolore che man mano si stava propagando lungo il suo corpo, dopo qualche minuto di agonia non riuscì più a restare lucido e svenne.
Hermione che stava facendo il suo abituale giro di ronda sapendo della festa decise di controllare come ultima cosa quel corridoio e non appena arrivò lì vicino la prima cosa che riuscì a notare fu una giacca abbandonata al suolo, confusa si avvicinò e la prese tra le mani poi si voltò in cerca del proprietario che trovò a terra privo di sensi, Malfoy. Analizzò per bene le condizioni del ragazzo e inevitabilmente notò il Marchio Nero in movimento e si scandalizzò.
Non poteva portarlo in infermeria, troppe domande, così con un'incantesimo lo trasportò nella sua stanza facendolo riposare nel suo letto.
Iniziò a fasciare il braccio per farglielo tenere immobile e tamponò la sua fronte con un panno umido per poter cancellare le gocce di sudore dal suo viso, era evidentemente stanco, chissà da quanto non dormiva.
Non fece neanche in tempo a metabolizzare quel pensiero che il ragazzo iniziò a muoversi nel sonno, la riccia provò a svegliarlo ma fu tutto inutile. Così istintivamente si sedette sul bordo del letto accanto a lui, avvicinò la mano al suo viso e ce l'appoggio per poi accarezzargli il viso con il pollice e iniziò a sussurrare con calma.
«Shh...va tutto bene...shh» il ragazzo incredibilmente si calmò e smise di muoversi nel sonno, lei sorrise continuando ad accarezzarlo per poi alzarsi, indossare il suo pigiama e sedersi sulla poltrona davanti al letto per aspettare il risveglio del Serpeverde che aveva davanti.

Dramione||la leggenda di IcaroWhere stories live. Discover now