Capitolo 27

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You're my love...

Harry Potter stava tranquillamente camminando nel giardino di Hogwarts con la sua ragazza quando lei gli disse una cosa che lo lasciò immobile.
«Sto organizzando un appuntamento tra Antony Lower e Hermione, lui è un Corvonero super carino e da quanto ne ho capito ha una cotta per lei. Secondo te?»
«Dovresti farti i fatti tuoi Gin. Hermione è grande abbastanza per trovarsi un ragazzo da sola.» disse più brusco di quanto volesse lasciando basita la ragazza che gli stava accanto che in un attimo distolse lo sguardo da lui e incontrando la figura oggetto della loro chiacchierata, le andò incontro e sorrise.
«Hermione, sabato tieniti libera, hai un appuntamento con Antony Lower, corvonero, un vero tesoro.» la ragazza guardò l'amica scioccata e infuriata allo stesso tempo.
«Non puoi organizzarmi appuntamenti senza chiedermi niente, per tua informazione non uscirò con Lower perché non sono interessata.» rispose piccata tornando alla lettura che aveva bruscamente interrotto.
«Avanti Hermione, non puoi passare tutta la vita da sola, ti serve qualcuno con cui scaricare la tensione e magari t'innamori anche.» disse cercando di essere dolce mentre Hermione le rifilava un'occhiataccia di fuoco.
«Non ho bisogno di scaricare la tensione e per tua informazione sto frequentando già qualcuno.»
«Perché non me lo hai detto?»
«Perché per quanto io ti voglia bene l'avrebbe saputo tutta la scuola in poco tempo.»
«Andiamo è una bella notizia perché tenerla nascosta?»
«Perché non mi va che la mia vita privata sia spiattellata ai quattro venti. Ginny non devi dirlo a nessuno oppure con me hai chiuso.»
La rossa guardò la ragazza offesa e si voltò verso il suo fidanzato per cercare un appoggio che non ottenne, così si limitò ad annuire e ad andare via.

Stava camminando lungo il corridoio del terzo piano diretto come al solito al campo di Quidditch per l'allenamento della squadra Grifondoro e pensava a come riconquistare Hermione, gli mancava e aveva trovato il modo giusto, per farsi perdonare del tutto, quella sera in Sala Grande avrebbe fatto la sua mossa e si sarebbe ripreso la sua ragazza. Si erano lasciati qualche giorno prima dell'inizio di Hogwarts, litigavano in continuazione lei gli diceva sempre le stesse cose e lui era stufo così smetteva di ascoltarla, non erano mai andato oltre qualche bacio, solo una volta lui ci aveva provato ma lei l'aveva fermato chiedendogli di aspettare e così aveva fatto. Lui aveva già avuto la sua prima esperienza in quel campo con Lavanda ma da quando l'aveva lasciata non aveva più avuto altre donne a parte Hermione nella sua vita. Riusciva a comprendere il perché Hermione avesse paura e non si sentisse abbastanza pronta e lui l'avrebbe aspettata anche per tutta la vita se lei lo avesse ritenuto opportuno. Voleva tornare con lei, voleva poterla baciare ancora, accarezzare e abbracciare solo come lui sapeva fare. Ci avrebbe provato ancora una volta. Se la sarebbe ripresa ad ogni costo infondo tutto il mondo magico si aspettava che loro stessero insieme e che si sposassero e chi erano loro per andare contro il destino?
Arrivò al campo più carico che mai ed inforcò la scopa posizionandosi davanti ai tre anelli, Demelza e Ginny gli stavano venendo incontro passandosi velocemente la pluffa prima di tirarlo nell'anello di destra e abilmente il rosso lo parò. Era migliorato dall'ultima partita, si era allenato giorno dopo giorno incantando le pluffe in modo che gli volassero incontro ottenendo fantastici risultati. L'allenamento fu perfetto ed era più che convinto che a gennaio sarebbero riusciti a battere i Corvonero.
Arrivò ben presto l'ora di cena e quando entrò in Sala Grande con un mazzo di rose rosse in mano tutti gli sguardi si posarono su di lui, le ragazze lo guardavano in due diversi modi: chi con aria sognante e chi con uno sguardo schifato, mentre i ragazzi lo guardavano scioccati.
Camminò lungo il tavolo Grifondoro fermandosi proprio alle spalle di Hermione che si era voltata a guardarlo con un'aria abbastanza confusa.
«Hermione...» disse evidentemente nervoso quando un silenzio tombale calò nella Sala.
«Ronald...» rispose lei evidentemente a disagio, non le era mai piaciuto essere al centro dell'attenzione e adesso lei era perfettamente al centro dell'attenzione, la ragazza sentiva tutti gli occhi puntati su di se' in particolare quelli di Draco che in quel momento stava fremendo di rabbia mentre Blaise, Daphne e Pansy ridevano osservando la sua reazione da vicino così come Harry che invece lo guardava di sottecchi da lontano cercando di trattenere le risate.
«Qualcuno sta fremendo di gelosia» sussurrò talmente piano che solo la riccia riuscì a sentirlo e arrossì vistosamente.
«Hermione, so che io e te ci siamo lasciati da un po' ma il nostro amore è nato in questa scuola otto anni fa, tutti vogliono vederci insieme felici e io ti prometto che ti renderò la donna più felice del mondo, se solo tu me lo permetterai.Ed eccomi qui a dimostrarti il mio amore porgendoti queste rose che comparate a te non sono niente. Io Ti Amo Hermione Granger e vorrei che tornassi ad essere la mia ragazza» finito questo discorso molte ragazze sospirarono ammirate da tutte quelle belle parole e la giovane Grifona si stava sentendo tremendamente incolpa per quanto avrebbe detto a breve. Si alzò in piedi davanti a tutti e inspirò profondamente prima di iniziare a parlare.
«Ronald...sono parole magnifiche esattamente come queste rose rosse ma...io non le posso accettare. Non provo gli stessi sentimenti che hai tu e te l'ho già detto, ma questo non vuol dire che io non ti voglia bene anzi, sei il mio migliore amico e lo sarai per sempre ma il destino non sempre è l'unica strada da seguire e non sempre è scritto. Perdonami se ti sto rifiutando ma non odiarmi perché non voglio perderti.» il ragazzo era rimasto gelato sul posto mentre Hermione aveva iniziato a camminare verso la porta per allontanarsi il più possibile dallo sguardo ferito di Ron che le aveva fatto sentire un orribile fitta al petto, non lo amava e ne era certa ma non voleva fargli del male, si bloccò di colpo e si voltò verso di lui sorridendo leggermente.
«Ah Ron, comunque non posso accettare le tue rose, grazie lo stesso» e detto questo uscì dalla Sala Grande lanciando un veloce sguardo al tavolo Serpeverde dove individuò il suo ragazzo con le mani strette talmente tanto da avere le nocche bianche.

La McGranitt aveva di nuovo modificato le ronde così quella sera il secondo, terzo e quarto piano toccavano ai due Caposcuola che da quando era finita la cena non si erano più visti...
La giovane ragazza arrivò al secondo piano cercando il suo ragazzo che trovò poco dopo intento a fumare una sigaretta, sbuffò ed alzò  gli occhi al cielo parandosi davanti a lui.
«È vietato fumare quante volte devo dirtelo?» lui ghignò e esattamente come la prima volta che si erano baciati fece un tirò e soffiò il fumo sul suo viso facendola tossire.
«Sai Granger un po' di tempo fa mentre  stavo leggendo un libro è sbucata fuori una frase davvero interessante "Una sigaretta è il prototipo perfetto di un perfetto piacere. È squisita e lascia insoddisfatti. Che cosa si può volere di più?" Penso che abbia ragione, perché privarsi di un piacere tanto perfetto?» le chiese continuando a fumare notando la faccia stupita della ragazza.
«Che hai da guardare in quel modo Granger?» disse Draco scrutandole il volto quando ebbe schiacciato sotto la suola della scarpa il mozzicone della sua sigaretta.
«Oscar Wilde...la frase che hai citato» disse leggermente sorridendogli contenta.
«Lo so chi è l'autore Granger, mica sono un idiota.»
«No, Oscar Wilde è un babbano, hai letto un libro babbano!»
«Ti stupirà Granger ma ne ho letti molti di libri babbani.»
Hermione rimase scioccata dalle sue parole e lo seguì lungo il corridoio che stavano ispezionando.
«Il mio preferito è Romeo e Giulietta» disse la Grifona ad un tratto mentre Draco alzava gli occhi al cielo e sbuffava.
«Non avevo dubbi» disse ironico aprendo la porta di un'aula e guardandoci dentro senza trovare nessuno.
«Scusami!?»
«Romeo e Giulietta una storia  nella quale lei e lui si ammazzano come due idioti solo perché erano follemente innamorati. Bleah. L'amore una cosa stupida che porta alla morte. Poi ti stupirà saperlo ma Shakespeare era un Mago, una Corvonero per l'esattezza. Se no come ti spieghi la conoscenza di tutte quelle città Italiane senza aver mai viaggiato?»
«Materializzazione. Non ci avevo mai pensato a Shakespeare come mago. E comunque  l'amore non è una cosa stupida. Te l'ho già detto quando abbiamo parlato di Icaro e il Sole» si stava innervosendo era evidente ma lui non era da meno.
«Lui è un altro idiota, insomma perché voler stare in modo così disperato con una donna? Se non è destino allora lascia perdere! Inutile innamorarsi di chi sai già che non potrà ricambiare il tuo amore» continuò convito
«Non puoi pensarla davvero così Draco!» esclamò lei sconcertata da quei pensieri.
«Mi spiace ma è così che la penso.»disse secco alla fine.
«Io non credo nel destino come unica via, sai qual è la mia frase preferita di Shakespeare sull'amore in Romeo e Giulietta? "Ama, Ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono..."»

«"che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente." Conosco Shakespeare. Forse non ho ancora trovato il mio peccato...o magari quel peccato sei tu e ancora non me ne sono reso conto» la ragazza rimase immobile dopo questa breve affermazione "magari quel peccato sei tu e ancora non me ne sono reso conto" non poteva credere alle sue orecchie, Draco aveva appena ammesso che si sarebbe potuto innamorare di lei o che forse lo era già ma non sapeva come decifrare le sue emozioni.
Gli afferrò il braccio e lo fece voltare verso di lei prima di afferrargli il viso tra le mani e baciarlo con dolcezza, passione e amore, si perché Hermione già da qualche giorno si era resa conto di essersi completamente innamorata di lui.

Dramione||la leggenda di IcaroWhere stories live. Discover now