Capitolo 21

4.5K 195 74
                                    

Who you really are.

La mattina dopo Hermione si era svegliata con un enorme sorriso stampato in viso e camminava per la scuola in mezzo ai suoi due migliori amici con lo sguardo alto e il solito portamento altezzoso che la contraddistingueva. La maggior parte dei ragazzi la guardavano ma riuscivano solo a vedere la solita secchiona di turno mentre le ragazze non riuscivano a capire come Harry, nonché salvatore del Mondo Magico, potesse passare del tempo con lei senza lamentarsi o annoiarsi. Dall'altro capo del corridoio il trio di Serpeverde stava camminando tranquillamente mentre chiacchieravano animatamente tra loro.
«Secondo me non dovresti farti tutti questi problemi. Sei attratto da lei, questo è ovvio, allora non privartene, conquistala.» disse Daphne mentre continuava a lanciare occhiatacce alle ragazzine che sospiravano al passaggio di Draco.
«Penso che l'abbia già conquistata, devi solo farla tua e con questo non intendo dire che devi portartela a letto, devi farla innamorare di te.» continuò Blaise dandogli una gomitata leggera mentre con un cenno della testa gli indicava il punto centrale della loro conversazione ferma davanti l'aula di Trasfigurazione, si avvicinarono e si misero dietro il Trio Dei Miracoli in fila aspettando che la professoressa permettesse loro di entrare nella stanza. Il biondo sentì una leggera pressione nella sua tasca per qualche secondo e quando vi infilò la mano per controllare tirò fuori un bigliettino.

Oggi 18 nella Stanza Delle Necessità devo controllarti il braccio,non puoi rifiutarti.
H.J.G.

Sbuffò prepotentemente in modo che lo ragazza lo sentisse per farle credere quanto fosse scocciato dal doverla incontrare quel pomeriggio ma in realtà Draco si trovò a sorridere e a pensare che infondo quella ragazza poteva essere colei che riusciva a capirlo senza provare pena o pietà, senza pregiudizi mostrandogli cosa volesse dire essere migliori. Per lui quei pensieri erano assurdi, doveva pensare a lei con ribrezzo almeno secondo ciò che suo padre gli aveva insegnato ma suo padre ora non era lì. Lucius era chiuso in una cella ad Azkaban e non ne sarebbe uscito vivo, o almeno così credeva.

Narcissa Malfoy camminava lungo un corridoio tetro mentre urla disumane le entravano nelle orecchie, era accompagnata da due giovani Auror che le stavano facendo strada verso suo marito. Lucius, l'uomo che era stata costretta a sposare da suo padre e sua madre che le ripeteva ogni giorno quanto onore ci fosse nella nostra famiglia e quanto fosse fiera di lei che ben presto sarebbe diventata la Signora Malfoy. Ma a diciassette anni quella era una condanna a morte. Lucius era l'uomo della quale era stata terrorizzata per parecchi anni, l'uomo che aveva preso la sua innocenza senza pietà, l'uomo che era stata costretta ad amare e del quale aveva portato in grembo un bambino. Draco il suo dolce bambino, colui che amava con tutta se stessa, il suo bambino che aveva passato le pene dell'inferno per colpa di quell'uomo, per i suoi sbagli. Fin dalla sua prima parola Lucius si era imposto su di lui, e il suo bel bambino come ogni altro nel mondo voleva solo rendere fiero suo padre. Le aveva spedito una lettera, una lunga lettera in cui le chiedeva, anzi ordinava di andare da lui e curiosa Narcissa obbedì. L'Auror dai folti capelli castani aprì una porta e le fece segno di entrare e lo vide. Suo marito aveva i polsi incatenati ad un tavolo esattamente come i suoi piedi, la faccia era smunta e le occhiaie segnavano il fatto che non dormiva e non faceva dei sogni tranquilli, i vestiti erano malconci e luridi esattamente come l'anima di chi li portava. Gli Auror uscirono dalla cella lasciando i due coniugi da soli.
«Mezz'ora da soli, non di più» esclamò prima di chiudere la porta.
«Cissy» disse sollevato di vederla, non aveva dubbi che la fedeltà di sua moglie fosse rimasta viva nonostante tutto quello che era successo.
«Lucius» rispose restando in piedi davanti la porta.
«Avvicinati a me Cissy, dammi un bacio» continuò lui facendole cenno verso la sedia posta difronte a lui dove la donna di sedette senza avvicinarsi più di tanto.
«Niente bacio?» le chiese cercando di mascherare la rabbia che si celava nella sua voce.
«Sei sporco e puzzi, sono pur sempre una Signora. Ma non mi hai voluta qui per i miei baci Lucius, cosa vuoi?» disse fredda, sapeva che l'uomo non poteva farle niente in quel luogo così il coraggio non le mancò.
«Non essere così fredda con me Amore comunque hai ragione, non ti ho voluta qui solo per i tuoi baci. Ho parlato con il mio Magi-Avvocato, ha detto che convincerà il Ministro a rilasciarmi su cauzione, torno a casa Cissy» a quelle parole la donna credette di sentirsi male, non voleva che il marito tornasse al Manor, non voleva che rovinasse ancora la sua vita e quella del suo bambino.
«Di quanto è la cauzione?» chiese mascherando perfettamente tutte le sue preoccupazioni.
«Trecentomila galeoni.» rispose sogghignando, per loro quella cifra era una bazzecola, avevano il quintuplo di quel denaro ma Narcissa non badò a questo.
«Sono molti soldi, dove pensi di trovarli? L'eredità è totalmente nelle mani di Draco dato che è maggiorenne, io e te ormai siamo senza denaro.» il biondo rise pensando che la donna stesse scherzando ma quando la vide seria il suo viso tornò cupo.
«Come può essere di Draco! Ci sei prima tu, mia moglie!»
«Nel caso Draco fosse stato minorenne ma entrambi sappiamo che non lo è. L'eredità è di tuo figlio, tu stesso l'hai intestata a lui quando è nato»
«Bene allora scrivi a Draco e digli che mi servono quei soldi.»
«Non so se te li concederà» non diede tempo al biondo di replicare perché si alzò ed uscì da quella cella facendo restare l'uomo allibito da tale comportamento.

Arrivate le 18 la Granger lo aspettava davanti il muro che ben presto avrebbe ospitato la porta per la Stanza Delle Necessità, quando lo vide arrivare sorrise e a Draco si smorzò il respiro, non l'aveva mai vista sorridere in quel modo, almeno non per lui e si trovò a pensare di non aver mai visto sorriso più bello di quello.
«Granger!» disse aprendo le braccia mentre in pochi passi la raggiungeva.
«Draco...faccio apparire la porta, dammi un attimo» e quell'attimo bastò, appena apparì la porta il biondo avvertì una forte fitta al suo braccio e si dovette trattenere per non mettersi ad urlare. Hermione preoccupata lo trascinò dentro e fece apparire delle bende e del ghiaccio.
«Nella tasca dei miei pantaloni...c'è la pozione per alleviare il dolore...prendila!» esclamò con il fiatone il biondo mentre continuava a tenersi il braccio. La riccia arrossì violentemente e fissò la tasca d'avanti del pantalone per qualche secondo.
«Non...mi sembra il momento...per fare la suora con...giuramenti di castità...prendi quella dannata pozione!»
A quel punto vedendo la sofferenza del ragazzo infilò la mano nella tasca e ne tirò fuori la piccola fiala viola della volta scorsa, afferrò la benda e fasciò con cura il braccio del ragazzo dopo averlo osservato attentamente.
«Malfoy, il Marchio sta cominciando a diventare rosso, non appena lo sarà completamente questi dolori cesseranno.» gli accarezzò il viso e incastrò i loro sguardi. Nuovamente si sentì come quel dannato Icaro, attratto da qualcosa di così dannatamente bello da essere potenzialmente pericoloso.
«Sei bellissima...» disse senza poter te ere a freno la sua lingua mentre la ragazza arrossiva furiosamente.
«Ti sei convinto che tutto questo è uno sbaglio perfetto?» chiese guardandolo con i suoi enormi occhi ambra.
«Sono convinto che ci troviamo in una situazione disastrosa ma mi piace.» disse prendendole le mani e sedendosi su una poltrona davanti al camino con lei sulle gambe.
«Draco» disse mentre la sua testa restava poggiata sulla spalla del ragazzo.
«dimmi» rispose cauto per non rovinare l'atmosfera che si era appena creata.
«Non possiamo dire a nessuno di...questo...»
«Lo so»
Alzò lo sguardo su di lui e lo baciò castamente sentendo il cuore battere ad una velocità disumana per lei ed era sicura che lui potesse sentirlo.
Pensò a qualcosa Hermione, qualcosa di buono da poter mangiare dato che si era ormai fatta l'ora di cena mentre loro avevano passato il resto del pomeriggio abbracciati sulla poltrona a parlare di diverse cose.
Apparì proprio davanti a loro un tavolo con insalate, dolci, Hamburger, Brioches alla zucca, succo di zucca, FireWhisky e carne varia. Iniziarono a mangiare con calma mentre Hermione gli spiegava che il dolce che stava assaggiando era tipicamente babbano e che veniva chiamato "Profiterole" e che a lei non era mai piaciuto in modo particolare. Lei adorava i dolci, ma se in quel momento avesse dovuto sceglierne solo uno sarebbe stata la torta al cioccolato che preparava con sua madre, a quei pensieri una lacrima scese lungo la sua guancia, il biondo se ne accorse e le chiese che cosa stesse succedendo.
«È che pensavo ai dolci e quando ho pensato al mio preferito mi è tornato in mente il fatto che lo facessi sempre con mia madre, la torta al cioccolato principalmente cioccolato bianco...»
«Adoro il cioccolato bianco» confessò il biondo cercando di smorzare la tensione mentre la ragazza sorrideva.
«Domani dopo aver curato il tuo braccio faremo una bella torta al cioccolato bianco allora!» il ragazzo rise pensando che la ragazza avesse fatto una battuta ma quando la vide seria smise.
«Hai una bella risata.»
«E tu sei folle»
«È divertente cucinare alla Babbana.»
«Non se ne parla neanche.»
«Sei proprio scorbutico!» esclamò divertita mentre il ragazzo sollevava entrambe le sopracciglia.
«Senti un po' da che pulpito viene la predica» ed Hermione spalancò la bocca, non per il significato delle parole dette ma per le parole.
«Hai usato un detto babbano! Non ci posso credere!» i ragazzo sorrise guardando la sua reazione e cercando di trovare un tono di voce abbastanza serio disse«Non abituartici, non succederà mai più»

Dramione||la leggenda di IcaroWhere stories live. Discover now