Capitolo 30

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Australian's Vibes

Le giornate passavano sempre più lentamente durante quelle ultime settimane di scuola, Harry e Ginny si erano visti davvero poco in quel periodo così il ragazzo decise di farle una sorpresa, in quanto Capitano della squadra di Quidditch poteva utilizzare il bagno dei prefetti e così mandò a Ginny un biglietto che l'avvisava di farsi trovare lì alle 17 in punto. La ragazza felice più che mai arrivò all'appuntamento e quando entrarono nel profumatissimo bagno arrossì lievemente.
Venti minuti più tardi erano entrambi nella vasca a rilassarsi tranquilli come se ogni male del mondo fosse troppo lontana per poter far loro del male.
«Sono contenta che abbiamo trovato un posto dove poter stare tranquilli insieme» disse avvicinandosi a lui nel mezzo delle bolle colorate che riempivano la vasca.
«Anche io sono contento di stare un po' con te» sussurrò afferrandole la vita e portandola a cavalcioni su di lui.
In breve tempo la stanza fu piena dei loro gemiti sommessi, i loro nomi sussurrati e i loro sospiri spezzati.
Ginny si muoveva su di lui, lenta, dolce e sensuale senza mai smettere di guardare Harry nei suoi magnifici occhi verdi. Lui la guardava innamorato perso, era bellissima lì tra le sue braccia nel calore della stanza che ormai per lui era un forno bollente, era stato così cieco negli anni precedenti da non capire quanto fosse fortunato ad essere amato da una ragazza del genere.
«Harry...Ti Amo» fu l'ultimo sussurrò della ragazza prima di arrivare all'apice seguita subito dopo da lui che esclamò «Anche io!»

Pansy e Yves stavano passeggiando vicino il Lago Nero mentre tranquilli parlavano di un libro che entrambi avevano letto quando erano bambini, "Fiabe Purosangue di Nobile Casata" un libro terribilmente divertente nel quale veniva spesso elogiato Salazar Serpeverde in tutta la sua magnificenza.
«Non posso crederci che tu sia Corvonero. Saresti perfetto tra noi figli di Salazar.» disse divertita la ragazza mentre Yves faceva un sorriso compiaciuto.
«Si lo so, mia madre era convinta che sarei finito tra i Serpeverde ma a quanto pare il cappello riteneva più opportuni per me i corvi. Non mi lamento però, la Sala Comune è splendida e noi Corvonero siamo ottimi amici, sappiamo come divertirci e siamo al secondo posto per quanto riguarda la Coppa Delle Case, una soddisfazione.»
«Noi Serpi siamo decisamente meglio.» rispose prontamente la ragazza mentre camminava altezzosamente a testa alta. Yves si abbassò a prendere una manciata di neve e la tirò dritta tra i capelli della ragazza che si voltò verso di lui inviperita.
«Questa la paghi!» iniziò a rincorrerlo fino a farlo cadere nel bel mezzo della neve con lei addosso, Yves le prese la vita sottile e scostò la pesante sciarpa verde-argento che le copriva la bocca prima di baciarla lentamente, la mora si senti al settimo cielo e ricambiò felicemente il bacio.
«Yves Moreau davvero!?» fu il commento ironico di Theodore Nott che aveva assistito inorridito a tutta la scena.
«Nott che diavolo vuoi?» rispose il diretto interessato mentre aiutava Pansy a rimettersi in piedi.
«Stavo solo vedendo quanto fosse facile per lei aprire le gambe al primo che le passava davanti.»
«La tua è solo invidia, te la sei fatta scappare e ora rosichi perché qualcun altro, può provare a conquistarla.»
«Puoi anche provare a conquistarla ma non ci riuscirai, lei sarà sempre innamorata di me.»
«Se quello che provavo per te era amore allora preferisco strapparmi il cuore e regalarlo alla piovra gigante in mezzo al lago.» rispose piccata Pansy mentre Theo la guardava scioccato. Era rimasto molto colpito dalle sue parole tanto da esserne quasi ferito e questo per lui non era possibile, senza ribattere girò i tacchi e andò via.
«Grazie per avermi difesa.» disse leggermente imbarazzata per quanto era successo.
«Nessuno può parlare in quel modo della ragazza che mi piace senza avere conseguenze in cambio.» rispose mettendole un braccio sulla spalla e avviandosi con lei al castello.
«Io ti piaccio?»
«Assolutamente si.»

Per Natale la McGrannit aveva pensato di fare un enorme regalo agli alunni della scuola che durante le ore buco potevano scegliere una materia facoltativa da poter studiare durante quell'ultima settimana, in più aveva organizzato una cena elegante per tutti gli alunni che il trentuno dicembre volevano stare a scuola per iniziare al meglio il nuovo anno.
Hermione avrebbe scelto volentieri un'altra materia ma già le seguiva tutte e l'unica a restarle era Divinazione così poco convinta salì lungo la scala e aprì la botola.
«Ah Cara! Bentornata, prego accomodati» disse la professoressa Trelawney indicandole diverse sedie vuote tra cui il tavolo di Harry e Ron dove lei so accomodò senza troppe storie.
Nel tavolo dietro al loro stavano tranquillamente seduti Blaise e Draco che invece di allenare l'Occhio Interiore giocavano a carte magiche esultando silenziosamente ad ogni punto guadagnato.
«Bene chi di voi vuole riprovare con la lettura degli astri? Signor Zabini perché non prova!» esclamò indicando il tavolo dei due ragazzi mentre tutta la classe si voltava nella sua direzione.
«Si certo!» esclamò contento prima di guardare la mappa di Malfoy e lanciare un veloce sguardo ad Hermione.
Il moro si schiarì la gola per poi iniziare a parlare con tono mistico e altezzoso.
«Amico mio tu hai Venere nel tuo segno, questo vuol dire che c'è dell'amore nell'aria! Tu stai cercando il benessere stabile e mentale in una relazione ragionevole e qui mi dice che hai trovato un punto al quanto soddisfacente - alzò le sopracciglia tre volte verso Hermione che cercò di trattenersi dall'arrossire furiosamente mentre Draco cercava in tutti i modi una motivazione valida per non ucciderlo - Ahimè! Qui c'è anche Marte! Si sa può avere come vantaggio una sessualità "esplorativa" ed aperta alle "variazioni sul tema". Tuttavia può portare ad eccessi di aggressività verbale ed una instabilità d'azione (ovvero poca continuità). Grazie ho terminato.» la classe fece diversi applausi a Blaise che rideva copiosamente mentre la professoressa Trelawney lo guardava decisamente male.
«Non prenda in giro questa nota arte Signor Zabini, lasci fare a me. - si avvicinò al tavolo dei ragazzi e afferrò la mappa di Draco tra le mani. - Oh! Caro ragazzo. Mi spiace così tanto! I tuoi pianeti sono sconnessi eccetto Venere, tu soffrirai per amore, soffrirai davvero tanto!»
«Ma perfavore!» esclamò Hermione arrabbiata mentre la professoressa le lanciava uno sguardo alquanto eloquente e le si avvicinò.
«Dammi la mano cara - Hermione alzò gli occhi al cielo e la guardò annoiata - Oh si...non sei cambiata molto dall'ultima volta, la tua anima è ancora arida come i tuoi libri ma l'amore prima non c'era ora è chiaro. Non vedo bene cara, ma succederà qualcosa di terribile a te che distruggerà il tuo amato.» la riccia guardò Draco divertita che cercava invano di trattenere le risate.

La settimana scolastica giunse velocemente al termine così ogni ragazzo prese il treno per poter tornare a casa durante le vacanze.
Il viaggio fu alquanto stressante per Hermione che dovette faticare per tenere Ron a bada, le faceva continuamente domande "sei sicura di volerlo fare?" "Vuoi che venga con te?" "Devi andare da sola?" Non riusciva a reggere un'altra domanda così quanto ripetè ancora le stesse chiuse con uno scatto il libro e lo guardò.
«Si Ronald, sono sicura e devo farlo da sola. Non voglio che tu venga.» il ragazzo finalmente si zittì ed Hermione inconsciamente sorrise.
Arrivarono di sera alla stazione di King's Cross e quando Draco e Hermione furono sicuri di non essere visti da nessuno si smaterializzarono nella città di Melbourne in Australia e si recarono in un piccolo Motel il Callaghan dove i costi erano bassi ma il servizio ottimo.
Arrivarono ad un bancone e trovarono una bellissima ragazza dai capelli castani e gli occhi marroni, era magra e fissava intensamente il ragazzo che aveva difronte.
«Buonasera avete una prenotazione?» chiese senza staccare gli occhi dal biondo.
«Si a nome Granger.» disse Hermione mentre cercava di non pietrificare la ragazza con la bacchetta.
«Oh una stanza doppia! Letti separati?» chiese ancora più speranzosa che mai.
«No letto matrimoniale, sa io e la mia ragazza siamo in vacanza.» fu Draco a rispondere mentre afferrava la riccia per la vita e la stringeva di più a se'.
«Oh! Bene allora, buon soggiorno qui, la colazione è dalle 06:30 alle 09:30 il pranzo invece dalle 12:00 alle 14:30 e la cena dalle 20:00 alle 22:00.» rispose dandogli la chiave per la stanza e guardandoli andare via.
Salirono al terzo piano e camminarono lungo un corridoio con una moquette orribile a pare personale del ragazzo, arrivarono davanti la porta 157 ed entrarono nella camera completamente bianca compreso il piumone che Hermione adorava già.
Si lavarono e cambiarono ma non scesero a cena, si misero direttamente a letto per poter dormire un po'.
«Draco, pensi che i miei genitori si ricorderanno di me? Credi che li troveremo davvero?» la testa della ragazza era poggiata sul petto del ragazzo che dolcemente le accarezzava i capelli.
«Si li troveremo e si ricorderanno di te stai tranquilla. Domani è anche la Vigilia e sarà tutto perfetto. Te lo prometto.» la riccia lo guardò e sorrise per poi lasciargli un dolce bacio sulle labbra.
Si addormentarono stretti l'uno all'altra senza sapere che qualcuno con loro si era materializzato lì a Melbourne con intenzioni ben poco nobili. Camminava stretto nel suo mantello nero entrando di nascosto in una vecchia casa all'apparenza malridotta e abbandonata, ma un ottimo rifugio per un evaso di galera.
Stava per avere la sua vendetta su chi aveva osato rinnegare l' Oscuro Signore, l'avrebbe fatto soffrire e sarebbe rimasto a guardarlo divertito.

Dramione||la leggenda di IcaroWhere stories live. Discover now