Che brutto nome!

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Lei correva.

Lei correva per i corridoi dell'oscuro labirinto che rappresentava la sua malata mente.

Si sentiva perduta, la rabbia stava prendendo il controllo della sua sanità mentale. Se mai era stata sana, non se lo ricordava e probabilmente non le piaceva nemmeno. Nonostante tutta questa pazzia la stesse lentamente uccidendo, c'era una contorta parte di sé stessa a cui piaceva il dolore, la paura, la rabbia...

Faccio schifo, disse a sé stessa, e dolci e incantate (e cattive) voci nella sua mente approvarono.

Tutta questa gente che le diceva cosa fare e cosa non fare; la società aveva ridotto tutto a 'fare' e 'non fare'. Una società dove i 'non fare' erano l'unica cosa che la rendevano felice, o viva. Ma lei non poteva andare contro la società. No, nessuno contraddice la società.

Tutto quello che aveva erano le voci che le dicevano di andare avanti, di fare ciò che voleva. Ma i 'non fare' sono chiamati 'non fare' per un motivo. Non ferire l'altra gente.

Oh, ma le voci, quelle dolci voci che affermavano di amarla talmente tanto da risultare egoiste, egoiste quanto delle voci possono essere, e anche di più.

Le chiedevano di ferire e distruggere e bruciare, ridurre tutto in cenere, fare tutto purchè la rendesse felice.

E a lei piaceva, il fuoco, il sangue, la cenere... la facevano sentire... felice.

Schizofrenia, le chiamavano.

Che brutto nome per delle voci così belle! Voci con così tante brutte intenzioni che tutti coloro che sapevano che lei le sentiva e che avevano paura che lei potesse ubbidire ai loro suggerimenti, avevano paura di vivere vicino a lei.

Le voci descrivevano in maniera poetica le scene in cui l'unica persona a respirare fosse lei.

Corpi morti, veleni, pillole, pozze di sangue, pazzia, ossa rotte, collera, oscurità, una luna piena rossa... rossa sangue.

Queste poesie la rendevano felice, ed erano troppo melodiose per poterle ignorare.

Lei sapeva che l'unico modo per uscire da quell'oscuro labirinto era la morte, ma lei non la voleva per sé, la voleva per il resto del mondo.

La chiamavano 'pazza', la società la chiamava 'pazza'. Ci credereste? Lei voleva mostrare loro cosa la 'pazzia' fosse davvero. Voleva che loro piangessero in agonia, che la pregassero di risparmiare la vita, lei voleva distruggere ogni singolo respiro.

Questi pensieri la stavano consumando. Quella non era lei... lei era dolce e gentile, giusto? Ma chi era lei, in fondo?

Le voci erano dolci e lei era solo... niente, lei non era niente.

Perduta in un labirinto oscuro e fatto di contorti sogni, sogni che avrebbero potuto riportarla in vita. Seguita dalle voci che sostenevano di amarla.

E lei avrebbe fatto di tutto per un po' di amore.

𝕾𝖍𝖔𝖗𝖙 𝕳𝖔𝖗𝖗𝖔𝖗 𝕾𝖙𝖔𝖗𝖎𝖊𝖘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora