Il bambino dagli occhi rossi

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Note: Salve!
Mi sto buttando letteralmente a capofitto in una nuova FudouKidou, tanto per cambiare.
L'idea di base mi è stata gentilmente data da Kitta_Angel che ringrazio di cuore. Sarà molto diversa da quello che avevi pensato ma spero che ti piaccia comunque.
Buona lettura a tutti.

Caleb era sempre stato un bambino dolce e tranquillo agli occhi di sua madre; viziato e scalmanato invece agli occhi di suo padre.

Quando frequentava l'asilo faceva difficoltà a farsi degli amici ma tornava a casa sempre sorridente, pronto a far vedere alla madre cosa aveva fatto a scuola.

Tutto cambiò quando iniziò a frequentare le elementari.

Non ci fu un vero motivo per cui successe ma da un momento all'altro Caleb smise di essere il bambino allegro che sua madre tanto amava e il suo sorriso iniziò a spegnersi giorno dopo giorno.

La madre provò più volte a parlare con il figlio e capire cosa succedesse ma veniva tutte le volte destabilizzata da un semplice sorriso di Caleb.

Il bambino era sempre restio a parlare della scuola con i suoi genitori e si rifiutava di fare amicizia con i suoi compagni di classe. Li allontanava sempre da sé isolandosi anche durante le lezioni.

Nessuno lo riusciva a capire, e soprattutto nessuno capiva che a Caleb andava bene così.

Non voleva degli amici, non gli servivano. Cosa otteneva se era gentile con loro? Caleb ci aveva provato all'asilo e si era ritrovato un macchinina giocattolo lanciata dritta sulla sua testa.

Venne in poco tempo etichettato come una bambino problematico. Non che fosse un bambino negligente, anzi svolgeva diligentemente i suoi compiti sia a scuola che a casa.

Inizialmente i bambini giravano intorno al suo banco come piccole mosche fastidiose in attesa di una sua parola, buona o cattiva che fosse.

Ma Caleb era un bambino paziente e si limitò ad ignorarli finchè dopo mesi si allontanarono volontariamente da lui, iniziando a navigare verso altri bambini ben più interessanti.

Una vocina nella testa del piccolo Caleb gli diceva che alla fine sarebbe rimasto completamente solo continuando in quel modo. Lui però era un tipo testardo ed orgoglioso, difficilmente si sarebbe pentito di qualcosa.

Così non diede ascolto a quella vocina che parlottava nella sua testa e continuò ad andare la scuola come se nulla fosse.

Fu dopo un fatto avvenuto a luglio che i genitori, suo padre in particolare, presero provvedimenti per il modo in cui si comportava a scuola.

In classe c'era una bambina che, nonostante la ignorasse di continuo, provava un vivo interesse nei suoi confronti e lo dimostrava rimanendogli sempre appiccicata quasi in ogni momento.

Gli parlava sempre, gli faceva domande e lo pungolava spesso con un dito sulla guancia per avere la sua attenzione.

Caleb riuscì ad ignorarla fin quando un giorno non perse la pazienza e sbottò. - Oy! Stai un po' zitta! Sei irritante! Non ti voglio parlare, te ne vai?!-

Non era sua intenzione ferire i sentimenti di quella bambina ma quando lei fuggi via in lacrime non provò alcun senso di colpa per l'azione commessa.

Caleb era convinto di non aver fatto niente di male. "Se lo merita, continuava a stargli appiccicata come una cozza" pensava.

Dopo quel fatto fu messo in punizione dall'insegnante e poi furono convocati i suoi genitori.

Probabilmente il suo maestro aveva ingigantito troppo la cosa perchè quando Caleb incontrò suo padre lo vide incavolato nero. Non aveva smesso un attimo di rimproverarlo da quando erano saliti in auto e poi ancora anche a casa. Lo guardava come una faccia schifata, come se avesse commesso chissà quale crimine.

Promesse ~ FudouKidouWhere stories live. Discover now