Qualcosa di più

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Quella notte Caleb dormì serenamente, come mai prima di allora, sognando bellissimi occhi rossi e un sorriso sincero. Si svegliò la mattina dopo, al sorgere del sole, con il cuscino tra le braccia e una profonda voglia di vedere Jude.

Appena lo vide, seduto al solito tavolo della mensa, insieme ai suoi amici, il suo cuore iniziò a palpitare più velocemente e un sorriso da abete lottò per uscire, ma Caleb mantenne le labbra strette in una linea dritta. Si andò a sedere in un tavolo più isolato e si limitò ad osservarlo, non visto, con occhi pieni d'amore e la felicità nel cuore, sapendo che adesso si ricordava lui.

Passarono quei giorni tra sguardi fugaci, piccoli sorrisi malcelati e brevi frasi scambiate durante gli allenamenti. Sentiva costantemente gli occhi di Jude sulla schiena, in particolar modo quando parlava con Shawn, e la sua mano sfiorare quella di Caleb quando passava di fianco a lui; che fosse sul campo, nel corridoio o per strada non importava. Era qualcosa di profondamente intimo che Caleb non aveva mai provato con nessuno in vita sua e, nonostante cercasse di non badarci molto, sentiva ogni volta il suo viso arrossarsi e il suo cuore cominciare a battere così forte da doversi portare una mano al petto, per cercare di contenerlo.

Ogni volta che lo vedeva, sentiva dentro di sé quei sentimenti lottare per uscire; voleva andare da lui, dirgli come lo faceva sentire e cos'era Jude per lui, ma non poteva farlo, non senza sapere i sentimenti di Jude.

Perchè era quello il problema, in fin dei conti. Lui lo amava, ma Jude? Gli aveva detto che gli voleva bene, ma come doveva interpretare quelle parole? Lo vedeva come un amico o come qualcosa di più? Poteva sperare o si stava solo illudendo?

Giorno dopo giorno, i suoi dubbi aumentavano e la sua ansia cresceva insieme all'irrefrenabile voglia di sapere i sentimenti di Jude. Una volta Caleb aveva anche provato ad iniziare una conversazione con lui, nella speranza di sapere qualcosa di più, ma non era andata come desiderava, per niente.

- Allora, riguardo ciò che hai detto l'altra volta - aveva iniziato, non sapendo neanche lui con quale coraggio. - È tutto vero?-

- Sì - era stata l'unica risposta di Jude.

Da quel momento era calato un lungo silenzio teso che Caleb non aveva avuto il coraggio di spezzare. Aveva guardato Jude in attesa che continuasse a parlare, per spiegargli come stavano le cose e cos'era Caleb per lui, ma ciò non successe.

Imbarazzato e, al contempo, infastidito dal disinteresse dimostrato da Jude nei suoi confronti, Caleb si era voltato e se n'era andato via, sperando fino all'ultimo che Jude lo fermasse. Non accadde e si maledisse per essersi comportato come uno stupido di fronte a lui.

Però c'era da contare il fatto che adesso la mente di Jude era costantemente occupata da continui pensieri, molti dei quali assillanti e negativi, causati dall'avvicinarsi della partita contro la Orfeo, la nazionale italiana al momento allenata da Ray Dark.

Caleb sapeva come quella situazione ancora lo disturbasse, ma non aveva capito fin quanto, e fu durante la partita amichevole contro la Spagna che si rese conto che Jude era così concentrato su Dark da non vedere nient'altro intorno a sé. Gli sguardi complici e i piccoli sorrisi tra loro erano finiti; Jude ormai non lo guardava più, non sorrideva più, e questo non gli piaceva.

Voleva andare da lui, tirargli uno schiaffo in faccia per farlo rinsavire e dirgliene quattro, magari alzando la voce, ma si convinse che era meglio lasciargli il suo tempo e aspettare che fosse lui, di sua volontà, ad andare da lui per confidarsi.

Aspettò, ma Jude non sembrò cogliere i suoi silenzi e i suoi sguardi eloquenti. Così, il giorno prima della partita contro la Orfeo, quando vide Jude allenarsi da solo sul campo da calcio, in quel modo aggressivo che tradiva quanto in realtà fosse ansioso e preoccupato per il giorno dopo, non ci viste più e corse al piano di sotto come una furia.

Promesse ~ FudouKidouWhere stories live. Discover now