Buio

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Come l'uomo aveva promesso la casa adesso era passata sotto il suo comando. Madre e figlio non avevano voce in capitolo né il potere di contraddirlo se non volevano subire insulti e percosse. A Caleb, che non era tipo da sottostare alla gente, non stava per niente bene la cosa. Aveva più volte cercato di convincere la madre a denunciare il marito e separarsi da lui ma lei semplicemente gli sorrideva e scuoteva la testa.

Caleb conosceva sua madre e sapeva che rivolgere la sua rabbia verso di lei era inutile. Tutto quello che otteneva era un sorriso gentile, una carezza amorevole e parole delicate, capace di calmare il suo animo irrequieto.

Così i giorni passavano. Sua madre andava a lavorare e portava come sempre i soldi a casa, sopportando ogni sera le grida e le botte del marito. Caleb evitava di tornare a casa, stanco di vedere quella merda vivente di suo padre e di sentire le sue forti mani impattare contro il suo corpo. Ma non era un codardo, quello mai. Puntualmente, ogni volta che sua madre non aveva il turno pomeridiano al suo lavoro, lui tornava a casa per paura che suo padre facesse del male a sua madre o combinasse qualche pazzia.

Le vacanze invernali passarono decisamente troppo lentamente ma allo stesso momento troppo veloce, non avrebbe saputo dire quale dei due aspetti prevaleva. Così si ritrovò di nuovo tra i banchi della scuola. Caleb non era mai stato entusiasta di andare a scuola, soprattutto da quando aveva iniziato le medie, ma ora la voglia di affrontare ancora una volta quella scuola era pari a zero. Farsi vedere in giro con diversi lividi in viso non era affatto gratificante, soprattutto quando sapevi che era stato tuo padre a farteli.

Quando Joe, il primo giorno di scuola, lo aveva visto arrivare con un grosso livido sullo zigomo e un sopracciglio ferito aveva dato di matto. Era stato difficile convincerlo che era semplicemente caduto dalle scale.

- Non puoi semplicemente cadere dalle scale Caleb! E poi tu non hai scale a casa tua!!- gli aveva detto.

Caleb doveva sicuramente imparare a dire delle bugie più realistiche.

Quel giorno, al rientro a casa, si sentì ancora più vuoto ed inutile del solito. Vide le scarpe logore del padre e l'assenza di quelle lucide della madre e si domandò se mai sarebbe uscito da quel posto, con la speranza di portare via sua madre con sé. Il dolore al petto non faceva che aumentare giorno dopo giorno, l'ansia saliva ogni volta che doveva tornare a casa e la paura serpeggiava nelle sue vene al pensiero di suo padre ad attendere dietro ogni angolo della casa. Ma lui non era un codardo, non si sarebbe mai tirato indietro di fronte a niente ed era per questo che si faceva forza e ignorava la paura. Paura era una codarda, lui no.

Sospirò e ancora una volta i suoi occhi si posarono sul ragazzo estremamente visibile con quella mantellina rossa e il sorriso più stronzo che avesse mai visto, dopo il suo ovviamente.

Era giovedì, uno dei giorni in cui sua madre avrebbe avuto il turno pomeridiano per quella settimana, e lui puntualmente andava a vedere gli allenamenti della squadra di calcio. Stava sempre seduto al solito posto nella tribuna, lontano dai quei pochi ragazzi che avevano avuto il suo stesso pensiero per quel giorno.

Joe era convinto che lo facesse un po' per invidia ma Caleb non era mai stato un tipo invidioso. O forse stava mentendo, come ormai aveva imparato a fare. Ma in quel caso l'invidia non centrava niente. L'unico motivo per cui era lì era Jude e non c'era bisogno che Joe lo sapesse. E nemmeno Jude se per questo. Lui non doveva proprio sapere un bel niente.

Poco prima della fine degli allenamenti si alzò e andò via.



I mesi passarono e ben presto arrivò anche la fine del suo primo anno scolastico. Cercò in tutti i modi di studiare per prendere dei voti più o meno decenti, anche solo per ripagare i tanti sforzi che sua madre aveva fatto per lui. L'esito non fu proprio dei migliori ma poteva anche finire molto peggio. Riuscì a superare l'anno con poco più della sufficienza e a lui andava più che bene, infondo gli bastava semplicemente il sorriso della madre per essere felice.

Promesse ~ FudouKidouWhere stories live. Discover now