Amici e nascondigli segreti

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Per Caleb il tempo sembrò tutto d'un tratto rallentare.

Da quando era tornato a casa continuava a fissare assiduamente l'orologio appeso alla parete quasi nella speranza che le lancette prendessero vita e si muovessero il più rapidamente possibile proprio davanti a lui.

Ovviamente non successe ma Caleb non smise di nutrire quella speranza tipica dei bambini della sua età.

Anche a scuola la situazione non cambiò. Riservò poca attenzione alle lezioni di quel giorno, alle domande degli insegnanti e alle occhiate curiose ed invadenti dei suoi compagni. Il suo sguardo era catturato dall'orologio appeso al muro, proprio sopra la grande lavagna alle spalle della cattedra dell'insegnante.

Un sorrisone gli si aprì quando finalmente arrivò l'ora di uscire da scuola. Ricevette un sacco di occhiate strane ma lui filò dritto verso l'uscita; non voleva perdere nemmeno un minuto di troppo.

Superò i cancelli della scuola e si diresse verso casa. In venti minuti era già arrivato.

In casa trovò solo la madre, impegnata a fare il bucato; il padre non c'era: era a lavoro come al solito.

Caleb salutò la madre prima di salire in camera per fare i compiti. Cercò di finirli il più velocemente possibile ma non era una cima in lingua giapponese quindi ci impiegò più del dovuto.

Quando riuscì a finire i compiti erano già le cinque del pomeriggio. Lo appurò quando si sdraio sul suo letto e voltò la testa verso la sveglia digitale sul suo comodino.

Caleb sorrise euforico ma si trattenne dal mettersi a saltellare sul letto o avrebbe attirato l'attenzione della madre. Ancora mezz'ora e sarebbe potuto uscire di casa!

Dopo una manciata di minuti però il piccolo si sentì chiamare.

- Cal! Vieni un attimo giù!-

Il bambino sbuffò ma non si lamentò e scese immediatamente al richiamo della madre.

- Caleb, tesoro. Io sto uscendo e starò via fino a stasera, va bene? Comportati bene mentre sto via e non dare fuoco alla casa.-

La donna sorrise calorosamente al figlio e lui rispose con un piccolo sorriso: - Tranquilla mamma, sarò un angioletto.-

- Lo so.- Lei gli accarezzò la guanciotta e poi gli diede un bacio sulla fronte. - Ci vediamo stasera.-

Caleb la salutò dall'uscio della porta con la manina protesa in alto finchè non la vide sparire dietro l'angolo; lentamente poi si richiuse la porta alle spalle.

Adesso! Poteva uscire anche adesso!

Come un razzo afferrò il giacchetto da sopra l'appendiabiti, infilò le scarpe e poi uscì di casa di tutta fretta.

In neanche dieci minuti di corsa era già arrivato al muretto.

Era molto in anticipo rispetto al normale e sicuramente doveva attendere molto ma non gli importò. L'unica cosa che aveva per la testa era quel bambino dagli occhi rossi, tutto il resto non aveva valore per lui.

Si arrampicò sul muretto e si andò a sedere comodamente sull'albero in un punto in cui avrebbe avuto una perfetta visuale del bambino dagli occhi rossi. A quel punto doveva solo aspettare.

A furia di attendere in quel silenzio Caleb si stava quasi per addormentare. Furono le urla dei bambini a fargli aprire di scatto gli occhi, adesso sveglio e vispo come quando era arrivato mezz'ora prima.

I suoi occhi saettarono sulla porta d'ingresso dell'edificio e subito lo inquadrarono in cima alla piccola scalinata.

Per la felicità, gli occhi di Caleb si illuminarono.

Promesse ~ FudouKidouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora