Sentimenti

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La mattina dopo, come anche la sera prima, Caleb fece del suo meglio per non incrociare mai lo sguardo di Jude, ancora troppo imbarazzato per le parole che gli aveva rivolto il giorno prima. Durante gli allenamenti del pomeriggio la cosa stava diventando più che imbarazzante. Sentiva gli occhi di Jude costantemente su di sé e, detto sinceramente, si stava un po' infastidendo.

Si voltò verso Jude, con le guance arrossate non solo per lo sforzo fisico, e stava per parlare, ma venne fermato.

- È da tanto che non ci vediamo!-

Caleb si girò di scatto, riconoscendo subito la voce dell'amico; Shawn era in piedi a bordo campo, con un pallone tra le mani e il solito sorriso pacato di sempre.

Tutti gli si fecero vicino e Caleb dimenticò ogni cosa. Il suo imbarazzo nei confronti di Jude, il suo disagio in sua presenza e la maledetta tensione tra loro due. Adesso c'era solo Shawn di fronte ai suoi occhi, la persona più vicina ad un amico che al momento aveva.

Quando sentì che si sarebbe unito a loro per partecipare al FFI si sentì davvero felice. Si impedì di sorridere come uno scemo davanti a tutti e, per distrarsi, informò la squadra sulla loro situazione: sicuramente uno di loro, quel giorno, sarebbe tornato a casa.

Alla fine fu Todd a doverli lasciare, prendendo l'aereo di quello stesso pomeriggio, all'imbrunire. Tutti i ragazzi si raggrupparono davanti alle vetrate dell'aeroporto, dando il loro ultimo saluto al loro compagno che stava partendo alla volta del Giappone.

In un modo o nell'altro però, Caleb si ritrovò al fianco di Jude. Non era preventivato ed una sorta di ansia gli fece accapponare la pelle. Aveva fatto di tutto per evitarlo ed ora eccoli lì, l'uno di fianco all'altro, immobili e muti come due statue.

Voleva dirgli qualcosa, come stava per fare quel pomeriggio in campo, ma, appena si girò e aprì bocca, si ricordò di dov'era, di chi aveva attorno e del fatto che stavano salutando un amico che da quel momento in poi non li avrebbe più accompagnati fino alla fine del FFI. Così le parole che gli uscirono dalle labbra non furono quelle che avrebbe voluto in realtà pronunciare.

- Spero tanto che la sua caviglia possa guarire in fretta. Alla fine, il suo infortunio si è dimostrato un po' più grave del previsto.-

- E così te n'eri accorto anche tu, vero?-

Il suo tono era monocorde, quasi senza emozione, ma non ci fece caso e sorrise, anzi ghignò. Non si preoccupò dello strano sguardo che gli rivolse il rasta e semplicemente girò il capo, oltre i suoi compagni, verso Shawn, che non aveva ancora salutato.



Sbadigliò e si strofinò gli occhi, agognando il buio e il silenzio della sua camera; poi una mano lo afferrò per una spalla e lo bloccò.

- Che fai? Neanche mi saluti?-

Caleb si girò e ghignò, ricevendo in risposta il sorriso pacato e gentile di Shawn.

- Non ne ho avuto l'occasione.-

Non mosse alcun passo verso l'amico, rimanendo rigidamente a distanza e con le mani affondate nelle tasche della felpa. Fu Shawn, come sempre, a sorprenderlo, stringendolo in un forte abbraccio, nel bel mezzo dell'ingresso, dove tutti li avrebbero potuti vedere.

- Shawn!-

La risata cristallina dell'albino gli giunse alle orecchie e il suo corpo si rilassò immediatamente, quasi confortato da quell'abbraccio.

- Devo dire che mi sei mancato. Io ti sono mancato, Caleb?-

Shawn sciolse l'abbraccio e gli afferrò le mani, stringendole tra le sue con lo sguardo fisso nei suoi occhi.

Promesse ~ FudouKidouWhere stories live. Discover now