Crescita

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Note: Mi scuso in anticipo per il mega ritardo dell'aggiornamento!


Caleb aveva deciso di unirsi ad una banda, o per meglio dire, alcune circostanze lo spinsero a compiere quella scelta; pensandoci, la colpa era tutta di quello strano ragazzo senza nome.

Tutto era incominciato il pomeriggio prima, subito dopo uno dei soliti allenamenti pomeridiani in piazzetta.

- Per oggi abbiamo finito - aveva detto il giovane ragazzo, lanciandogli una piccola occhiata. - Domani non ci alleneremo. Ho deciso di portarti in un posto ma tu non dovrai farne parola con nessuno.-

Caleb lo guardò dubbioso, restio all'idea seguirlo in luoghi sconosciuti, ma la curiosità era troppa e lui non voleva rifiutare; alla fine si presentò il giorno dopo come promesso.

Il ragazzo sembrò per un attimo rabbuiarsi ma fu questione di un attimo; il sorriso tornò poco dopo ad essere padrone del suo viso e Caleb presto se ne dimenticò.

Camminarono per un po', oltrepassando la piazza e percorrendo strade a lui ignote. Aveva già una domanda pronta sulla punta della lingua ma proprio in quel momento il maggiore annunciò di essere quasi arrivati a destinazione: di fronte a loro si ergeva il decadente ingresso del parco del quartiere abbandonato da anni.

Caleb rabbrividì ma si fece coraggio ed entrò al seguito del maggiore. Proseguirono per un po' fino a giungere in un edificio malandato e in disuso da decenni; probabilmente adesso era un ritrovo di delinquenti con le mura, un tempo grigie, piene di graffiti e scritte colorate.

- Vieni!-

Caleb si affrettò per raggiungere il maggiore e in poco tempo fu alle sue spalle. Un sacco di ragazzi si girare per guardarli passare ma il giovane davanti a lui tirò avanti ignorandoli deliberatamente.

- Siamo arrivati - disse dopo un po'.

Caleb ora era di fronte ad una vecchia porta in legno mezza rotta; il ragazzo la spalancò e Caleb si trovò fronteggiare una moltitudine di ragazzi enormi. Si voltarono tutti verso di loro e diversi mormori si alzarono non appena la porta si fu chiusa alle loro spalle.

Caleb aveva già intuito che qualcosa non andava dal momento in cui erano entrati in quell'edificio e tutto gli fu confermato in quel momento, quando i mormorii vennero zittiti dall'ingresso di un altro ragazzo.

- Hei Jake, è questo il piccolo di cui mi hai parlato?- domandò il ragazzo in direzione del suo compagno al fianco di Caleb.

- Si, carino non trovi?- Caleb rabbrividì un po'.

- Hei, piccoletto, non hai niente di cui aver paura. Non abbiamo intenzione di farti del male.- Il ragazzo sembrò volerlo rassicurare ma Caleb mantenne il suo cipiglio, gesto che fece ridacchiare il ragazzo. - Ho sentito che ti piace il calcio, non è vero?-

Caleb lo guardò indeciso ed annuì.

- Bene, piace anche a me! Mi chiamo Tom e sono il capo di questa banda di idioti. Ti va di essere un nostro compagno?- gli chiese con un sorriso tutto denti.

Caleb aveva spalancato gli occhi, colto alla sprovvista. Volevano che si univa a loro?

- Perchè?- chiese confuso.

- Perchè è bello avere degli amici e perchè ti piace il calcio.-

Il giovane ragazzo sghignazzò e lo guardò con occhi ridenti, quasi lo stessero deridendo. Abbozzò un sorriso e nonostante fosse ancora riluttante non poté impedirsi di accettare.




Un altro inverno era arrivato, l'ennesimo lungo e freddo inverno. Caleb lo odiava, gli ricordava Jude. Jude che giocava con la neve e che piangeva sulla sua spalla per la loro imminente separazione. Gli mancava tanto ma ormai quel vuoto che gli aveva lasciato era stato leggermente riempito.

Promesse ~ FudouKidouWhere stories live. Discover now