Capitolo 40-Ricominciare

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-qualcuno mi spiega cosa diamine stiamo facendo qui? - chiede Pablo, squadrandoci uno ad uno con uno sguardo perplesso-e perché diamine siamo nascosti dietro ad un cassonetto? -
-shh stai zitto che potrebbe uscire da un momento all'altro e tu stai letteralmente gridando-lo rimprovera Giorgio.
-perché non mi zittisci tu?-gli fa l'occhiolino Pablo-ma poi lui chi? Perché sono l'unico a non sapere le cose qui?-
Giorgio alza gli occhi al cielo esasperato, guardando verso la mia direzione-Matt glielo spieghi tu?-
-be allora volevo approfittare di questa passeggiata tra amici per farmi forza e andare a parlare con mio padre che alloggia momentaneamente in questo hotel-inizio il discorso , indicando il Blue hotel con il dito-ma non ho la forza di entrare e soprattutto non so se è ancora in hotel o è uscito e tornerà da un momento all'altro. Scusami se non te l'ho detto prima, ma prima ero sovrappensiero per dirtelo ed è dall'altro giorno che non ci vediamo-sospiro nervoso.
-ti perdono, ma stare nascosto dietro ad un cassonetto con noi non risolverà niente, devi entrare e chiedere di lui alla reception-mi risponde il mio interlocutore.
-Pablo ha ragione-gli da man forte Teresa, seguita da un cenno d'assenso da parte di Martina, Luca e Giorgio-devi entrare-
-se vuoi entro con te-si offre il mio fidanzato, sorridendomi.
-grazie amore, ma stavolta ho bisogno di farcela da solo, ma il tuo pensiero mi darà forza come sempre-gli stringo la mano con la mia, ricambiandogli il sorriso.
-mi fate venire il diabete-esclama Giorgio, prendendoci il giro.
-che c'e sei geloso? - ribatte Luca guardando male.
-stavo solo scherzando-risponde lui sbuffando,cercando di non spargere ulteriormente zizzania dopo la loro precedente scazzotata. È già tanto che  che riescano a stare insieme senza litigare ogni 3 minuti, ma sono sicuro che prima o poi diventeranno amici,ci vorrà solo del tempo.
-non essere geloso di loro, se vuoi anche tu un po'di zucchero nella tua vita, ci sono io a tua disposizione-lo guarda Pablo, sorridendogli
-peccato che non mi piaccia lo zucchero-ribatte Giorgio.
-te lo farò amare io allora-
-ragazzi non vorrei interrompere il vostro battibetto da innamorati, ma io sto andando, auguratemi in bocca al lupo-
-in bocca al lupo-mi urlano tutti in coro, mentre mi avvio verso l'hotel.
-crepi-gli rispondo, mandando un bacio con la mano a Luca.
-salve signorino, posso esserle utile? - mi chiede un signore sulla cinquantina, vestito elegante dietro il bancone della reception.
-ehm si.. dovrei parlare con John Peterson che soggiorna nella camera 233,potrebbe gentilmente chiamarlo e vedere se è in camera?le può dire che è suo figlio che lo cerca-
-sì certamente, attenda solo un minuto-si allontana per sollevare il telefono fisso poco più distante e digitare i numeri.
Esattamente un minuto dopo mi conferma che mio padre sta per arrivare.
Subito comincio ad andare in panico e camminare su e giù per l'androne.
Adesso cosa dovrei fare? Cosa dovrei dirgli e come dovrei comportarmi quando me lo troverò davanti? Mille pensieri diversi di me che a 11 anni piangevo accovacciato sul letto, a scuola, per strada, in compagnia di Luca, a causa del suo abbandono  affollano la mia mente, facendomi quasi pentire di essere venuto fin qui, finché un ultimo pensiero non mi fa capire di aver preso la scelta giusta:quello di mio padre nel mio soggiorno pochi giorni fa che mi chiedeva di perdonarlo e di ricominciare. Cosa dovrei fare?dovrei davvero dimenticare tutti questi anni di dolore e sofferenza che mi ha causato? Ma qualsiasi cosa succederà, almeno non mi pentirò di non avere almeno provato ad incontrarlo.
Il mio flusso di pensieri viene interrotto da una voce roca che esclama-non avrei mai pensato che saresti venuto davvero-
-Non l'avrei mai pensato neanche io, ma invece eccomi qua-esclamo.
-Ti va un caffè qua vicino? C'e un bar nella zona che li fa davvero buoni-
-si mi va-gli rispondo seguendolo fuori dall'hotel senza più dire una parola.
Arrivati al bar ordiniamo lui un caffè macchiato e io un cappuccino.
Mentre sorseggio la mia bevanda non posso fare a meno di guardarlo di sottecchi:gli assomiglio davvero tanto con quegli occhi azzurri e i capelli corti castani. Le uniche differenze sono i 10 cm di altezza di cui lui mi supera e le sottili linee di espressione più marcate nel suo volto,per il resto siamo due gocce d'acqua.
-come mai hai deciso di incontratmi?L'ultima volta non mi sembravi molto propenso all'idea-
-sinceramente non lo qual'e il vero motivo, so solo che ho passato un periodo davvero difficile della mia vita e piano piano le cose si stanno sistemando e non volevo rimanere con il peso di potermi pentire più avanti della mia scelta di non averti incontrato. La felicità sta nelle piccole cose e ho scelto di poterla cogliere oggi -
-sei davvero cresciuto figliolo, hai capito più cose te della vita a quasi 18 anni di me che sono ormai adulto. Chissà che un giorno non sarai proprio tu ad  insegnarmele.. -
-e come? Ormai tu hai una famiglia e abiti a New York-
-a proposito di questo.. Ti andrebbe di vederli?-mi chiede titubante, indicando il suo telefono.
Annuisco mentro lui mi piazza davanti la foto di una donna bionda con gli occhi castani sui 45 anni e un bambino piccolo con i capelli ricci e gli occhioni azzurri proprio come i miei. Entrambi sorridono all'obiettivo.
-Lei è Lucy, mia moglie una donna davvero generosa e intelligente-mi dice indicando la donna-mentre lui è Kevin il nostro bambino, ha solo un anno, ma è già un birbantello-sorride indicando il bambino nella foto.
-sono molto belli -esclamo tristemente, pensando a quanto quel bambino fosse fortunato. Lui crescerà con un padre che gli starà sempre affianco, in qualunque momento della sua vita, cosa che a me è stata tolta l'opportunità quando avevo appena 11 anni. Solo a ripensare a quanto è stata dura crescere senza una figura paterna in questi ultimi anni, mi fa venire le lacrime agli occhi e crescere una grossa invidia nei confronti di quel bambino che in realtà non ha nessuna colpa, se non quella di essere anche lui figlio di mio padre.
-mi dispiace-mi sussurra leggendo lo sguardo triste nei miei occhi-sono stato un pessimo padre con te, ma rimedierò se me lo permetterai-
-dall'altra parte del mondo? - balbetto, cercando di non piangere.
-questi sono per te se li vorrai usare-mi porge due biglietti.
-Ma sono due biglietti aerei per New York da utilizzare questa estate per un mese intero?? -urlo non credendo ai miei occhi.
-quando finirai la scuola potrai venire a trovarmi e a conoscere la mia famiglia. Vedrai ti piaceranno e soprattutto potrai portare con te il tuo Luca-
-io io.. Non so cosa dire..semplicemente grazie-gli rispondo con le lacrime di gioia che cominciano a scendere dai miei occhi.
-questo è il nostro nuovo inizio? - mi tende la mano mio padre sopra il tavolo.
Invece di stringerliela mi alzo dalla sedia e faccio l'ultima cosa che avrei mai pensato di fare:mi piego e lo abbraccio.
Lui nonostante la sorpresa, risponde subito al mio abbraccio, alzandosi a suo a volta dalla sedia per farmi stare più comodo e stringendomi più forte a se.
Nella mia vita ho avuto tanti momenti belli con Luca, con mia madre e con i miei amici, ma questo momento in cui io e mio padre siamo stretti l'uno all'altro circondati da numerose persone all'interno di un bar, restarà per sempre impresso nel mio cuore e nella mia mente.
E mentre aspiro quel profumo maschile che non sentivo da anni e mentre lui comincia ad accarezzarmi i capelli, le lacrime continuano a sgorgare più forte di prima e un sentimento forte invade il mio cuore:la felicità di aver ritrovato finalmente mio padre.
Poco dopo scoppia un applauso nella sala e noi ci sediamo imbarazzanti nella nostre sedie.
-allora come hai scoperto che ti piacevano i maschi?-mi chiede mio padre, cercando di smorzare il momento di imbarazzo-quando eri piccolo non hai avuto comportamenti che mi facessero pensare che fossi omosessuale-
-be diciamo che da una parte l'ho sempre saputo, però non ne ero consapevole almeno finché all'inzio delle superiori non ho perso l'amicizia di Luca e da quel momento ho cominciato a guardarlo con occhi diversi. Crescendo era diventato un vero uomo, forte e bellissimo e  nonostante mi bullizzasse, io non ho potuto fare a meno di innamorarmi di lui-gli rispondo grato che non mi avesse giudicato per la mia sessualità.
-bullizzato? Ma non eravate amici? Mi ricordo che eravate inseparabili,non riuscivamo nemmeno a riportarti a casa senza che tu ti lamentassi che volevi dormire da lui, non capisco come sia potuto succedere-
-diciamo che l'adolescenza e le brutte amicizie sono una brutta bestia e lui si è lasciato influenzare, ma poi tutto è cambiato:all'inizio di quest'anno piano piano abbiamo cominciato a riavvicinarci e lui mi ha salvato innumerevoli volte da situazioni difficili per questo ho deciso di perdonarlo per quello che mi aveva fatto-
-mm dovrò fare un bel discorsetto con Luca uno di questi giorni, se oserà farti ancora soffrire se la vedrà con me-
Gli sorrido felice, non potendo credere di avere davvero sentito queste parole provenire dalla bocca di mio padre. Parole che da sempre avrei voluto sentire da colui che è sangue del mio sangue e che avrebbe dovuto volere solo proteggermi.
-tranquillo non succederà -
-e Luca invece? Ha sempre saputo di essere omosessuale? -
-mah non direi-ridacchio pensando a tutto quello che abbiamo passato insieme-me ne ha fatte passare di tutti i colori, non voleva ammettere di essersi innamorato di me, continuava a ripetere che eravamo solo amici che provavano attrazione fisica e non si rendeva conto che ormai non potevamo stare l'uno senza l'altro-
-e poi cos'e cambiato? -
-la gelosia, la gelosia per un altro mio amico lo ha fatto finalmente smuovere e ora siamo qui piu felici che mai-gli sorrido raggiante, omettendo tutta la storia della scazzottata tra Luca e Giorgio.
-sono davvero contento per te, te la meriti tutta questa felicità, te la meriti davvero. E io mi impegnerò giorno per giorno per contribuire ad essa-
-me lo prometti? Non farmi pentire di averti dato questa possibilità, il mio perdono te lo devi guadagnare con il tempo-
-te lo prometto-mi risponde-ti chiamerò spesso anche tramite Skype così potremmo vederci e ti inviterò  ogni festività a venire in America e io cercherò appena avrò un buco libero dal lavoro di venire qui anche se non sarà facile, ma per te lo farò-
-grazie-gli sussurro commosso.
5 minuti dopo ci alziamo, lui va alla cassa a pagare il conto e ci dirigiamo verso l'hotel.
-ora vai che il tuo uomo ti aspetta-mi dice, indicando Luca che si trova a pochi passi da noi.
Non ci credo che mi ha aspettato per quasi due ore, è davvero un amore quel ragazzo, devo tenermelo davvero stretto.
-ci vediamo questa estate allora, ci conto-mi saluta lui con un breve abbraccio.
-a presto papà -lo saluto, sentendomi felice e completo come mai nella mia vita,perché finalmente ogni cosa era tornata al suo posto giusto e io sarei potuto tornare a essere un ragazzo qualsiasi di 18 anni spensierato e libero da ogni pensiero con la sola voglia incontrollata di vivere e di amare. Di amare incondizionatamente la vita in tutte le sue sfaccettature.

Unbreakable loveWhere stories live. Discover now