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Erano già passati sette minuti buoni da quando Minho aveva iniziato a lanciare palline di carta a Jisung, ma il ragazzo non si era mosso nemmeno un po'.
Sinceramente, perché toccava sempre a lui avere a che fare con le sue strane abitudini di dormire?

Solo quando gli colpì la fronte, l'addormentato si risvegliò dal suo sonno, aprendo gli occhi quanto bastava per dare l'impressione di non essere morto.

"Sono stato minacciato da Seungmin per svegliarti perché apparentemente a diciotto anni non riesci nemmeno ad alzare il culo da solo. E poi mi fa paura quel ragazzo." Minho rise sarcasticamente quando Jisung si mise a sedere e indossò gli occhiali.

"Grazie. Sai, anche una pacca sulla spalla sarebbe andata bene." Aggiunse Jisung mentre guardava le palline di carta sparse su tutto il divano e sul pavimento, mantenendo un sorriso educato.

"Audace da parte tua presumere che avrei voluto toccarti." Il corvino mormorò con un'espressione inorridita.

"Ah e poi perché il mio gatto dormiva sui tuoi piedi? Pensavo di essere stato abbastanza chiaro, ma apparentemente non abbastanza per te." Ha rapidamente aggiunto.

"Uh?" Chiese ancora una volta Jisung, distogliendo lo sguardo dal telefono, poiché il messaggio che aveva ricevuto qualche minuto fa non era esattamente quello che avrebbe voluto vedere per prima cosa al mattino.

Da: Seungmin 💖

'Buongiorno Ji e buon compleanno !! Ti ho lasciato la colazione in cucina. Minho ti sveglierà, quindi vestiti e digli di portarti lì. Fammi sapere come va dopo!'

9.42 am

"Ho detto-" Stava per ripetere la sua domanda ma fu rapidamente interrotto.

"Mi porti tu?" Jisung interruppe momentaneamente il più grande piuttosto confuso per il messaggio che aveva ricevuto circa mezz'ora fa. Seungmin conosceva il biondo, abbastanza bene da sapere con certezza che aveva l'abitudine di controllare il telefono appena sveglio, e non si sbagliava.

"Cosa? No. Di cosa stai parlando?" Chiese Minho confuso.

"Seungmin mi ha scritto che lo avresti fatto. Deve averti minacciato davvero bene." Jisung alzò le spalle prima di inginocchiarsi dov'era la sua valigia, ancora lì da quando si era trasferito nell'appartamento, per recuperare alcuni vestiti.

"Non è colpa mia se i tuoi gatti dormono su di me, comunque. Saranno pur stanchi dopo aver saltato in giro per la casa tutta la notte, no?" Jisung rispose secco poco dopo, percependo che l'altro era ancora nella stessa stanza, anche se dava le spalle al resto del soggiorno. E aveva ragione.

Minho all'inizio pensò che il biondo stesse parlando tra sé e sé come sembrava sempre. Ma in realtà stava parlando con lui, se ne rese conto, e non sembrava affatto divertito.

Ora, qualsiasi persona normale si sarebbe scusata per il comportamento dei loro animali domestici in quanto erano effettivamente sotto la sua "responsabilità". Ma il fatto era che Minho non amava molto scusarsi in primo luogo. O affatto. O almeno non con Han Jisung, mai.

"Quella è la loro stanza e tu l'hai invasa con le tue cose e beh, te stesso. Fattene una ragione." Fece un sorrisetto soddisfacente per la milionesima volta nel poco tempo che avevano passato insieme quella mattina.

Ora, per Jisung, il giorno el suo compleanno non è mai stato un giorno estremamente felice (non ha mai avuto grandi aspettative, sostanzialmente celebrava il giorno in cui aveva superato un altro anno, uno in più vicino alla morte) sebbene quella mattina si fosse svegliato con un umore abbastanza decente che aveva intenzione di mantenere per la giornata.
Almeno, fino a quando Minho non gli aveva parlato.

E no, non era meschino o altro. In realtà trovò che il fatto che Minho lo avesse svegliato fosse abbastanza gentile, anche se era un po' maleducato mentre lo faceva. Sebbene si pentisse di aver messo Minho e la parola 'gentile' nella stessa frase.

Anche se Jisung era abbastanza sicuro che Minho non sapesse che era il suo compleanno, non che volesse un trattamento di favore o altro, ma si sentiva rattristato.
Tutto ciò che desiderava era una conversazione educata, ma anche per quella sembrava chiedere troppo. In un certo senso Jisung si sentì come se fosse ritornato a casa con sua madre.

Per ogni singola cosa che accadeva era sempre lui il colpevole.
Questo era esattamente il motivo per cui si era trasferito in primo luogo, ma Minho sembrava molto interessato a riservargli lo stesso trattamento.

Perciò si alzò rapidamente, senza nemmeno guardare il corvino, e tanto meno gli aveva risposto.
Lasciò la stanza con la scusa di doversi preparare in bagno, il vero motivo era che voleva restare solo per qualche minuto.

Il suo umore era piuttosto basso e quella era esattamente l'ultima cosa di cui aveva bisogno, visto cosa avrebbe dovuto fare nell'ora successiva.

Minho ovviamente guardò confuso il più piccolo uscire dalla stanza, avvertendo per un secondo di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato.
Beh come farebbe in ogni caso, ma non sembrava una cosa da Jisung agire in quel modo, il che lo fece pensare ancora una volta se avesse oltrepassato una linea.

Nulla però sembrava venirgli in mente come parola offensiva o più pesante del normale.
Alla fine si convinse che il biondo stesse solo esagerando, come al suo solito.

Dopotutto era il suo compleanno, cosa che sia Hyunjin che Seungmin gli avevano sottolineato più di trenta volte negli ultimi tre giorni, quindi incolpò gli ormoni del ragazzo.

Sebbene una volta che Jisung uscì dal bagno e si diresse in cucina per fare colazione, Minho notò quanto fosse ancora silenzioso.
O almeno era così per qualcuno che avrebbe canticchiato una melodia da solo perché, come aveva detto prima, non gli piaceva il silenzio.

Si sentì fuori posto a seguire il ragazzo in cucina e a guardarlo mentre mangiava i pancake decorati a tema compleanno, e il piccolo sorriso che si era fatto strada sulle labbra del biondo a quella vista.

Forse era stato lui a reagire in modo esagerato, pensò Minho, prima di rendersi conto che stava fissando l'altro mentre si riempiva la bocca di pancake.

Quindi quando il più piccolo ebbe finito in cucina e si mise le scarpe, lo seguì appena fuori dalla porta principale, accettando silenziosamente di portarlo in macchina.
Forse, e solo forse, si era sentito un po' in colpa per essere stato particolarmente scortese con lui al suo compleanno.

s t r a n o; 𝕄𝕚𝕟𝕤𝕦𝕟𝕘Where stories live. Discover now