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Se questo era il fondo per Minho, non l'avrebbe mai ammesso. Eppure nella sua testa il piccolo pensiero che stesse agendo escusivamente per puro istinto e mancanza di sonno era fisso, tuttavia i suoi piedi lo avevano portato lì, e non c'era più possibilità di marcia indietro ora. 

Il fatto di per sé che non avesse detto a nessuno dove si stava dirigendo, per non sembrare penoso, era probabilmente l'unica motivazione che lo faceva ancora andare avanti.
Orgoglio, ecco di cosa si trattava. 

Eccolo fuori dall'appartamento del suo amico, ancora in piedi davanti alla porta, quella che aveva visto tante volte, eppure, per la prima volta, era la fonte del suo nervosismo ed esitazione. 

Dopotutto non aveva nemmeno mandato un messaggio a Felix in anticipo per assicurarsi che cosa, o meglio chi, stesse cercando fosse dietro quella porta fosse in quell'appartamento.
E improvvisamente anche quella divenne un'altra fonte di insicurezza e ansia. 

Alla fine bussò. Una volta, poi un'altra volta finché la porta non si èsbloccò dall'interno.
Capelli blu e un'espressione di non curanza apparvero di fronte a Minho, probabilmente pronto a rifiutare chiunque si fosse presentato, che probabilmente stava cercando la persona che viveva lì. 

Eppure non era uno sconosciuto, Jisung conosceva Minho fin troppo bene. 

Se Jisung vacillò alla vista di Minho, l'altro realizzò la sua condanna.
E la fortuna di essere stato lo stesso Han Jisung ad aprire quella dannata porta, non aiutava. 

Certo, era lui il motivo per cui Minho era andato fin lì, ma trovarselo davanti dopo giorni lo colse senza dubbio d'imbarazzo.
Inoltre, Jisung aveva i capelli blu adesso e questo non lo tranquillizzava affatto.
Lo distraeva, ecco cosa gli stava facendo il suo nuovo look. 

"Oh, ciao..?" Con entrambe le sopracciglia corrugate in aria interrogativa, Jisung era stato il primo a rompere il silenzio. 

"Ciao." Minho si sforzò perché quello era decisamente il meglio che poteva fare al momento. 

"Come stai?" Tentare una conversazione random sembrava il modo migliore al maggiore per continuare, ma la sensazione che rendesse solo le cose più imbarazzanti non lasciò mai la sua mente. 

"Mai stato meglio." Non sorprese che la voce di Jisung suonasse estremamente sarcastica. E ciò colpì Minho dritto in faccia come un pugno. L'unico pensiero che risuonava nella sua mente era 'è colpa tua se siete così in imbarazzo adesso'

I pochi secondi di silenzio che seguirono furono sufficienti a Minho per notare che Jisung non era pronto per la conversazione, per niente. 

Il più grande doveva pensare in fretta se voleva che arrivassero da qualche parte.
Con questa misera conversazione, o qualunque cosa sia stata. 

"Jisung posso entrare?" Alla fine aveva chiesto, come se l'altro possedesse il posto. Aveva un accenno supplichevole nella sua voce, ci stava davvero provando.
Dopotutto, non era da Minho correre dietro a qualcuno o presentarsi alla porta di casa per risolvere i problemi.  

Il più basso aveva solo annuito, quasi sconfitto, poiché sarebbe stata una battaglia persa rifiutare Minho. Continuò aprendo maggiormente la porta e ad aspettando che Minho la chiudesse dietro di sé mentre si dirigeva verso il divano, affrontando l'altra persona per la quale al momento aveva sentimenti molto contrastanti. 

"Allora di cosa avevi bisogno?" Jisung aveva di nuovo colto l'occasione per parlare anche se sembrava agitato, la sua mano che scivolò tra i suoi capelli ormai annodati. Anche Minho era nervoso, rendendosi conto per la prima volta di quanto fosse stato drastico il suo cambiamento. 

s t r a n o; 𝕄𝕚𝕟𝕤𝕦𝕟𝕘Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum