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Nonostante Jisung avesse temuto più che mai questo momento, il lunedì mattina era arrivato inevitabilmente.

Non è che ci potesse essere molto da fare per evitarlo. (magari avesse potuto fermare la rotazione della Terra)

Quindi dopo un'altra notte lunga, ma soprattutto imbarazzante trascorsa con Minho, aveva finito per addormentarsi nel letto del maggiore. Senza sorpresa di nessuno.

E tutto sommato non era molto contento quando fu di nuovo svegliato da Minho. Stava diventando troppo normale, e non gli piaceva. Non gli piaceva l'idea che avesse qualcosa contro di lui, o è quello che pensava sarebbe successo ad un certo punto.

Ancora una volta, come era successo quasi tutte le mattine negli ultimi due giorni, il corvino era già vestito.
Quasi pronto per uscire, forse gli piaceva guardare il biondo correre come un matto cercando di raccogliere le sue cose per arrivare in tempo al college. Forse lo ripagava per averlo sopportato.

Ma a differenza di altre volte non era così tardi, aveva ancora quasi un'ora per prepararsi comodamente, il che fece sdraiare di nuovo Jisung.
Non preoccupandosi nemmeno che non fosse quello il suo letto.

"Non dovremmo parlare?" Borbottò il più grande, quando notò cosa il biondo stesse cercando di fare.

'Oh, ecco perché Minho lo aveva svegliato così presto.'

"Parlare?" Chiese stancamente Jisung, con il braccio che gli copriva gli occhi mentre si sdraiò.

"Sì, parlare." Ha sottolineato, avendo poca o nessuna intenzione di dimenticare l'argomento.

"Di?" Jisung guardò scettico Minho dalla testa ai piedi dalla sua posizione sdraiata. Le sue braccia ora riposavano ai lati.

Non era affatto convinto dalla richiesta del maggiore di avere una vera 'conversazione'. Non era affatto uno di quelli che parlava dei suoi problemi, preferiva lasciarli lì e aspettare che fossero piuttosto dimenticati o spazzati via da problemi più grandi.
Non era un modo molto maturo di agire, ma non avrebbe cambiato metodo in ogni caso.

"Di quello che è successo due notti fa. E anche la scorsa notte." Minho non lasciava davvero spazio alle domande, era pronto a parlarne.

"Non voglio parlare di questo." Borbottò Jisung mentre si voltava, ora disteso su un fianco, così da non guardare Minho che sembrava troppo pronto a parlare proprio in quel momento.

"Beh, io sì e penso che non dovresti evitarlo." Disse Minho, dandogli chiaramente poca scelta.

"Perché? Tu non volevi parlare di quella cosa quando di notte ha piovuto, ti sei messo tutto sulla difensiva, eppure io devo farlo?"

Non voleva davvero parlarne, di cosa poi? Della sua salute mentale forse? Con Minho tra tutte le persone possibili? Non in questa vita.

"Beh, quello ​​perché hai accettato che non lo avremmo mai più menzionato, eppure l'hai fatto." Replicò Minho.

"Ma cosa avrei dovuto fare? Costringerti a parlare e poi lasciarti dormire da solo Minho?" Jisung sembrava in qualche modo esasperato, e non erano nemmeno le otto del mattino.

"Jisung, non stiamo andando da nessuna parte così, quindi per favore calmati prima, poi parliamo. E se proprio vuoi possiamo dimenticare che questa conversazione sia mai avvenuta." Aggiunse quindi Minho, dando una sorta di scelta al biondo.

Sospirò, non che gli stesse dando molto spazio per la discussione. "Okay, adesso sono calmo."

"Allora, cos'è successo?" Minho cercò di porre la domanda nel modo più semplice possibile.

"Non è successo niente." Ancora una volta, Jisung non sapeva davvero cosa dire. Teoricamente non era successo nulla. Solo qualche lacrima qua e là.
Qual era il grosso problema dopo tutto?

"Jisung," lo chiamò il più grande, non con una voce minacciosa, ma solo delle parole vuote.

"Va bene, ma davvero non è successo niente. È solo che non è stata una gran giornata, è successo qualcosa di brutto, oltre al fatto che avevamo già discusso la mattina, e ho reagito in quel modo." Finì, con occhi esasperati guardando Minho che lo implorava silenziosamente di sputare fuori il motivo.

"È tutto?" Minho non aveva ancora finito. Certo che no.

"Questo è tutto." Jisung sbuffò. Eppure Minho non sembrava convinto.

"Smettila di guardarmi in quel modo! Sto bene, è stato solo un malinteso, a volte succede. Non è letteralmente niente!" Jisung ci provò di nuovo, questa volta alzando la voce, mentre solo un po' di esasperazione scivolava attraverso le parole.

"Quindi possiamo dire che qualche volta strisci nelle sembianze di un depresso senza alcuna voglia di vivere?" Minho cercò di chiarire ciò che l'altro gli aveva detto, eppure sembrava sarcastico.

"Suppongo." Borbottò di nuovo Jisung.

Minho guardò incredulo il biondo come per sottolineare ulteriormente come non fosse okay.

"Senti, non so cosa stai pensando in questo momento, ma non ho bisogno di pietà. Sono cresciuto così e non ho bisogno di nessuno che mi ricordi di come 'non sia okay' questa cosa. L'ho già superato in passato e ora sto bene, è successo solo un momento di tristezza, okay?" Jisung stava diventando arrabbiato ora, se avesse voluto un'opinione sul suo modo di agire l'avrebbe chiesto a uno psicologo o un medico.
Questo non era il posto per Minho per giudicare o esprimere opinioni.

"Okay, okay. Ma qualcuno a parte Seungmin lo sa?" Minho stava parlando con calma di come, forse realizzando che era, in realtà, un argomento delicato.

"Uhm Hyunjin, anche tu adesso."

"La tua famiglia?" Chiese.

"Non parlo con loro, chiaramente." Fece un gesto, dando vagamente l'idea della situazione in cui lui si trovava; in cui loro si trovavano.

Minho annuì con riluttanza mentre si chiedeva quanto ancora non sapesse. Non riguardante Han Jisung seduto sul suo letto, nelle sue lenzuola rosa. Ma sulle persone in generale.

Per non parlare dello stretto nodo di sensi di colpa che si formava nel suo stomaco mentre ricordava ogni singolo leggero insulto che aveva detto da quando si conoscevano.

Sapeva che era estremamente sbagliato dato che Jisung aveva già affermato di non volere pietà, eppure era probabilmente la sua natura umana a dispiacersi per gli altri.

"Questa conversazione non è mai successa."

Minho si ritrovò ad annuire.

s t r a n o; 𝕄𝕚𝕟𝕤𝕦𝕟𝕘Where stories live. Discover now