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"Sei sicuro di sapere cosa stai facendo?" Minho tentò di chiedere con un mormorio incerto, eppure non aveva osato muoversi.

"Certo che lo so, non vedi?" Il biondo mormorò, sebbene la sua voce fosse al di sopra di un sussurro, era troppo concentrato su quello che stava facendo per prestare attenzione alle lamentele del maggiore.

"No, veramente non vedo, ho entrambi gli occhi chiusi nel caso tu non l'abbia notato." Replicò Minho. Il minore era sicuro che se l'altro avesse avuto gli occhi aperti, li avrebbe fatti roteare.

"Ah, smettila di lamentarti. Ho quasi finito." Il biondo lo zittì. Certo che per avere vent'anni si lamentava davvero tanto.

"Dovrei aggiungere anche dei luccichii?" Jisung chiese retoricamente dopo aver fatto un passo indietro da Minho.

"Beh-",

"Chiedevo a me stesso, non a te." Chiarì Jisung. Non aveva bisogno di un'opinione, la sua decisione era già stata presa.

"Va bene tutto fatto, ora puoi aprire gli occhi." Il più giovane dei due concluse un po' più tardi, lasciando finalmente riposare le mani lungo i fianchi.

Minho tentò di aprire gli occhi secondo le istruzioni, sbattendo le palpebre un paio di volte, sia per liberarsi dalla sensazione di avere le lenti a contatto sia per assicurarsi che non ci fosse nulla che lo colpisse negli occhi.

"Carino!" Jisung batteva le mani pochi secondi dopo per l'eccitazione, eppure Minho non si era nemmeno girato verso lo specchio.

E sì, Jisung non aveva torto, sapeva sul serio cosa stava facendo. Era carino.

In qualsiasi altra circostanza avrebbe chiesto a Hyunjin di truccarlo, soprattutto agli occhi, ma poiché il suo migliore amico non era disponibile, aveva dovuto chiedere a Jisung.
Non era estraneo al make-up, aveva una buona dose di esperienze tra le gare di ballo o semplicemente usciva per uscire. Gli piaceva avere un bell'aspetto, era così semplice.

Quindi non era troppo a disagio ad avere più prodotti sulla sua pelle.

Beh, non aveva osato chiederglielo fino a quando non aveva visto il trucco sul viso di Jisung, anche se non se ne pentiva.
Sembrava a posto, più che a posto a dire il vero, quindi non è stata una catastrofe lasciargli fare per una volta.

"Ero carino anche prima." Borbottò Minho mentre ispezionava da vicino l'ombretto leggermente rossastro e qualche brillantino luccicante. Non era eccessivo, lo trovava bello.

"D'accordo, ma non tutti siamo stati benedetti da Madre Natura. Vado a vestirmi." Jisung concluse già in direzione del bagno.

Anche se era già abbastanza tardi, si prendeva comunque il suo tempo per vestirsi. Gli piaceva credere di non essere fuori orario per una volta, ma pensandoci decise semplicemente di prenderlo come un "momento per se stesso".

Seungmin era sembrato piuttosto entusiasta quando gli aveva detto che era stato invitato questa mattina, insieme a Minho, alla festa di compleanno di Chan.
Ciò spiegava anche gli abiti abbinati lasciati sul suo letto, tutti stirati e pronti per essere indossati.

Non è che avesse paura che la festa sarebbe stata spericolata. Erano tutti ragionevolmente più grandi di lui e, molto probabilmente, responsabili da ciò che aveva visto.
Apparentemente non c'era motivo di preoccuparsi, eppure Jisung non era ancora del tutto sicuro di volerci andare. Ma probabilmente era ormai troppo tardi per ritirarsi in ogni caso.

Quindi, prima di quanto si fosse aspettato, era in viaggio con la macchina di Minho, vestito in modo fantasioso con luccichii scintillanti sugli occhi.

Jisung non era sicuro di cosa si aspettasse esattamente. E onestamente fin ora era andata meglio di quello che si era immaginato la prima volta. Non c'era musica ad alto volume e una stanza piena di gente.

Affatto. Invece, dall'appartamento usciva musica soft mentre non c'erano così tante persone sedute in salotto.

Il primo a stupirli, sia lui che Minho per essere precisi, non era Chan come si era aspettato, ma un ragazzo che Jisung non era sicuro di aver mai visto prima.

Ma prima che potesse guardarlo meglio, stava già avvolgendo Minho in un abbraccio salutandolo.
Prima di posare gli occhi su Jisung, che era ancora fermo dietro al corvino. Non è che avesse bisogno di Minho per proteggerlo, ma dopo tutto era in una stanza con persone che non conosceva.

"Oh, ciao!" Il ragazzo sorrise calorosamente. E poiché sembrava lontano dall'essere una minaccia o addirittura imbarazzante da avere in giro, Jisung fece un cenno con la mano mormorando un saluto.
Un piccolo sorriso stava spuntando anche sulle sue labbra, facendolo meravigliare. Sapeva già chi era?

Probabilmente sì. "Vienite dentro."

"Sono Changbin, piacere di conoscerti." Il ragazzo introdusse un sorriso molto, molto dolce e accogliente.

"Uh- Jisung."

"Ah, è bello vederti di persona, ho già sentito parlare di te da Chan prima. Fai come se fossi a casa tua." Ridacchiò prima di voltarsi verso quella che presumeva fosse la direzione della cucina.

"Chan! Gli ultimi due ospiti sono qui!" Gridò a metà strada assicurandosi che l'altro lo avesse sentito dall'altra stanza, dovunque fosse.

Mentre si preparava, aveva pensato che sia lui che Minho si fossero vestiti eccessivamente, e che sicuramente si fossero truccati troppo per una festa tranquilla a casa.
Eppure, tutti i ragazzi intorno erano praticamente vestiti quanto loro, se non di più. Soprattutto Chan che era spuntato fuori da qualche parte nemmeno mezzo minuto dopo, lanciandosi verso di lui e Minho che erano ancora in piedi fianco a fianco, abbracciandoli insieme.

"Avevo fiducia in Jisung che ti avrebbe fatto arrivare in tempo per una volta, credo che lo riconsidererò d'ora in poi." Minho scosse la testa, senza nemmeno scusarsi per il ritardo di quasi quaranta minuti.

"Ah Jisung, te li presento. Questi sono i miei amici, Changbin",
Il ragazzo gli sorrise dicendo un piccolo "ciao". Li aveva già notati tutti nella stanza e tuttavia, anche se si era sentito visibilmente intimidito dal ragazzo che ora sapeva fosse Changbin a prima vista, una volta che aveva sorriso, tutti i suoi pensieri precedenti erano stati lasciati al malinteso. Era decisamente un bravo ragazzo.

"E quello è Felix, il più piccolo tra noi." Aveva annunciato Chan, a un Felix già sorridente.

"Oh, in realtà ho già incontrato Felix." E per dimostrarlo, Felix andò ad abbracciarlo. Aveva già imparato che il ragazzo era un tipo di persona affettuosa, ma non c'era niente di male.
Era semplicemente molto dolce e chi era Jisung per mettere a disagio Felix rifiutando i suoi abbracci? Nessuno.

Forse la festa non è stata poi una cattiva idea.

s t r a n o; 𝕄𝕚𝕟𝕤𝕦𝕟𝕘Where stories live. Discover now